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“Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate a datori di lavoro e dirigenti, arresto in alcuni casi sostituito con l”ammenda) e ora il governo – dicono i promotori dell”appello – cerca di rifarsi la ”verginità ” con spot inutili che ci costano ben 9 milioni di euro”.
“Spot non solo inutili – spiegano i primi firmatari tra i quali Federico Cagnola, vigile del fuoco di Roma, Federico Orlando e Giuseppe Giulietti di articolo 21 – ma anche dannosi
per l”immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perché, gli piaccia esercitarsi in sport estremi”. Gli spot in questione inoltre “colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtà drammatica: l”attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilità di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre più precarie in tema di sicurezza”.
“E” una campagna vergognosa – prosegue l”appello sottoscritto anche da Nicola Tranfaglia e Daniele Ranieri responsabile salute e sicurezza della Cgil del Lazio – perché, oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan ”Sicurezza: la pretende chi si vuole bene” e che nulla dice su chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere ma solo sottostare a ritmi da Medio Evo”.
Questi spot – rilevano i firmatari tra i quali Marco Crociati macchinista Trenitalia, presidente della cassa di solidarietà dei macchinisti, e Luisa Memore, chirurgo d”urgenza
dell”ospedale Mauriziano di Torino – “devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrà puntare sulle responsabilità civili, penali e anche etiche che l”imprenditore deve assumersi per tutelare l”integrità delle persone che lavorano per lui”.
“Via questi spot vergognosi: pretendiamo più ispettori Asl e più risorse, affinché la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine”, conclude l”appello firmato anche dall”intero gruppo Italia dei valori della Toscana. La prima firma in calce è quella di Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico toscano, seguita da quella di Andrea Bagaglio medico del lavoro e di Daniela Cortese della Rsu di Telecom Italia Sparkle.
(ANSA).
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