Buoni affari con gli schiavi cechi

Le agenzie interinali olandesi sfruttano i lavoratori dell’Europa dell’est con stipendi minimi, ferie non pagate e straordinari obbligati, e ...

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6 Novembre 2013 - 00.29


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di Maaike Bos.

Un minibus bianco dell”agenzia di lavoro interinale Werk & Ik
è parcheggiato davanti a una lunga fila di garage in una zona
industriale di Osdorp [un quartiere di Amsterdam]. Uno di essi serve da
abitazione alla manodopera precaria ceca della Werk & Ik.

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Una donna mostra le camere da letto: cinque sgabuzzini fatti di
compensato, ognuno con dei letti a castello. Un neon illumina tutto il
locale, anche là dove la gente vuole dormire. non ci sono finestre, non
c”è alcun sistema di aerazione. “Secondo alcune stime circa centomila
tra cechi, polacchi e altre persone originarie dell”Europa centrale e
orientale lavorano nei Paesi Bassi in queste condizioni.

Niente ferie

Werk & Ik, il cui fatturato raggiunge i 12 milioni di euro –
lavora volentieri con i cechi, soprattutto a Schiphol, dove puliscono
gli aerei e si occupano dei bagagli. I lavoratori precari sono pagati
abbastanza per il loro lavoro? Non secondo George, studente e addetto
alle pulizie ceco. Henry Stroek, responsabile del sindacato nazionale
Cnv, fa osservare che a George nel 2012 non sono state pagate le ferie,
cioè il 16,3 per cento del suo stipendio che non gli sarà mai versato.
“Si tratta di una somma importante, soprattutto per uno che guadagna lo
stipendio minimo”, sottolinea Stroek. Ivan Karels, direttore e
proprietario dell”agenzia di lavoro interinale, riconosce che a diversi
cechi non sono state pagate le ferie. “Ci è sfuggito, adesso faremo più
attenzione”.

Sul sito di assunzione in ceco Wekczeck.cz
Werk & Ik promette uno stipendio orario di cinque euro
indipendentemente dall”età. Per Stroek le buste paga di George mostrano
che per un anno lo stipendio lordo annunciato è stato pagato con gli
straordinari corrispondenti al lavoro serale e notturno, ma non l”altro
anno.

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Niente busta paga

Il dipendente dell”agenzia interinale Rewiesh Jibodh, che gestisce
l’arrivo dei cechi per la Werk & Ik e si incarica della
pianificazione del loro lavoro, ha una spiegazione: “Probabilmente le
ore non corrispondono sempre al lavoro svolto. Quando qualcuno è malato e
il suo sostituto non è sulla lista, può capitare che le ore di lavoro
vengano conteggiate sul conto del lavoratore malato. Ma in seguito
correggiamo sempre gli errori fatti”.

Un altro problema è che i lavoratori precari non ricevono, come
prevede la legge, le loro buste paga. George ha avute le sue solo di
recente, poco prima di lasciare i Paesi Bassi, quando ha minacciato di
ricorrere a un avvocato. *”Le perdono o le gettano via”, dice Jibodh”.
“Tutto ciò ci costa solo della carta, non vedo l”interesse a fare una
cosa del genere”. Le buste paga dovrebbero essere disponibili online, ma
i lavoratori precari intervistati non hanno mai ottenuto né un nome
utente né una password. Anche questo è sfuggito loro, ammette Karels.

Spese di alloggio dedotte

La Werk & Ik deduce anche alcuni costi. Per esempio l”agenzia
trattiene sullo stipendio delle somme per i danni provocati, anche
quando le persone non ne sono responsabili. La trattenuta principale
riguarda però le spese di alloggio: 2,5 euro per ora lavorata, precisa
il contratto. Di conseguenza in estate i cechi pagano fra 120 e 150 euro
a settimana per un letto a castello in un garage che per il comune di
Amsterdam non è neanche abitabile. Lunedì scorso alcuni ispettori sono
venuti e hanno fatto evacuare i locali. “Molto pericoloso”, segnalava il
rapporto, che fa ricorso al termine “sfruttamento”.

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“Rispettiamo le norme in vigore in materia di alloggio. Per quanto
riguarda il garage non è il caso, lo riconosco. Ma sono gli stessi
ragazzi che volevano abitarci. Ho diversi alloggi disponibili ma
rimangono vuoti”, dice Karels. “Un datore di lavoro può prelevare al
massimo 68 euro a settimana quando si tratta di una persona che guadagna
lo stipendio minimo. Quello che fa la Werk & Ik è un furto”, si
arrabbia Stroek del Cnv.

“È vero, nel fare queste trattenute eravamo in torto”, reagisce
Karels. “Ma non avevamo cattive intenzioni. Sono semplicemente un
imprenditore che lavora molto duro e che ha voglia di crescere
rapidamente. Qualche dolore di crescita è inevitabile. Rimedieremo ai
problemi per tutti”. Inoltre afferma che queste trattenute coprono anche
altri costi: l”energia elettrica, l”acqua, internet e l”autista che li
porta al lavoro e che li riporta indietro.

Un giorno libero al mese

Gli eccessi riguardano anche l”orario di lavoro. Per esempio
prendiamo l”orario dell”autista Pavel, che per più di un anno ha portato
altri cechi al loro lavoro e li ha riportati a casa. La sua giornata di
lavoro durava facilmente 20 ore. Mentre George, addetto alle pulizie,
sulla sua busta paga di agosto ha avuto una sola giornata di riposo.
Secondo la legge dopo una giornata di lavoro un addetto alle pulizie ha
diritto a dieci ore di riposo senza interruzione, e dopo una settimana a
36 ore

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Un anno di turno di notte

Karels riconosce anche questo: “In alcuni casi non abbiamo fatto
abbastanza attenzione”. Il direttore Jibodh spiega che la sua impresa ha
solo voluto rispondere alle richieste dei lavoratori: “I cechi mi
supplicano di lavorare di più”. “Chiedo sempre loro se vogliono fare un
turno in più”. Eppure quando un collega di George, dopo aver passato un
anno a fare turni di giorni e di notte, ha chiesto se poteva avere altri
orari, la risposta è stata: “Vuoi tornartene a casa? Basta che me lo
dici”.

Eppure la Werk & Ik, che conta fra i suoi clienti regolari alcune
grandi imprese come la Klm, è titolare di un certificato della
Stichting Normering Arbeid (Fondazione per la regolamentazione del
lavoro), un”istituzione che vigila sul rispetto degli stipendi minimi
legali. Nel maggio 2013 l”agenzia di lavoro interinale ha addirittura
ottenuto il rinnovo del suo certificato.

Fonte:  Trouw

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Tratto da: http://www.presseurop.eu/it/content/article/4296281-buoni-affari-con-gli-schiavi-cechi.

Traduzione di Andrea De Ritis

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