'FMI: ''morite prima, se serve anche di fame'''

'L''analisi del Fondo Monetario: Vita media ormai troppo lunga, la crescente longevità rende i sistemi pensionistici sempre più costosi. Ergo, regolatevi...'

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12 Aprile 2014 - 23.35


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di Stefano Porcari.


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La vita media è diventata troppo lunga, la
crescente longevità rende i sistemi pensionistici sempre più costosi e
questo produce un impatto negativo sui conti pubblici. L’analisi è
del Fondo Monetario Internazionale(Fmi), ed è contenuta nel Global
Financial Stability Report che verrà presentato integralmente la
prossima settimana a Washington.


In particolare colpisce “l”allarme longevità” del Fmi.
Non è la prima volta che torna su questo tasto e non è certo un bel
segnale. Secondo il Fmi l’impatto dell’allungamento delle aspettative di
vita sull” economia e i conti pubblici degli Stati è profondo e occorre
provi rimedio. “Se nel 2050 la vita media si allungasse di tre anni in
più rispetto alle attese attuali (in linea con la media del passato,
peraltro sottostimata) sarebbero necessarie risorse extra pari all’1-2%
annuo del Pil” scrive il rapporto del Fmi.


Per le economie avanzate, questo significa per il prossimi 40 anni un
costo totale aggiuntivo pari al 50% del PIL del 2010 (per le economie
emergenti, invece, la stima è pari al 25% del PIL 2010). Dunque, il
problema della longevità – che dovrebbe essere un indicatore positivo di
una società sviluppata – secondo il Fondo Monetario deve essere
maggiormente preso in considerazione dai Governi, che devono “adeguare” i
loro sistemi di Welfare alzando l”età pensionabile e abbassando la
consistenza delle pensioni pubbliche.

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I suggerimenti del Fmi ovviamente spingono nella direzione della
finanziarizzazione della previdenza e dei sistemi pensionistici, ma non
solo. Tra questi c”è aumento dell’età pensionabile, preferibilmente
collegandola con meccanismi automatici all’aumento delle aspettative di
vita.; l”aumento dei contributi pensionistici, o riduzione dei benefit;
lo stimolo a prodotti finanziari (fondi pensione, assicurazioni) che
tengano a loro volta conto dell’aumento delle aspettative di vita; un
buon bilanciamento del rischio determinato dall’aumento delle
aspettative di vita fra settore pubblico e privato, ma questo rischio,
sui mercati finanziari, va trasferito dai fondi pensione a soggetti che
sono più attrezzati per gestire, appunto, i rischi finanziari cioè gli
squali dei fondi di investimento.


Come si vede, il Fmi avanza un mix di soluzioni che parte dalla
necessità di riformare i sistemi di Welfare e arriva a quella di
promuovere il mercato finanziario che gira intorno ai trattamenti
pensionistici. Per ora. Ma in una fase di profonda instabilità
finanziaria – che quindi non dà garanzia di rendimenti e profitti
adeguati – magari qualcuno sta pensando a “ridurre le aspettative
generali di vita” e ridurre la jattura della longevità. Si dice che la
crisi e la guerra servano al sistema capitalista per ridurre le capacità
produttive in eccesso. Anche quando si presenta un “eccesso” di
capitale umano.


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Fonte: http://contropiano.org/economia/item/23352-il-fmi-dovete-morire-prima-anche-di-fame-se-necessario.

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