Una “centuria” di volontari per “Alternativa”

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31 Gennaio 2010 - 09.53


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di Giulietto Chiesa – dicembre 2009.

Cari amici che mi leggete, desidero condividere con voi le mie riflessioni di questa fase per me post- parlamentare e per tutti noi di disastro democratico, ambientale, sociale.

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Ricevo numerose sollecitazioni ad assumere una qualche iniziativa politica pubblica. Ma si tratta di ipotesi disparate, che richiedono un esame approfondito.

 

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Registro un considerevole aumento del numero degl”inviti a parlare, esporre le mie posizioni sui temi nazionali e internazionali. C”è una domanda spontanea, di cui comprendo le ragioni, ma alla quale, nelle attuali condizioni, non posso rispondere.

Sono ben consapevole che esiste una voragine da colmare: quella voragine di cui parlai in un lontano incontro fiorentino di due anni fa. E che, nel frattempo, si è allargata e approfondita drammaticamente.

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Sono altrettanto consapevole che il processo di ricostruzione di una Alternativa – prego tutti di porre attenzione a questo termine, che è per me un precisissimo punto di partenza – è lungo e tremendamente difficile. Ma soprattutto della grande limitatezza delle mie risorse.

La crisi di Pandora tv dimostra che, senza una adeguata struttura organizzativa, non si può fare molto. Il lavoro volontario è indispensabile, ma richiede una disciplina ferrea, altrimenti diventa casualità e approssimazione.

Rispondo quindi a tutti voi, che mi avete seguito fin qui, ma da lontano, con una proposta semplice e chiara, che cerca di rispondere ai problemi di cui sopra.

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Per fare, per avviare un progetto politico quale che sia – io lo chiamo costruzione dell”Alternativa –

ci vuole una squadra. La mia squadra, sempre che sia possibile costruirla, deve essere composta di volontari. Per la semplice e banale ragione che non dispongo di finanziatori, di sponsor occulti o palesi. Non ho avuto e non ho alcun finanziamento pubblico, né privato.

Diciamo che mi serve una “centuria” (uso questo termine militare cosacco senza alcuna intenzione bellica e con una certa dose di ironia), cioè un gruppo di persone disposte a lavorare per le idee che ho esposto in questi anni dalle piccole tribune da cui ho potuto parlare.

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Ho bisogno di 100 persone , uomini e donne, disposte a dedicare a un progetto comune sette (7) ore la settimana. Meglio se di più, ma non di meno.

Comincio da oggi a raccogliere le adesioni. Chi si impegna deve non solo promettere, ma dare, erogare effettivamente questo tempo. Darlo sulla fiducia. Perché non sarà possibile chiarire in anticipo, prima di partire, tutti i punti, definire tutto il programma d”azione, di lavori, di metodologia, d”insieme.

Dico “sulla fiducia” perché questa lettera è rivolta a coloro che già mi conoscono, che sanno chi sono, cosa penso sulle grandi questioni. Ma non intendo mettere insieme un gruppo di “fedeli” che seguono un capo. Voglio costruire un gruppo di persone che condividono un progetto e che, dunque, hanno contribuito a crearlo. Cioè intendo discutere, con chi ci starà, ogni passo. Ma c”è una fase iniziale in cui è indispensabile eseguire, oltre che discutere.

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A questa centuria si partecipa pubblicamente. Non è un”organizzazione segreta, implica impegni pubblici.

Chi ci sta, dovrà dire età, competenze professionali luogo di residenza. Devo sapere con chi ho a che fare. Parlerò individualmente con ciascuno. Ma occorrerà una serie di incontri nazionali per avviare fasi di chiarimento collettivo e per conoscerci reciprocamente.

Occorrerà una organizzazione sul territorio.

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Occorrerà costruire un discorso collettivo.

Pubblico questa lettera sul mio sito www.giuliettochiesa.it, perché questa iniziativa è squisitamente personale e non coinvolgerà le mie altre attività che, da essa, resteranno autonome. Il che non significa che chi partecipa all”Alternativa non possa essere contemporaneamente impegnato in Megachip, o in Cometa, o nel Gruppo Zero. Su questo sito, che sarà radicalmente rinnovato per ospitare tutta la grande mole di attività che sarà necessaria, comincerò a pubblicare le lettere che arriveranno, le mie risposte e i contatti orizzontali che si realizzeranno.

Già la gestione di questo tipo di relazione richiederà l”immediata immissione di alcuni di voi nel processo organizzativo, essendo evidente che, da solo, non potrò farlo.

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La definizione dei contorni di Alternativa è questione da affrontare insieme. Io qui indico le premesse, i postulati, da cui intendo partire e che sono per me dirimenti. Il resto sarà oggetto di discussione e di precisazione e, anche per questo, non posso proporlo qui nemmeno per grandi linee.

I punti fermi sono i seguenti:

1) Alternativa non è un movimento comunista e nemmeno di sinistra. Ciascuno ha la sua storia, anch”io. Nessuno è tenuto ad abiurare a nulla. Ma noi saremo aperti a tutti coloro che aderiranno ad alcuni principi elementari di partenza, ai postulati di base che sono gli stessi che misi nell”appello per Pandora tv. Poiché non vogliamo restare una setta, dobbiamo sapere che migliaia, milioni di persone non sanno nemmeno cosa sia la sinistra; non l”hanno mai incontrata, nella loro vita (e questo vale per la grandissima maggioranza dei giovani). Dobbiamo non dimenticare che il termine sinistra è screditato ogni giorno da coloro che se ne fregiano e che occhieggiano da tutti i media. Noi non siamo come loro. Noi siamo “sopra”. Ma solidarietà, giustizia sociale, sono i nostri obiettivi primari.

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2) Per cambiare la società bisogna essere diversi. Una delle ragioni del crollo del vecchio PC fu l”abbandono della diversità.

3) Noi vogliamo essere militanti, Ma la non violenza è alla base della nostra azione. Per ragioni di principio (perché consideriamo nostro dovere difendere la Costituzione) e pratiche (perché predicare la violenza, per chi si pone l”obiettivo di cambiare la società, significa subirla).

4) Noi diremo la verità. Quella che conosciamo. Sappiamo che è in corso la più vasta e drammatica crisi che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Sappiamo che per difendere la sopravvivenza del genere umano bisognerà combattere contro chi uccide la natura. La difesa dei territori, della sfera pubblica, del Bene Comune, in ogni forma possibile, sarà la nostra stella polare. Noi siamo contro la privatizzazione del bene pubblico. Noi siamo proprietari del Bene Comune che non vogliono essere depredati. Primo bene pubblico da riconquistare: l”informazione la comunicazione.

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5) Noi non saremo una setta separata. Tutti coloro che si battono per un mondo più giusto e umano, cioè che non sono “indifferenti” saranno nostri alleati. Noi sappiamo che la narrazione della società italiana (e mondiale) è nelle mani dei potenti che ci soffocano: dunque non crediamo a quella narrazione. Noi sappiamo che l”Italia è ancora viva, che milioni e milioni cercano una maniglia pulita cui aggrapparsi. Cercano una nuova rappresentanza democratica. C”è un sacco di gente che già ha costruito pezzi di un mosaico alternativo. Non li nomino, li conoscete. Sono nostri alleati, con loro lavoreremo sui luoghi di lavoro, sul territorio, nelle città, nella scuola e nelle università, sul web.

6) Noi non resteremo prigionieri della Rete e dei suoi miti. La useremo: il che è tutt”altra cosa.

Questa è la pista di lancio, appena abbozzata, ma che mi sembra chiara e sufficiente.

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Accetto naturalmente suggerimenti, proposte. La discussione comincia ora tra tutti coloro che vorranno partecipare. Quando avrò raggiunto quota 100 (e tutti coloro che vorranno potranno seguire sul mio sito l”andamento della raccolta adesioni) convocherò un incontro pubblico, nel quale metteremo insieme a fuoco su quali idee comuni potremo andare avanti.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno stimolato a questa iniziativa. Spero di poter essere utile. Sappiate che non potrà fare niente senza di voi. Quando cominciai Pandora tv scrissi che eravamo in assoluta emergenza informativa e democratica. Adesso siamo già oltre il livello di guardia. Ciascuno ha un percorso da compiere. Se non si mette in moto significa che è disposto ad accettare le conseguenze.

 

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