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Basti dire che, se l”operazione “funzionerà “, il debito della Grecia passerà nei prossimi tre anni, dall”attuale 115% del prodotto interno lordo al 150. Cioè si può già prevedere, matematicamente, che nel 2013 la situazione in Grecia sarà peggiore di quella di oggi, con un paese in recessione, disoccupazione crescente, consumi a terra.
Sempre che la ribellione popolare, nel frattempo, non sia sfociata nel sangue e non costringa un governo “socialista” a sparare sulla gente. E poi vedremo cosa succederà ad altri due governi “socialisti”, Spagna e Portogallo, che stanno anticipando le mosse per evitare di trovarsi nella stessa situazione della Grecia. Ma le anticipano obbedendo alle direttive della finanza internazionale, fatte proprie dall”Unione Europea. Il che significa che la loro situazione s”aggraverà comunque, e il servizio sul debito, imposto dagli speculatori, diventerà sempre più grave. Perché? Semplicemente perché non si può trovare una soluzione all”interno della logica che ha prodotto il disastro della finanza mondiale, ai cui inizi (inizi, non fine) stiamo assistendo. Diranno, i giornali e le tv, che è colpa dei greci, degli spagnoli, dei portoghesi, poi degli italiani, che vivono “al di sopra delle loro possibilità “. E i gonzi ci crederanno, aiutati in questo dagli economisti di regime (quasi tutti) che hanno magnificato la truffa, essendone ampiamente remunerati.
Naturalmente la storia vera è un”altra. E” la storia dell”Impero di questi ultimi 20 anni. Che ha imposto al mondo intero la sua globalizzazione. E cos”è stata, in sostanza, la globalizzazione americana? Un trucco, inventato dall”élite finanziaria americana (protetta e fortificata dal dollaro come moneta mondiale, imposto con la forza) per costringere il mondo intero a pagare il suo debito, estero e di bilancio. Detto in termini più brutali, ma anche più esatti, un popolo, quello americano (e quello delle élites dei paesi ricchi e dei paesi meno ricchi) è divenuto a tal punto consumatore compulsivo da essere ormai incapace di risparmiare. Il miliardo d”oro è diventato un debitore cronico inguaribile. In primo luogo le classi medie americane.
Tutto è stato fatto per tenerle (per tenerci) al guinzaglio con uno smodato livello di consumi, cioè con un parossistico indebitamento. Il risparmio interno americano è da tempo con segno negativo (consumi che superano i redditi). Chi paga? Pagherà il resto del mondo. Come? Attraverso la deregulation: la più gigantesca e spregiudicata manovra di raggiro violento mai tentata nella storia umana, se si eccettuano, forse, le costruzioni delle piramidi.
In cosa è consistita la manovra? Nel consegnare ai mercati (a Wall Steet, che è il mercato numero uno) gli strumenti per determinare, dall”esterno, le politiche economiche dei singoli paesi. E come si fa? Prendendo possesso dei titoli di debito di quei paesi, mettendoli in vendita e determinando i tassi d”interesse per il loro servizio. E” così che tutti gli Stati sono diventati debitori, chi più, chi meno. Non solo: debitori impossibilitati a pagare e costretti a indebitarsi ulteriormente presso gli stessi strozzini.
Per fare questo occorreva però un trucco preliminare: rendere le Banche Centrali del tutto indipendenti dai rispettivi governi e privatizzarle. In tal modo le Banche Centrali hanno lavorato per costringere i governi sotto le forche caudine dei mercati finanziari. Cioè un pugno di qualche centinaio di persone, mai elette da nessuno, ha stretto una miriade di lacci attorno al collo dei popoli.
Quando i mercati finanziari sono crollati per conto proprio, ecco questa gang mondiale correre in soccorso alle banche truffatrici per salvarle. Con cosa? Con prestiti pubblici, pagati dai cittadini, a tassi quasi nulli. Ma le banche truffatrici, così salvate, non hanno allargato il cappio con cui tenevano e tengono impiccati gli Stati ex sovrani. Che ora vanno in bancarotta uno dietro l”altro. E, per non andare in bancarotta, impongono misure restrittive drammatiche sui redditi della gente comune e sui servizi vitali per la popolazione. Cioè: per tenere in vita la speculazione selvaggia, che ha prodotto mondialmente, in questi ultimi decenni, un trasferimento netto di ricchezza dai poveri verso i ricchi attorno al 20% del Pil mondiale, si impoveriscono ancora gli strati più poveri della popolazione.
Il rigore viene imposto non agli speculatori, ma ai cittadini.
Si spezza un patto sociale creando le condizioni per una esplosione di conflitti, dal quale sperano, sempre loro, di uscirne con soluzioni autoritarie. Questo è il signoraggio elevato al cubo. C”è una sola soluzione (ma non la si sente proporre dai sindacati, dai partiti che dovrebbero essere di sinistra, dalle opposizioni). Nazionalizzare il debito degli Stati e sottrarlo ai mercati finanziari. Il Giappone l”ha fatto, l”Argentina anche: entrambi ne sono usciti benissimo. Rinazionalizzare le Banche Centrali è la seconda mossa indispensabile. Respingere la decisione europea di inasprire i controlli degli Stati da parte dei mercati finanziari.
E” la fine dell”Europa, dell”euro? Niente affatto. E” la fine della truffa. In ogni caso chi agita questi spauracchi dovrebbe sapere che questo meccanismo è già al collasso, e non lo salverà neppure la somma di sacrifici che si richiedono ai popoli incolpevoli e raggirati. Hanno ragione i greci che dicono: “non pagheremo”. Questa è la risposta che deve risuonare in ogni piazza d”Europa.
Tratto da: lavocedellevoci.it
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