Delucidazioni sulle tesi di Giulietto Chiesa

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10 Agosto 2012 - 09.04


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Lettera aperta al Presidente di Alternativa Giulietto Chiesa

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di RedazioneMegachip

Buongiorno, sono un cittadino che sta provvedendo a reperire la maggiore quantità possibile di informazioni per meglio orientare le sue convinzioni politiche alla luce della così da Voi definita, a mio avviso correttamente, “TRANSIZIONE D”EPOCA”. Al fine di cui sopra ho letto il Vostro programma politico 2012 e ho ascoltato diverse interviste del Vostro Presidente.

I contenuti letti mi convincono molto, così come mi convince molto l”idea di ricercare ampie alleanze, in primis guardando al movimento di Beppe Grillo (cosa che ritengo intelligente) e lasciando perdere i partiti attuali.

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Nel valutare le posizioni politiche di cui sopra rimango però un poco perplesso (è per questo motivo che scrivo la presente) rispetto al punto riguardante l”economia. Su questo tema riscontro infatti che non avete precisato in maniera esaustiva come gestire transitoriamente la situazione congiunturale economica.

Vorrei sostanzialmente capire meglio come si possa conciliare la Vostra volontà di non pagare (a mio avviso giustamente) il debito pubblico (sapendo che oggi tale è largamente in mano alle banche commerciali del pianeta) e allo stesso tempo gestire il conseguente default senza dovere uscire dall”Unione monetaria Europea.

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Dico questo in quanto il Vostro Presidente Chiesa  sostiene (da sue interviste), che non è pensabile tornare alla lira e che in prospettiva bisognerebbe rafforzare la zona euro con future alleanze in direzione Russia.
Pur condividendo teoricamente l”idea di Chiesa (in prospettiva), di riallocare i pesi politici mondiali con un possibile blocco Euro-Russo, non capisco come si possa trovare con questo tipo di Europa, letteralmente in mano alle Coorporation Americane, tale strada.

Tornando quindi alla questione del debito pubblico che i cittadini italiani NON DEVONO PAGARE, ritengo che sia difficilmente possibile uscire da questo golpe monetario (EURO) senza recuperare almeno transitoriamente la sovranità monetaria. Faccio riferimento al concetto di transitorietà in quanto sarei dell”idea di tornare alla lira (anche come esempio per altri paesi europei che potrebbero fare la stessa cosa) per poi riprovare con altre premesse (no al trattato di Lisbona ad esempio) a costruire una vera Europa politica Nuova capace di recuperare quei valori umani oggi dispersi.

Mi piacerebbe ricevere dei chiarimenti.

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Vi ringrazio anticipatamente per la Vstra attenzione e saluto cordialmente.

Massimo Parducci
Ortonovo (La Spezia)

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Caro Parducci,

grazie per avere letto così attentamente il nostro programma e avere precisato così bene le domande. E sono contento che lei apprezzi diverse cose della linea che stiamo costruendo. Appunto, “che stiamo costruendo”. Molte cose dobbiamo ancora chiarircele noi stessi e non ho nessuna reticenza ad ammetterlo visto che il caos delle intepretazioni di questa crisi è generale e nessuno sa con precisione cosa sta davvero succedendo.

Ma qualche cosa noi la vediamo bene, ed è per questo che non ci siamo avventurati con leggerezza sulla tesi dell””uscita dall”euro” e su quella, a mio avviso ancora peggiore, dell””uscita dall”Europa”. Ciò che vediamo bene, infatti, è che la crisi, inclusa quella dell”euro, viene da Washington, o per meglio dire viene da Wall Street-City of London. Quindi se questo è vero, come crediamo prima di pensare di uscire dall”euro dovremmo dire a gran voce che si deve uscire dal dollaro e dalla finanza internazionale dominata dal dollaro.

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Concentrare l”attenzione sull”euro è come guardare il dito invece della Luna. L”euro è sotto attacco direttamente dal duo di cui sopra. Perché lo facciano, cosa si propongano ci è chiaro: subordinare l”Europa ai disegni di un Impero che sta declinando e non vuole riconoscerlo.

Certo, lei chiede, ma cosa facciamo, qui, in Europa? Lei condivide la proposta di non pagare il debito. Perfetto, siamo d”accordo. Questo significa uscire dall”Euro? La mia risposta è: forse. Dipende dai rapporti di forza. Io ho ripetutamente detto che Italia, Grecia, Spagna, insomma i PIGS, più la Francia, dovrebbero coalizzarsi per imporre una svolta drastica. Senza di loro l”Europa non esiste, nemmeno quella della Merkel. E dovrebbero chiedere un ruolo diverso della Banca Centrale Europea. Quale ruolo? Cambiare il suo statuto. Aumentare il ruolo delle banche centrali nazionali (o costituire tanti poli pubblici delle finanze degli stati membri) in modo che gli Stati possano finanziarsi, secondo regole da definire, in proprio, senza essere costretti a ricorrere allo strozzinaggio dei cosiddetti mercati.

Lei dirà: ma questo significa negare Maastricht e Lisbona. E io rispondo: proprio così. E, come lei stesso, giustamente, propone, dare avvio a un nuovo processo di costruzione europea che sottragga l”Europa al potere della finanza internazionale e a quello dei suoi maggiordomi. Cioè io credo (e queste sono mie opinioni personali che Alternativa discuterà nella sua prossima Assemblea Nazionale a fine ottobre) che si debba guardare alla questione monetaria come ad una componente della crisi mondiale in corso. Non ci sono ricette semplici, tecniche, che possano risolvere la questione. C”è un intero programma di mutamenti radicali che deve essere formulato in termini politici, cioè con una strategia di alleanze.

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Lei dirà, giustamente, “ma con questa Europa come è possibile fare queste cose?” Io le rispondo: “ma con questa Europa e con questi dirigenti, come Monti, è possibile uscire dall”euro e uscirne più liberi e sovrani?” Come vede certi discorsi vanno messi, per quanto possibile, sul terreno delle possibilità e non su quello della logica astratta.

Lei mi attribuisce, per altro, una cosa che non ho mai detto, e cioè che “non è pensabile tornare alla lira”. Io penso invece che il ritorno alla lira è nei calcoli di alcuni dei criminali che hanno provocato scientemente questa crisi dell”euro e della finanza mondiale. Mi pongo, responsabilmente, due questioni (e spero che tutta Alternativa le faccia proprie, confermando le decisioni dell”Assemblea di Pordenone). La prima è che non sono in grado di misurare i danni che si riverseranno sulle classi lavoratrici italiane nel caso in cui qualcuno decidesse un”uscita secca, unilaterale dell”Italia dall”Euro. Per ora ho sentito ipotesi, molto divergenti in merito. E, quindi, prima di abbracciare una linea così piena di imprevisti, ci penserei due volte e anche tre. Soprattutto ho sentito molte sciocchezze.

Proclamare la necessità di un ritorno alla sovranità monetaria, senza valutare il quadro generale è appunto una sciocchezza. In primo luogo l”Italia non è mai stata sovrana in questo dopoguerra, neanche quando aveva ancora la lira. Un ritorno alla lira nelle condizioni attuali, appunto con questo dollaro e con questa Europa, ci darebbe quale sovranità? Chi sarà al governo dell”Italia che torna alla lira? Se saranno Bersani, Casini, Berlusconi, Monti, che dio ci protegga.

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Dunque torniamo alla questione dei rapporti di forza politici. Lei stesso, giustamente, individua la necessità di alleanze europee (da
soli, neanche lei lo sostiene) non si può uscire. Ma c”è una terza questione che quasi tutti ignorano. Se crollasse l”Europa e tutti i 27 stati tornassero alle monete nazionali, resterebbero sulla scena monetaria mondiale quattro  grandi giganti: dollaro, yuan, marco, yen (la sterlina la considero ormai una semplice appendice del dollaro). Quanto conterebbe l”Europa in questo contesto? Nulla: diventeremmo tutti insignificanti, tutti molto “sovrani”, ma fuori dal gioco che deciderà le sorti della finanza mondiale. Cioè io ritengo che senza Europa non si va da nessuna parte.

Infine la questione epocale, come lei pure la definisce. Non solo la questione finanziaria non è una questione di scelte tecniche, ma
politiche e di potere; essa è irrisolvibile in termini di rilancio della crescita. Questo è il difetto principale della cosiddetta Modern
Money Theory. Che, non per niente, viene dagli Stati Uniti d”America. La finanza è una parte della crisi globale, interconnessa con tutte le altre. Riproporre la crescita dell”Occidente in termini quantitativi è il più colossale degli errori, poiché la crescita ell”Occidente non ci sarà più, e la crescita planetaria sarà limitata per tutti, inclusa la Cina e l”India, nel corso della prima metà del secolo XXI.

Lei capisce che, di fronte a questi problemi, l”uscita dall”Euro mi appare come una pagliuzza rispetto alla trave che ci sta arrivando in
testa. In ogni caso non saremo noi a deciderla, ma saranno i “proprietari universali”, ai quali non vorrei fare da utile idiota, reggitore e sostenitore delle loro fortune. La cosa più probabile, oltre le possibili uscite tattiche, è un collasso generalizzato della finanza, paragonabile a quello del 1929, ma molto peggiore perchè non sarà seguito da alcuna crescita. Per questa ragione mi pongo la questione del “che fare”. Senza illudermi che potremo cambiare in fretta la nostra attuale debolezza (di oppositori) in forza politica per cambiare il governo del paese.

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In questo contesto mondiale occorre creare un vasto movimento popolare europeo, solidale, che imponga una sterzata degl”indirizzi europei. Senza questo movimento politico non ci sarà comunque alcuna sterzata. E noi possiamo stare a tavolino, costruendo schemini più o meno logici e più o meno accattivanti. Abbiamo di fronte una transizione inevitabile, nella quale milioni di
italiani, per ora in gran parte inconsapevoli, dovranno – come dicono a Napoli – “passà a nuttata”. La cosa più importante, io credo, è aiutarli a passarla con meno danni possibili.

Cordiali saluti

Giulietto Chiesa

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Gent.mo Dott. Chiesa,

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La ringrazio per il puntuale e esauriente riscontro.

Mi piace molto il concetto del “Costruire” (in divenire); costruire inteso come “volontà del fare” (con annesse fisiologiche incertezze), quel fare, per se e per gli altri (al fine di “passà a nuttata”con meno danni possibili) che contraddistingue le persone nobili.

Come Le scrivevo nella precedente, stò navigando in un mio personale “ristretto mare di idee politiche” nel quale ho inserito qualche faro di riferimento, tra i quali c”è certamente Lei e Alternativa Politica. Quindi continuerò a seguirLa e a seguire il percorso di Alternativa Politica.

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A  fine di cui sopra Le chiedo  la cortesia, se Le è possibile, di essere messo a conoscenza di eventuali Vostre inziative pubbliche che si dovesseo svolgere nelle regioni della Liguria e/o della Toscana (vivo proprio sul confine delle due regioni).

La ringrazio ancora e invio i migliori saluti.

Massimo Parducci 

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