' Giulietto Chiesa: "Mi fido dell''onestà di Grillo"'

'L''Alternativa c''è - Puntata numero 74. Appuntamento settimanale di approfondimento. Videoeditoriale di Giulietto Chiesa.'

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27 Febbraio 2013 - 20.36


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L”Alternativa c”è Puntata numero 74.
Appuntamento settimanale di approfondimento.
Videoeditoriale di Giulietto Chiesa.

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Scommetto sull’onestà di Beppe Grillo. Lo faccio perché scommetto sull’entusiasmo dei suoi sostenitori. Capisco che avranno, lui e loro, molti problemi difficili da risolvere, ed è ovvio quindi che faranno degli errori. Ma non credo che faranno dei crimini. È molto facile precipitare dagli altari nei quali si trovano, irti di spine, nella polvere, e quindi non credo che sarà così. Leggo sui giornali dei commenti di molti che si aspettano che molti di loro saranno comprati. Forse, qualcuno. Ma io penso che coloro che scrivono queste cose sui giornali e le dicono in televisione misurano la realtà con il loro metro da schiavi.

E per fortuna la realtà non è tutta composta di schiavi o di servi, come il voto ha dimostrato. E però certo si può star sicuri che per ognuno degli oltre centosessanta deputati e senatori dell’opposizione si stanno già compilando i dossier.

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I servizi segreti sono lì per quello, non penseremo mica che se ne staranno con le mani in mano. Si scava e si scaverà nelle loro vite, si cercheranno le loro magagne, per poi “spenderle” prima o dopo nella melma degli intrighi di Palazzo. La nostra fortuna è che saranno dei dossier poveri e “giovani” e quindi conteranno poco, perché questo non è un personale ricattabile.

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I problemi saranno più grandi e difficili. Si dovranno prendere decisioni di portata nazionale, europea, internazionale. E lo si dovrà fare stando sotto la mira di cecchini impietosi e feroci, i cosiddetti “Mercati”, cioè i grandi banchieri del Superclan mafioso-massonico europeo e mondiale. Non sarà facile anche per questo.

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E dunque io penso che senza una squadra Grillo non potrà reggere a lungo. Si pone il problema di una squadra che lo protegga, e che protegga questi centosessanta parlamentari. Perché un esercito che rimane a lungo senza ordini chiari e senza una guida non può che disperdersi. I vecchi marpioni del Palazzo già cominciano con le loro lusinghe, e tutti i giornali titolano “Bersani apre a Grillo”, “Bersani sfida Grillo”. O… “Bersani si inginocchia davanti a Grillo”, “Bersani chiede a Grillo”.

Fino all’altro ieri non se n’erano accorti, adesso capiscono che non possono evitare, e ci provano.

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E io so che non serviranno a catturare né Grillo né i suoi. Lo so, perché Grillo ha costruito una macchina che non lo consente. E coloro che gli fanno delle proposte più o meno sconce continuano a ragionare come se non ci fosse Grillo, ma Grillo c’è, e il Movimento Cinque Stelle c’è.

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Purtroppo non ci sono soltanto le lusinghe, che si possono respingere.

Ci sono invece questioni che non si possono aggirare: le grandi questioni sociali, come quella del lavoro; e c’è un paese in ginocchio che implora, che esige una tregua dopo questa rapina che ha subito con il consenso di tutti quelli che sono stati battuti, non per caso, in queste elezioni.

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Bisogna stare attenti, perché sarà facile per il Palazzo, in nome della ingovernabilità del Paese, rovesciare sul Movimento Cinque Stelle responsabilità che non sono sue.

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Dunque occorre prepararsi.

Per questo credo che Grillo e il M5S abbiano bisogno di un forte sostegno nel Paese, molto più ampio di quel 25 per cento straordinario che è stato raggiunto. Serve una forte e organizzata opposizione sociale che muova dalle aziende, dalle fabbriche, dalla scuola, dall’università, dalle categorie colpite, dalla società civile. Questa deve essere ancora costruita.

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Il 25 per cento è opera di Beppe Grillo. Il resto sarà opera di tutti noi, insieme al Movimento Cinque Stelle.

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È inutile dunque che io ripeta che la situazione è difficile e piena di trabocchetti, ma la spallata è stata forte e possente.

Il Partito Democratico esce clamorosamente sconfitto, e adesso implora.

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E la destra? Due parole sulla destra bisogna dirle: la destra festeggia non si sa perché, forse festeggia soltanto lo scampato pericolo della sua sparizione, ma le cifre lo dicono: dai 17 milioni di voti che aveva nel 2008, è scesa a 8 milioni. Meno della metà. Un tracollo: sono stati dimezzati. Questo ci dice una cosa importante: che la narrazione di questa Italia berlusconiana è inesistente. Non è più così. Hanno perduto 8 milioni e mezzo di voti. L’Italia è cambiata, e non solo perché Beppe Grillo ha vinto. È cambiata perché è cambiato l’intero panorama. Quindi la destra ha poco da festeggiare.

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Della sinistra, quella che già una volta ho definito “falcemartellata e girotondina”, è meglio non parlare: addio! Addio per sempre! La riscossa è venuta da un’altra parte. Ed è giusto che sia così, perché la Storia non fa sconti a nessuno. E buona fortuna a tutti.


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