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L’ultimo
round in ordine di tempo dello scontro all’interno dell’Amministrazione
americana si è concluso il 9 maggio con una dichiarazione della
Segreteria della Casa Bianca.
“Oggi il Presidente Donald Trump ha informato il direttore dell”FBI James Comey del fatto che egli è stato liquidato (terminated)
e rimosso dal suo ufficio. Il Presidente ha agito in base alle chiare
raccomandazioni sia del vice Ministro della Giustizia Rod Rosenstein che
del Ministro Jeff Sessions”.
e rimosso dal suo ufficio. Il Presidente ha agito in base alle chiare
raccomandazioni sia del vice Ministro della Giustizia Rod Rosenstein che
del Ministro Jeff Sessions”.
Come non bastasse, Trump si è tolto la
soddisfazione di sottolineare che “l”FBI è una delle istituzioni più
apprezzate e rispettate e oggi è una data che indica un nuovo inizio per
il nostro gioiello della corona delle forze dell”ordine”.
soddisfazione di sottolineare che “l”FBI è una delle istituzioni più
apprezzate e rispettate e oggi è una data che indica un nuovo inizio per
il nostro gioiello della corona delle forze dell”ordine”.
Cioè
ci saranno altri round. Questo lo ha vinto il Presidente in carica. A
quanto pare dopo un lungo braccio di ferro attorno alle mail di Hillary
Clinton che turbinarono nel cielo di Washington prima e durante la
campagna elettorale. Comey è scivolato — questa l”accusa sollevata
contro di lui da Rod Rosenstein — sulla buccia di banana di una
dichiarazione che egli fece il 5 luglio 2016, chiudendo il “caso” delle
e-mail di Hillary senza incriminarla, “usurpando le prerogative del
Ministero della Giustizia”. Insomma non toccava a lui. E tutti capirono
che il suo era un salvataggio in extremis della candidata democratica.
ci saranno altri round. Questo lo ha vinto il Presidente in carica. A
quanto pare dopo un lungo braccio di ferro attorno alle mail di Hillary
Clinton che turbinarono nel cielo di Washington prima e durante la
campagna elettorale. Comey è scivolato — questa l”accusa sollevata
contro di lui da Rod Rosenstein — sulla buccia di banana di una
dichiarazione che egli fece il 5 luglio 2016, chiudendo il “caso” delle
e-mail di Hillary senza incriminarla, “usurpando le prerogative del
Ministero della Giustizia”. Insomma non toccava a lui. E tutti capirono
che il suo era un salvataggio in extremis della candidata democratica.
Adesso è arrivata la “vendetta”, sotto la forma
del suo licenziamento in tronco. Ma tutto lascia pensare che gli
osservatori stiano vedendo, per il momento, soltanto la parte emergente
di un iceberg molto più grosso. Il presidente Trump deve ancora digerire
gli altri attacchi, ben più pesanti, che fu costretto a subire durante
la campagna elettorale, dall”azione congiunta e avvolgente della CIA,
dell”FBI e della NSA: quelli che lo misero sul banco degli accusati, lui
in persona e diversi membri della sua “squadra” in via di formazione,
come “collusi” con il governo della Russia.
del suo licenziamento in tronco. Ma tutto lascia pensare che gli
osservatori stiano vedendo, per il momento, soltanto la parte emergente
di un iceberg molto più grosso. Il presidente Trump deve ancora digerire
gli altri attacchi, ben più pesanti, che fu costretto a subire durante
la campagna elettorale, dall”azione congiunta e avvolgente della CIA,
dell”FBI e della NSA: quelli che lo misero sul banco degli accusati, lui
in persona e diversi membri della sua “squadra” in via di formazione,
come “collusi” con il governo della Russia.
Accuse
che ancora galleggiano nell”aria della capitale americana e che
potrebbero precipitare sulla Casa Bianca e i suoi attuali abitanti non
appena Trump offrisse il fianco scoperto con qualche mossa improvvida.
Sono molti quelli che ancora sognano di poter arrivare, prima o poi, ad
una procedura di impeachment. Del resto anche nel caso delle
e-mail di Hillary la Russia era stata elevata al ruolo di protagonista
da tutti i media mainstream americani insorti a difesa della ex
segretaria di Stato: sarebbero stati infatti i famosi “hacker russi” a
consegnare i files scottanti a Wikileaks di Assange per “favorire” la
vittoria di Donald Trump.
che ancora galleggiano nell”aria della capitale americana e che
potrebbero precipitare sulla Casa Bianca e i suoi attuali abitanti non
appena Trump offrisse il fianco scoperto con qualche mossa improvvida.
Sono molti quelli che ancora sognano di poter arrivare, prima o poi, ad
una procedura di impeachment. Del resto anche nel caso delle
e-mail di Hillary la Russia era stata elevata al ruolo di protagonista
da tutti i media mainstream americani insorti a difesa della ex
segretaria di Stato: sarebbero stati infatti i famosi “hacker russi” a
consegnare i files scottanti a Wikileaks di Assange per “favorire” la
vittoria di Donald Trump.
Nessuna
prova fu portata a sostegno di queste illazioni, nell”un caso e
nell”altro. Ma il grande rumore che fu sollevato contro gli “hacker
russi” servì a far dimenticare, al grande pubblico frastornato degli
elettori, che Hillary Clinton aveva commesso enormi leggerezze, se non
addirittura pesanti reati contro la sicurezza nazionale. La mossa
congiunta di Rosenstein e Sessions potrebbe dunque essere seguita da una
ulteriore iniziativa — magari non subito, ma dopo qualche settimana —
del Ministero della Giustizia che invitasse l”FBI a riprendere
l”indagine stroncata da James Comey.
Adesso che lui non c”è più a fare
da ostacolo, si tratterà di vedere se Trump riuscirà a mettere al suo
posto un nuovo capo dell”FBI a lui più omogeneo. Il che potrebbe voler
dire che Trump non aspetta di essere rimesso sulla graticola e si
accinge a promuovere lui una specie di impeachment contro la
nemica giurata. E, con lei, contro la schiera congiunta
obamiani-liberals-globalizzatori-democratici. Ma bisogna tenere conto
che, sul ring di Washington, i pugili che si confrontano sono più di
due. E non cӏ un arbitro.
da ostacolo, si tratterà di vedere se Trump riuscirà a mettere al suo
posto un nuovo capo dell”FBI a lui più omogeneo. Il che potrebbe voler
dire che Trump non aspetta di essere rimesso sulla graticola e si
accinge a promuovere lui una specie di impeachment contro la
nemica giurata. E, con lei, contro la schiera congiunta
obamiani-liberals-globalizzatori-democratici. Ma bisogna tenere conto
che, sul ring di Washington, i pugili che si confrontano sono più di
due. E non cӏ un arbitro.
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