Hillary Clinton a Pechino col cappello in mano

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22 Febbraio 2009 - 19.08


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di Gennaro Carotenuto – da gennarocarotenuto.it

Il nuovo segretario di Stato statunitense, Hillary Clinton è andata a Pechino col cappello in mano.
E” andata a chiedere in punta di piedi di non far crollare il castello del debito estero del più indebitato paese al mondo, il suo.

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La battagliera denuncia sulle violazioni dei diritti umani che fece quando andò in Cina al seguito del marito è oramai un ricordo.

Oggi sono i cinesi che con un battito d”ali di farfalla possono mettere definitivamente in ginocchio gli Stati Uniti dopo un trentennio di catastrofe neoliberale.

Non lo faranno, non conviene neanche a loro, ma se volessero potrebbero farlo.

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Così il paradosso è che la Clinton deve fare appello alla responsabilità del Partito Comunista Cinese che può o meno far crollare come un castello di carte la più grande economia capitalista al mondo.

Il delirio unipolare da Ronald Reagan a Barack Obama passando per George W Bush ha ridotto gli Stati Uniti (e l”Occidente) a non avere neanche più la forza economica per imporre la loro visione di mondo.

Anche se i giornali hanno pudore nello scriverlo il viaggio di Hillary testimonia il passaggio di testimone. I neoconservatori sognavano in punta di baionetta “un nuovo secolo americano”. Sono serviti.

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