Giornata della rabbia palestinese. Tel Aviv agli USA: avanti con le colonie

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17 Marzo 2010 - 08.52


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da Radio Città Aperta.

Violenti scontri si sono svolti ieri tra centinaia di giovani palestinesi e le forze dell”ordine israeliane in numerosi quartieri di Gerusalemme est: lo hanno riferito alcuni testimoni. Gli scontri principali sono avvenuti dapprima nel campo profughi di Shufat e all”entrata della località di Isawie, per poi estendersi ad altre zone della città.

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Il movimento islamico palestinese Hamas ha proclamato per il 16 marzo la “Giornata della rabbia” in risposta all”inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia.

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Scrive il quotidiano israeliano Haaretz che 3.000 poliziotti e soldati supplementari sono stati dispiegati a Gerusalemme e nei posti di frontiera con la Cisgiordania. Hamas ha proclamato la “giornata della rabbia” in risposta all”inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia. Il 15 marzo le proteste si erano limitate a lanci di pietre nei pressi del Monte degli Ulivi. Il giorno dopo, per il quinto giorno consecutivo, è stato vietato l”accesso ai fedeli musulmani al Monte del Tempio.
Migliaia di palestinesi sono scesi in piazza anche nelle citta” della Striscia di Gaza, per protestare contro la riapertura della sinagoga del 17esimo secolo a Gerusalemme.

””Con il nostro sangue, la nostra anima, noi ci sacrifichiamo per te, Gerusalemme””, ha gridato la folla, formata prevalentemente da studenti, tra le bandiere palestinesi. Le manifestazioni si sono svolte in varie citta” della Striscia di Gaza come Jabaliya, Beit Lahiya, Khan Yunis e Rafah. A Gaza City i manifestanti si sono riuniti di fronte al parlamento palestinese, bombardato da Israele durante la devastante offensiva avvenuta tra il dicembre del 2008 e il gennaio del 2009. Hamas ha proclamato una giornata dedicata ””alla rabbia”” a causa dell”escalation della pulizia etnica israeliana a Gerusalemme contro le famiglie palestinesi.
Il rifiuto di Israele a congelare il piano ha però innescato una vera e propria crisi diplomatica con gli USA, come non accadeva da anni, e la visita dell”inviato speciale statunitense Mitchell, per il momento solo rinviata a data da destinarsi, potrebbe essere del tutto cancellata. “Vogliamo assicurarci di avere gli impegni da entrambe le parti nel momento in cui Mitchell partirà per la regione, così da poter fare progressi”, si è limitato a dire oggi il portavoce del dipartimento di Stato, P.J. Crowley.

La richiesta avanzata dagli Stati Uniti a Israele di rinunciare al suo piano di sviluppo coloniale a Gerusalemme est è “irragionevole”: ha replicato oggi il ministro israeliano degli Affari esteri, Avigdor Lieberman. La richiesta della comunità occidentale “è irragionevole per quanto ci riguarda”, ha detto il capo della diplomazia d”Israele alla radio locale.Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est continuerà.

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adatt. da RadioCittàAperta (link).

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