Afghanistan come in un film

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19 Gennaio 2011 - 12.01


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La stampa iraniana riposta la notizia, ancora non confermata, di tre ragazzine afgane rapite e stuprate – una a morte – da soldati americani nella provincia di Farah, che ricade sotto il comando militare italiano.

di Enrico Piovesana – peacereporter.net.

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Secondo quanto riportato dalla stampa iraniana, soldati americani di stanza nella provincia afgana sud-occidentale di Farah – che ricade sotto il comando militare italiano di Herat – avrebbero rapito e stuprato tre ragazzine afgane, causando la morte di una di loro, figlia di un uomo politico locale.

I militari statunitensi, che viaggiavano a bordo di cinque furgoncini Toyota Hiace, avrebbero portato le vittime in una base, e lì le avrebbero sottoposte a violenze sessuali di gruppo. Una di loro sarebbe deceduta per la grave emorragia causata dalle ripetute violente penetrazioni; le altre due sarebbero state ricoverate presso una struttura medica militare.

Il comando militare Isaf, interpellato dall”emittente iraniana Press Tv, ha dichiarato di non avere informazioni al riguardo. E il fatto che questa notizia sia stata diffusa dalla stampa di Teheran, notoriamente anti-americana, suscita legittimi dubbi sulla sua attendibilità. Ma, fosse vero, non sarebbe purtroppo la prima volta che militari Usa si rendono colpevoli di simili crimini di guerra.

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Il 12 marzo 2006 in Iraq, un gruppo di soldati americani in pattuglia a Mahmudiyah, nei pressi di Baghdad, entrarono in un”abitazione privata, stuprarono ripetutamente Abeer Qassim Hamza al Janabi, una ragazzina di 14 anni, e poi la uccisero come un cane assieme alla sorellina di sei anni, alla madre e al padre. Per cancellare le tracce, diedero fuoco alla casa.

I cinque militari protagonisti di questa agghiacciante vicenda – raccontata dal regista Brian De Palma nel film ”Redacted” – tentarono di coprire la propria responsabilità incolpando gli insorti iracheni. E l”avrebbero fatta franca se un loro commilitone non avesse vuotato il sacco nel corso di una seduta di counseling psicologico.

La strage di Mahmudiyah – punta di un iceberg di dimensioni sconosciute – è considerata un classico esempio di ”stress da combattimento”. ””Non consideravo gli iracheni come essere umani””, ha dichiarato il capo-pattuglia Steven Green, condannato all”ergastolo.

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La guerra cancella per definizione ogni umanità e scatena i peggiori istinti umani: la vicenda di Farah, se confermata, sarebbe solo l”ennesima dimostrazione di questa realtà. Una realtà censurata, rimossa da quell”edulcorata e rassicurante immagine della guerra confezionata – ”redacted” – da politici e mass media.

 

Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/26391/Afghanistan+redacted.

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