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Sei anni fa ad Andijon, in Uzbekistan, Islam Karimov ha represso stile Gheddafi una rivolta contro il regime facendo massacrare, dicono le ong, qualche centinaio di persone (700-1000), il numero ora non è importante. Come è secondario che i morti a Tripoli, Cairo e Tunisi, siano di più o di meno. Non è infatti una questione di numeri. Quando il sangue scorre per le strade (è il momento di comprare.) le questioni da discutere sono altre.
A braccetto con Gheddafi (come con Mubarak) ultimamente ci andavano un po” tutti, non solo Berlusconi, da Sarkozy a Blair, in nome del business, mica della democrazia.
Ora gli Usa spingono per la transizione, bene, siamo salvi. Sia chiaro, di dittatori non ce n”è bisogno, ma o se ne fa una questione di principio che vale per tutti, oppure la credibilità va a farsi fottere. E chi parla di valori in realtà sottende quelli di casa propria.
Islam Abduganiyevich, come Muammar Abu Minyar, siede su riserve di gas e petrolio che fanno chiudere gli occhi a chiunque. Mentre Mubarak e compagnia venivano spazzati via, il buon Karimov è stato invitato a Bruxelles su iniziativa Nato a mangiare i pasticcini europei con Barroso. È accaduto lo scorso gennaio, senza che nessuno se ne sia accorto, ovviamente tutti impegnati a guardare a sud. E ovviamente un summit del genere non va pubblicizzato troppo.
A est, nelle ex repubbliche sovietiche, si rischia la stessa situazione africana. Oggi è business as usual. Cose già viste dappertutto. A Karimov, al pari di tutti gli altri, viene fatto il solletico ogni tanto con qualche sanzione, ma alla resa dei conti è meglio tenerselo stretto. Almeno fino a quando fa comodo.
Non è la discriminante dei morti ammazzati che fa pendere da una parte o dall”altra. Cinquecento, mille, duemila, che importa, basta che sia dalla nostra. Non si tratta di principi democratici. Suvvia, finché la filosofia è quella riassumibile nel concetto “He”s a bastard, but our bastard”, la questione dei valori é meglio lasciarla stare.
Fonte: http://esreport.wordpress.com/2011/02/23/hes-a-bastard-but-our-bastard/.
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