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Le trattative sarebbero state gestite direttamente dall”Ambasciata d”Israele a Roma con il coinvolgimento del Direttore Generale dei Ministero della Difesa israeliano, magg. gen. Udi Shani, e del Direttore Generale del Ministero della Difesa italiano, gen. di squadra aerea Claudio Debertolis.“Questo grande accordo con il Governo italiano – ha dichiarato il generale Shani – ci permetterà di sostituire i jet Skyhawk, in servizio per l”addestramento dell”IAF (Israel Air Force) da 40 anni. Questo, inoltre, aumenterà la possibilità di finanziare progetti di importanza strategica per la sicurezza di Israele. In aggiunta, l”accordo inietterà nuovo vigore nell”Industria di Difesa di Israele. Gli impegni italiani all”acquisto creeranno centinaia di nuove opportunità lavorative per l”industria della Difesa di Israele”.
Dopo l”acquisizione, le attività di addestramento e la manutenzione dei velivoli saranno affidate infatti alla società Tor, di proprietà dei due colossi Elbit Systems e Israel Aerospace Industries. I velivoli dovrebbero essere schierati nelle basi aeree israeliane di Hatzerim e Ovda.
Gli M-346 italiani non sono esclusivamente utilizzabili come addestratori, dato che le loro caratteristiche tecniche gli consentono, fra l”altro, di trasportare un carico bellico di due missili AIM-9L Sidewinder e l”installazione di un cannone da 30 mm, che li rendono quindi perfettamente configurabili quali cacciabombardieri leggeri in impieghi di attacco al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave.
Secondo la stampa israeliana, in cambio degli M-346 Master, l”Italia si sarebbe impegnata ad acquistare in particolare due aerei AWACS del tipo Gulfstream 550 CAEW (Conformal Aerial Early Warning) con relativi centri di comando e controllo elettronico dello spazio aereo. Prodotti da Elta e Israel Aerospace Industries, i velivoli sono già operativi con le forze armate d”Israele e Singapore; una variante dell”aereo radar è stato pure fornito a Cile ed India.
La notizia è assai rilevante in questo momento perché dimostra il “nuovo livello” raggiunto delle relazioni fra Italia ed Israele sul piano della collaborazione militare, dopo che già dal alcuni anni gli aerei con la stella di David vengono sempre più frequentemente ad addestrarsi a missioni offensive nei cieli italiani.
Data la crescente tensione in Medio Oriente, in vista di un attacco all”Iran dato ormai per scontato da tutti gli osservatori, è solo il caso di chiedersi se questa fornitura bellica non assuma anche un esplicito e preoccupante valore politico.
Fonte: http://www.clarissa.it/esteri_int.php?id=1554
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