Gli islamisti costringono 50mila cristiani ad abbandonare la città siriana di Homs

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Redazione Modifica articolo

4 Maggio 2012 - 22.31


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Una testimonianza proveniente da una minoranza siriana, quella della Chiesa Ortodossa Siriaca, descrive – sconfinando persino su toni anti-islamici – un lato della vicenda siriana poco noto e molto stravolto sui grandi media occidentali.

da theorthodoxchurch.info.

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Damasco. La Chiesa Ortodossa Siriaca, che rappresenta più della metà dei cristiani siriani, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che i rivoluzionari hanno espulso circa 50mila cristiani dalla città di Homs, la città maggiormente colpita dagli scontri. Secondo le stime, questa cifra rappresenta circa il 90% della comunità cristiana locale. Secondo le organizzazioni caritative che operano nella zona, centinaia di altri cristiani – compresi donne e bambini – sono stati uccisi.

 

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La Chiesa Ortodossa parla di questa persecuzione in termini di “pulizia etnica” da parte di militanti islamici legati ad Al- Qa”ida. Secondo la dichiarazione, sulla cosiddetta “Brigata Faruq” cade gran parte della responsabilità: i loro estremisti islamici vanno di porta in porta e costringono i cristiani a lasciare le loro case senza nemmeno avere l”opportunità di raccogliere i loro averi. Le loro proprietà sono saccheggiate dai ribelli e definite «bottino di guerra dai cristiani».

Secondo le fonti, ai cristiani di Homs viene imposta una scelta binaria: abbandonare le loro case oppure essere fucilati seduta stante. Di norma, le fotografie dei cadaveri di chi non accetta l”intimidazione sono inviate ad Al Jazeera (emittente favorevole ad un cambio di regime in Siria, controllata dalla dittatura che domina il Qatar), allegate a un messaggio che attribuisce le uccisioni alle forze fedeli ad Assad.

La dichiarazione è stata anche ampiamente diffusa da Mr. Robert, che scrive «Frate John, in allegato una copia di un messaggio che ho ricevuto oggi. Riguarda l”epurazione dei cristiani ortodossi siriani a Homs, da parte di musulmani sunniti. La vulnerabilità dei cristiani alle epurazioni dei musulmani in Medio Oriente, e altrove, non è una novità. Negli anni trenta, quand”ero bambino, mi è stato ripetutamente detto dai siriani di Tupper Lake, nello stato di New York, che la ragione della loro fuga dalla Siria era “le massacre”. Decenni più tardi ho imparato che “le massacre” a cui si riferivano erano le epurazioni di cristiani in Siria avvenute nel 1840 e 1850.

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In passato, gli Ottomani ignoravano le proteste degli Stati Europei in merito a questi temi. Quando la Francia occupò la Siria e vi stabilì un protettorato, difese le minoranze cristiane e non solo quelle. Quando i francesi lasciarono la Siria, il governo finì nelle mani di un ufficiale dell”Aeronautica Militare, Hafez al-Assad, sostenuto dalla minoranza alauita, padrona dell”esercito nazionale. Formarono una coalizione di minoranze (i baathisti), che ha protetto le minoranze dalla maggioranza sunnita. Oggi, i sunniti cercano di restaurare il vecchio status quo, che gli permetteva di schiacciare le minoranze senza alcun problema. Se Bashar al-Assad fosse sconfitto dai ribelli sunniti, le minoranze sarebbero duramente oppresse, come accadeva in passato. L”Islam non è mai uscito dalla mentalità beduina e tribale imposta dalla Hijaz del settimo secolo. Il passato è presente ed è futuro. Se Bashar al-Assad fosse deposto, chi proteggerà le minoranze dall”ira dei loro nemici? L”ONU, la NATO, Obama? Non contateci.»

 

 

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Fonte: http://theorthodoxchurch.info/blog/news/2012/04/islamists-force-50000-christians-to-flee-from-syrian-city-of-homs/,

16 aprile 2012.

 

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Traduzione per Megachip a cura di Massimo Spiga.



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