Siria: la strage e lo spionaggio in panne

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7 Giugno 2012 - 21.31


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Il caso del massacro di Houla spiega il ritardo dell”intelligence occidentale in Siria

di Thierry MeyssanRete Voltaire

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Siccome gli occidentali non hanno mai torto, è poco probabile che riconosceranno di essersi sbagliati a proposito del massacro di Houla. Ma la cosa importante non è sapere se rettificheranno o meno la falsa immagine che la loro propaganda costruisce sulla Siria. La cosa che conta è il mutato equilibrio di forze tra la NATO e la OSC (Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, Ndt). Ora, il caso di Houla dimostra che gli occidentali non sono in grado di sapere ciò che accade sul campo, mentre all”intelligence militare russa non sfugge nulla del terreno.

108 corpi sono stati esposti da parte dell”esercito “siriano” libero [1] in una moschea di Hula. Secondo i ribelli, si trattava dei resti di civili uccisi il 25 maggio 2012 da miliziani filo-governativi, noti con il termine “Shabbihas”.

 

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Il governo siriano è apparso completamente destabilizzato dalla notizia. Ha immediatamente condannato l”eccidio, da esso attribuito al opposizione armata.

Mentre l”agenzia di stampa nazionale, SANA, non ha potuto fornire dettagli con certezza, l”agenzia di stampa cattolica siriana, «Vox clamantis», ha pubblicato senza indugio una testimonianza su alcuni degli eventi accusando formalmente l”opposizione [2]. Cinque giorni dopo, il canale russo di informazione Rossiya 24 (la ex Vesti) ha trasmesso un servizio molto dettagliato di 45 minuti che rimane ad oggi l”indagine pubblica più dettagliata [3]

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Gli Stati occidentali e quelli del Golfo, che operano per un “cambio di regime” in Siria e hanno già riconosciuto l”opposizione come interlocutore privilegiato, hanno adottato la versione dei fatti forniti dall”ESL senza attendere la relazione della Missione di osservazione delle Nazioni Unite (UNSMIS). A titolo di sanzione, la maggior parte di loro ha messo in atto una misura preparata in caso di necessità: l”espulsione degli ambasciatori siriani dai loro rispettivi paesi. Questa misura politica non basta a interrompere le relazioni diplomatiche, poiché il resto del personale diplomatico siriano rimane accreditato in loco.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una dichiarazione presidenziale di condanna per il massacro senza nominare i colpevoli. Ha inoltre richiamato il governo siriano alle sue responsabilità, ossia proteggere il suo popolo con mezzi proporzionati, vale a dire senza ricorrere alle armi pesanti [4].

Invece, l”Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, ha fatto rapporto sui capi d”accusa a carico delle autorità siriane e ha chiesto che il dossier venga trasmesso alla Corte penale internazionale.

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Il presidente francese François Hollande e il suo ministro degli esteri Laurent Fabius hanno espresso la loro intenzione di convincere la Russia e la Cina a non interferire con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che autorizzi l”uso della forza. Intanto la stampa francese accusa la Russia e la Cina di proteggere un regime criminale.

In risposta a queste chiamate in causa, il viceministro degli Esteri russo Andrei Denisov, si è rammaricato del fatto che la posizione francese sia una “semplice reazione emotiva”, sprovvista di analisi. Ha sottolineato che la posizione coerente del suo paese, in questo caso come in altri, non consisteva nel sostenere un governo, ma un popolo (restando intesi che il popolo siriano ha tributato un consenso plebiscitario al presidente al-Assad in occasione dell”ultimo referendum costituzionale).

Su richiesta del governo di Damasco, la Missione di osservazione delle Nazioni Unite è andata sul posto. È stata accolta dall”opposizione che controlla questa zona ed è stata in grado di stabilire diverse osservazioni destinate all”elaborazione della sua relazione intermedia.

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In una conferenza stampa rivolta all”interno, il presidente della Commissione d”inchiesta siriana sul massacro ha letto un breve comunicato che rivela i risultati preliminari dell”indagine in corso. A suo avviso il massacro è stato perpetrato dall”opposizione nel contesto di un”operazione militare della ESL nella zona.

Consapevoli del fatto che la relazione della Missione degli osservatori Onu potrebbe ritorcersi contro di loro, gli Occidentali hanno fatto istituire una Commissione d”inchiesta supplementare da parte del Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra da essi controllato. Esso potrebbe rapidamente rilasciare un rapporto volto a imporre una sua versione prima che la Missione degli osservatori non rilasci le sue conclusioni.

 

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Come sapere cosa è successo a Hula?

Immediatamente e senza indagini le agenzie di stampa e i governi occidentali hanno attribuito al governo siriano la responsabilità dell”eccidio.

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Due gli ostacoli principali che impediscono il lavoro degli investigatori: il governo siriano ha perso il controllo di Houla da diverse settimane. I magistrati siriani non possono recarvisi, e se dei giornalisti vi giungono, non può avvenire che con il consenso e sotto la stretta supervisione dell”ESL. C”è una sola eccezione: un team di Rossiya 24, il canale russo di informazione continua, è riuscito a circolare nell”area senza scorta e a realizzarvi un reportage straordinariamente dettagliato.

La Commissione ufficiale siriana afferma di aver raccolto numerose testimonianze, ma dichiara che non le presenterà alla stampa prima che la relazione finale sia definitivamente stabilita. Finora, l”identità di questi testimoni è protetta dal segreto istruttorio. Tuttavia, la televisione di stato ha trasmesso diverse testimonianze, il 1° giugno.

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Gli inquirenti dispongono anche di video forniti esclusivamente dall”ESL.

Infine, poiché l”ESL ha radunato i resti mortali in una moschea e ha iniziato le sepolture appena il giorno dopo, non è stato possibile per gli osservatori delle Nazioni Unite procedere agli esami medico-legali su un certo numero di salme.

 

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Le conclusioni della Rete Voltaire

 

Le vittime del massacro di Houla.

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Houla non è una città, ma un”area amministrativa che ricomprende tre località di circa 25mila abitanti ciascuna, ora in gran parte abbandonate. Il borgo sunnita di Tal Daw era sotto il controllo dei ribelli da diverse settimane. L”Esercito “siriano” libero vi aveva imposto la sua legge. L”Esercito nazionale si occupava della sicurezza delle vie di trasporto tenendo diverse postazioni lungo le strade della zona, ma non si avventurava più lontano di queste strade.

Gli individui hanno rapito dei bambini e hanno cercato invano di estorcere un riscatto [5]. In definitiva, questi bambini sono stati uccisi pochi giorni prima della strage di Houla, ma i loro corpi sono stati portati dall”Esercito “siriano” libero per essere esposti con gli altri.

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Il 24 maggio sera, l”Esercito “siriano” libero ha lanciato una vasta operazione che intendeva rafforzare il suo controllo su tutta l”area e fare di Tal Daw la sua nuova base. Per far ciò, da 600 a 800 combattenti – provenienti da distretti più o meno lontani – si sono riuniti a Rastan e Saan, e sono poi andati ad attaccare simultaneamente le postazioni militari. Nel frattempo, una squadra fortificava Tal Daw con l”installazione di cinque batterie di missili anti-carro ed epurava la popolazione eliminando alcuni degli abitanti.

Le prime vittime a Tel Daw sono state una dozzina di persone apparentate con Abd Al-Muty Mashlab, un deputato neoeletto del partito Ba”ath, divenuto segretario dell”Assemblea Nazionale, e poi la famiglia di un alto ufficiale, Mouawyya al-Sayyed. Gli obiettivi successivi sono state famiglie di origine sunnita che si erano convertite allo sciismo. Le vittime includono la famiglia di due giornalisti di «Top News» e «New Orient News», agenzie di stampa che fanno parte della Rete Voltaire. Diverse persone, compresi dei bambini, sono state violentate prima di essere uccise.

Riuscendo a far cadere solo una delle posizioni dell”Esercito nazionale, gli aggressori hanno cambiato la loro strategia. Hanno trasformato la loro sconfitta militare in un”operazione di comunicazione. Hanno attaccato l”ospedale Al-Watani, che hanno incendiato. Hanno portato dei corpi presi all”obitorio dell”ospedale e quelli di varie vittime alla moschea, dove li hanno filmati.

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La teoria di un massacro unico commesso da miliziani filo-governativi non resiste ai fatti. Ci sono stati scontri tra lealisti e ribelli, così come numerosi massacri di civili filo-governativi da parte dei ribelli. Poi, una messa in scena è stata organizzata dall”Esercito “siriano” libero con il mescolamento di corpi di diversa origine, corrispondenti a decessi accaduti nel corso di parecchi giorni.

Per il resto, l”esistenza degli “Shabbihas” è un mito. Ci sono certamente individui filo-governativi che si sono armati e possono commettere atti di vendetta, ma non c”è nessuna struttura, nessun gruppo organizzato che può essere descritto come milizia filo-governativa.

 

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Implicazioni politiche e diplomatiche


L”ambasciatrice della Siria Lamia Chakkour.

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L”espulsione degli ambasciatori siriani da parte degli stati occidentali è una misura già preparata con largo anticipo per essere coordinata. Gli Occidentali aspettavano un massacro di questo tipo per metterla in atto. Hanno ignorato i tanti massacri precedenti, perché sapevano che erano stati commessi dall”Esercito “siriano” libero, e si sono impadroniti di questo, credendo che fosse stato perpetrato da miliziani filo-governativi.

L”idea di un”espulsione coordinata non è stata concepita a Parigi, ma a Washington. Parigi aveva accettato in linea di principio, senza considerare le implicazioni giuridiche. In pratica Lamia Chakkour è anche l”ambasciatrice siriana presso l”Unesco, e pertanto non può essere espulsa dal territorio francese in virtù dell”Accordo di sede. E anche se non fosse stata più accreditata presso l”Unesco, non sarebbe potuta essere espulsa perché ha la doppia cittadinanza franco-siriana.

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Le espulsioni sono state coordinate da Washington per creare l”illusione di un movimento generale, al fine di fare pressione sulla Russia. Infatti, gli Stati Uniti cercano di testare il nuovo rapporto di forza internazionale, di valutare le reazioni russe, e sapere fin dove possono spingersi.

Tuttavia la scelta del massacro di Houla è un errore tattico. Washington si occupata di questa questione, senza verificare i dettagli e pensando che nessuno potesse controllare. Si dimentica che in alcuni mesi Mosca ha investito nel paese. Più di 100mila russi vivono ormai in Siria. Non si sono di certo limitati semplicemente a dispiegare un sistema high-tech di protezione anti-aerea per scoraggiare la NATO dal bombardare la Siria: hanno anche stabilito delle unità di intelligence che includono dei militari in grado di dislocarsi nelle zone ribelli. In questo caso, Mosca è giunta a far luce sui fatti nel giro di pochi giorni. I suoi specialisti sono riusciti a identificare 13 membri dell”ESL colpevoli di questo eccidio, e hanno trasmesso i loro nomi alle autorità siriane. In queste condizioni, non solo Mosca non si è fatta impressionare, ma ha perfino indurito la sua posizione.

Per Putin, il fatto che gli Occidentali abbiano voluto fare del massacro di Houla il loro simbolo indica che non controllano più la realtà sul terreno. Dopo aver ritirato gli ufficiali che sovrintendevano sul campo all”Esercito “siriano” libero, gli Occidentali non dispongono più che delle informazioni raccolte con i loro droni e i loro satelliti per osservare ciò che accade. Diventano vulnerabili alle menzogne e alle millanterie dei mercenari che hanno inviato sul posto.

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Visto da Mosca, questo massacro è solo una tragedia fra le tante che i siriani hanno vissuto da un anno in qua. Ma la sua precoce strumentalizzazione da parte degli occidentali dimostra che essi non hanno ancora sviluppato una nuova strategia collettiva dopo la caduta dell”Emirato Islamico di Baba Amr. In definitiva, avanzano a naso e hanno perso perciò quella capacità di anticipazione che consente al giocatore di scacchi di prevalere.

 

NOTE

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[1] La Rete Voltaire ha scelto di trascrivere ESL inserendo “siriano” tra virgolette per sottolineare che questa milizia è in gran parte composta da stranieri, e che il suo comando non è siriano.

[2] «Divisioni irreversibili in Siria?», “Vox clamantis”, 26 maggio 2012.

[3] Global Research ha tradotto in inglese la trascrizione di alcuni brani estratti da questa trasmissione. Si veda: : “Opposition Terrorists Killed Families Loyal to the Government“, Voltaire Network, 1 giugno 2012.

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[4] «Syrie: que dit le Conseil de sécurité?», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 28 maggio 2012.

[5] Questo è attualmente il principale problema di sicurezza nel paese. Molti delinquenti che erano stati reclutati per ingrossare i ranghi dell”Esercito “siriano” libero sono stati smobilitati per cessazione della continuità dei finanziamenti. Rimasti in possesso di armi fornite dall”Occidente, si ingaggiano in attività di criminalità organizzata, soprattutto rapimenti per estorcere riscatti.

 

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Fonte: http://www.voltairenet.org/L-affaire-de-Houla-illustre-le.

Traduzione per Megachip a cura di Ariel Pisanu.

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