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Gli scontri tra fazioni in guerra si stanno infiammando nella Libia occidentale. Tribù che una volta sostenevano insieme la rivolta nel paese stanno ora combattendo tra loro e contro le tribù rivali filo-Gheddafi – tutto sullo sfondo di armi disponibili gratuitamente. L”addetto stampa del governo libico Nasser al-Manaa ha riferito che gli scontri tra tre tribù dei villaggi Az Zintan, Mizda e Al-Shegaiga hanno provocato almeno 105 morti e oltre 500 feriti appena la scorsa settimana. È stato riferito che il conflitto si sarebbe acceso per via di una striscia di terra rioccupata da una delle tribù. Al-Manaa ha rivelato che la violenza è stata fermata solo dopo che una presenza militare del governo è stata stabilita nella regione. Il numero di morti e feriti in Libia è paragonabile al conteggio dei caduti che si fa per la Siria e a seguire la retorica dell”Onu, la violenza in corso in Libia assomiglia sorprendentemente a una guerra civile (tribale).
Il tribalismo è una sfida datata per la Libia, e da sempre la minaccia in termini di stabilità e sicurezza. Il leader di un tempo, il colonnello Muammar Gheddafi, era riuscito a frenare molti conflitti tribali nel corso dei 42 anni del suo governo, spesso usando la forza. Quando esplose una ribellione armata tribale, nel 2009, Gheddafi ha dovuto usare l”aeronautica per portare i ribelli sotto controllo.
Sostenuta dall”estero, una rivolta contro Muammar Gheddafi iniziò nel febbraio 2011. Gravi scontri tra ribelli e sostenitori di Gheddafi sono durati fino al 20 ottobre, quando il colonnello Gheddafi fu linciato da una schiera inferocita nei pressi della città di Sirte dopo che i ribelli avevano preso il controllo della capitale Tripoli.
Scomparso Gheddafi, il Consiglio nazionale di transizione che è giunto al potere si trova ad affrontare gli stessi pericoli del precedente regime. Il CNT ha a che fare con tribù irrequiete che approfittano della posizione instabile del governo centrale per conquistare i territori dei gruppi vicini più deboli.
Quando la situazione si fece difficile, il colonnello distribuì ben un milione di fucili d”assalto Kalashnikov tra coloro che esprimevano almeno un minimo di adesione nei confronti del regime. E questo numero è solo una frazione di quanto è stato in seguito sottratto dagli arsenali militari devastati.
La Libia sembra essere così tanto sommersa di armi, in questo momento, che perfino i nipoti dei combattenti di oggi avranno abbastanza mitragliatori con il caricatore a forma di banana da usare per regolare i conti negli anni a venire.
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Fonte: http://www.rt.com/news/libya-tribal-clashes-war-350/
Traduzione per Megachip a cura di Daniela Rombia
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