Tra la sceneggiatura del golpe in Ucraina e la sceneggiata di Vladimir Luxuria a Soci, assistiamo al marketing del nuovo imperialismo. Bugie, martellamenti e amnesie.
1. Quando nel mio post di un mese fa ho scritto che prevedevo che l’Ucraina stesse per diventare la Siria europea, la profezia era purtroppo molto facile.
No. Il risultato è lo stesso ovunque Cia, Nato e suoi uffici specializzati in “rivoluzioni colorateâ€, con contorno di Ong e di media e intellettuali progressisti (che sono diventati i nemici giurati di ogni ipotesi di emancipazione umana, comunque la si declini, vuoi con Marx, vuoi con Gesù o vuoi soltanto per puro amore di noi stessi, dei nostri figli e dell’Umanità e della Natura).
Ragazzi! Che superbo ma-anchismo. Nemmeno Veltroni.
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2. Insomma, amica veritas, sed magis amicum imperium.
La nostra infermiera ucraina ci ha messo un solo giorno a resuscitare, ma in quel breve lasso di tempo si sono riscatenate le lacrime dirittumaniste ma di fatto imperiali di tutti, di tutta la destra come di tutta la sinistra.
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Dato che il copione era noto, le lacrime erano state preparate da tempo, pronte per essere distribuite ai buonisti moderati e a quelli estremisti. Preparate assieme ai titoloni.
“Kiev brucia, guerra civile!†titolava Venerdì scorso La Repubblica. E faceva fatica a nascondere la soddisfazione. Da quanto tempo infatti i suoi stakeholders Nato e Cia stavano preparando questo risultato!
Pensate che non sia così? Ma dai! Abbiamo visto il bacio in bocca tra John Kerry e Oleh Tiahnybok, Führer dei nazisti che hanno tenuto in ostaggio le piazze ucraine. E non finisce lì. Da quelle piazze è trapelata da tempo la notizia del soldo dei “manifestanti democraticiâ€: 100 grivnia (8 euro) per le persone normali, 300 grivnia (25 euro) per gli studenti. Ed è stato anche spifferato che il più munifico “datore di lavoro†nelle piazze insanguinate di Kiev è il Konrad Adenauer Stiftung, legato alla CDU della Merkel (l’Unica in Europa che ci guadagnerebbe qualcosa).
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Tanto è vero che l’Assistant Secretary of State, Victoria Nuland (quella del famoso «In culo l’Unione Europea»), si è sentita sollevata e ha deciso di fare outing dichiarando lo scorso dicembre al National Press Club che gli Usa avevano «investito» 5 milioni di dollari per organizzare un “network†finalizzato a «raggiungere gli obiettivi statunitensi in Ucraina».
A parte il fatto che se questa signora, che la sinistra statunitense (ma non la nostra!) definisce “a rabid warmongerâ€, cioè una guerrafondaia affetta da rabbia, ammette cinque milioni, allora evidentemente devono essere stati almeno cinquanta, a parte ciò chiediamoci da cosa è fatto il suddetto “networkâ€? Ma lo sappiamo benissimo: dalla rete di partiti e partitini neonazisti di cui è affetta l’Ucraina.
Eccoli qua sotto, i nostri vecchi amici, nelle loro migliori estrinsecazioni democratiche di piazza (ricorda qualcosa?).
Ed eccoli eseguire gli ordini finali:
Sapete, no, a cosa servono i fucili di precisione (che la polizia ucraina non ha in dotazione nelle piazze)? Servono a fare cecchinaggio, quello stesso cecchinaggio sulla folla che poi metodicamente verrà incolpato al governo in carica.
Audrius Butkiavicius era a capo della sicurezza della capitale lituana quando il 13 gennaio 1991 qualcuno sparò sulle migliaia di manifestanti che si erano radunati attorno alla torre della televisione di Vilnius, uccidendo 14 persone.
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In seguito questo losco figuro è diventato ministro della difesa (integrata nella Nato). Nel 2000 rilasciò un’intervista alla giornalista Natalia Lopatinskaja del giornale lituano in lingua russa Obzor:
Domanda: Fu lei a pianificare i morti di quel gennaio?
Risposta: Sì… io non posso certo giustificarmi di fronte ai parenti delle vittime, ma davanti alla storia posso farlo. Voglio aggiungere: quelle vittime inflissero un colpo decisivo alle due principali colonne del potere sovietico, l”esercito e il KGB. Lo dico apertamente, sì io ho organizzato tutto ciò. Avevo lavorato per lungo tempo nell”Istituto Einstein, con il professor Gene Sharp, che si occupava di quella che allora si chiamava difesa civile. Cioè di guerra psicologica. Sì, io pianificai come mettere l’esercito sovietico in una posizione psicologica tale che ogni ufficiale avrebbe dovuto vergognarsi di farne parte.
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Quelle erano le “Primavere baltiche†a cui il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, non a caso paragonò in seguito le “Primavere arabeâ€: «Quando guardo all’Europa centrale e orientale, sono estremamente ottimista riguardo il futuro che possiamo raggiungere in Nord Africa».
Purtroppo alla sinistra non basta nemmeno farle i disegnini. Tutta presa dai suoi piagnucolosi miti e dalle sue nostalgie per il bel tempo andato, quando c’erano i buoni e i cattivi, gli indiani e i cow-boy, finisce per scodinzolare di fronte anche alle più sputtanate azioni imperiali. Basta, per l’appunto, che gli si dica “i buoni stanno lì e i cattivi là â€. Poi il suo bisogno irrazionale di credere in qualcosa fa il resto (e a volte ha persino la spudoratezza di definirsi marxista).
Sceneggiata. La mercificazione imperiale del corpo
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1. Ho avuto già modo di dire che la mercificazione del corpo a scopi di conquista imperiale, l’esibizione ad esempio dei corpi nudi delle donne come strumento di marketing della superiore civiltà occidental-imperialista, per me è una delle più laide forme di pornografia.
Le Femen sono parte di queste agenzie di marketing, così come le Pussy Riot in Russia.
All’allegra brigata non poteva non aggiungersi Vladimir Luxuria.
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Le ultime notizie note sull’attività politica di questa signora è che strizzava l’occhiolino al Cavaliere dopo un temporaneo passaggio al servizio del saltimbanco mediatico Bertinotti.
Ora, come ben si sa, Vladimir Luxuria è stata fermata per un paio d’ore dalla polizia a Soci. Le agenzie dicono a causa di bandiere e cartelli pro omosessualità . Eccola qui sotto, “maltrattata†dagli agenti russi in borghese.
Bene. Parliamoci chiaro, il signor Wladimiro Guadagno non è al soldo di Obama. Aveva solo la necessità di rinverdire gli allori mediatici da tempo appannati e lo ha fatto come è richiesto dalla società dello spettacolo e come era in grado di fare, cioè come compartecipe alle insulsaggini dirittumaniste della sinistra. In altre parole, il signor Guadagno è la prova che l’impero non agisce solo con commitment diretti, ma forse ancor di più creando un milieu politico e culturale paludoso. Un milieu rivolto prevalentemente alla sinistra, che possa affascinarla. Per un motivo ovvio: la destra è già al fianco dell’impero mentre la sinistra deve essere costantemente rassicurata che se appoggia l’impero, lo fa per cause buone e giuste. Per dirla brutalmente, la sinistra ha sempre bisogno di essere un po’ masturbata, così si acquieta.
Non so quanto sia inconsapevole Vladimir Luxuria, fatto sta che pensare che la comunità gay italiana sia rappresentata da questa persona è raggelante. Per fortuna non è così. Questa pretesa ce l’ha però Vladimir Luxuria che si è sentita investita del ruolo di rompighiaccio nella fredda Soci fregandosene di come la pensasse la comunità gay russa (si veda sotto).
In secondo luogo, la legge non proibisce l’omosessualità ma la «propaganda di orientamenti sessuali non tradizionali davanti a minori». Le pene previste non contemplano la Siberia come qualche sciocco si è subito affrettato a dire, bensì multe che vanno dai quattromila ai cinquemila rubli (circa 100-125 euro) per il cittadino comune al milione di rubli (circa 19.000-23.400 euro) per chi ha un ruolo nella magistratura. Gli stranieri, infine, sono punibili con una multa fino a 100.000 rubli e possono essere detenuti per 15 giorni ed espulsi (questo è l’aspetto geopolitico della legge, se così possiamo dire).
Se per “propaganda di orientamenti sessuali†si intendono adescamenti e pornografia, questo è proibito dappertutto, che siano tradizionali o meno. Penso però che il problema sia meno banale. Mi chiedo, infatti, se con “tradizionale†si intende l’usare i termini “papà †e “mamma†davanti a bambini e con “non tradizionaleâ€, invece, “genitore 1†e “genitore 2†come qualcuno politicamente corretto vorrebbe fare da noi. Si capisce subito che se si vuole entrare nel merito di quella legge, si entra in un bel ginepraio, più facile da districare col machete dell’ideologia che scostando i rami e le spine con pazienza, gentilezza e sensatezza.
Fatto sta che Nikolay Alexeyev, leader gay e attivista LGBT, con alle spalle anni di battaglie per i diritti degli omosessuali e tentativi spesso repressi di organizzare gay pride a Mosca, per nulla amante di Putin, ha dichiarato che pur non approvando la legge ritiene che definirla “persecutoria†sia esagerato.
3. Strano, eh? Non è che la realtà sia diversa da come ce la raccontano? Certo, a volte si fa una fatica infernale a cercare un po’ di controinformazione. Una volta la sinistra la faceva, adesso la sua controinformazione si discosta a stento dall’informazione mainstream e quando se ne discosta è quasi esclusivamente su questioni di politica economica, come se tutto si riducesse a quella sfera.
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Putin può sicuramente fare della propaganda quando esalta l’arte di Tchaikovsky affermando che quando una persona è meritevole, è meritevole e basta, indipendente dal suo orientamento sessuale. Però è un dato di fatto che il duo lesbico t.A.T.u. abbia cantato alla cerimonia d’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Soci, come si può vedere sopra.
Ora però le cose si fanno più serie e vi prego di prestare attenzione al ragionamento che segue.
Tutti si ricorderanno della grande performance di Vladimir Luxuria all’indegno reality chiamato “L’Isola dei Famosiâ€. L’isola si trovava in Honduras. Il 28 giugno del 2009 il presidente democraticamente eletto di quel Paese, Manuel Zelaya, accusato di essere favorevole a Hugo Chávez (che riposi in pace) fu arrestato dai militari fascistoidi formatisi alla famigerata “Scuola delle Americhe†in un colpo di stato tramato in prima persona dall’entourage dell’allora Segretario di Stato Hillary Clinton, altra losca virago per la quale stravedono tutti dal Manifesto a Repubblica. Io mi ricordo bene gli ammiccamenti di quest’ultimo giornale col presidente golpista Roberto Micheletti. L’intervista che gli fece Omero Ciai iniziava con queste frasi surreali: «Dottor Micheletti ma chi glielo ha fatto fare di cacciarsi in questo guaio? Non si rende conto di essere perlomeno fuori moda?» (La Repubblica, 3 luglio 2009). Cioè, un golpe fascista era diventato un guaio per il golpista e una questione di “moda politicaâ€.
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Così l’organo del PD. O forse è il PD ad essere l’organo del Gruppo Espresso. Boh! Mentre ci penso andiamo avanti.
Qui di seguito vedete la lista di lesbiche, omosessuali e transessuali uccisi dai fascisti subito dopo il golpe (fonte globalgaiz.com; riporto la lista con un copia-incolla, così com’è):
L’ultimo ucciso, dopo essere stato orrendamente torturato, Walter Tróchez, era uno dei più amati leader LGBTI (in Honduras “I†sta per “intersexâ€) e membro del Frente Nacional de Resistencia Popular, FNRP, contro il golpe in Honduras. Un bravocompagno omosessuale.
Orbene, avete mai sentito che Vladimir Luxuria sia andata a protestare in Honduras? Mai.
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Però, guarda caso, è andata a Soci.
Eppure nel gennaio del 2011 l’organizzazione honduregna LGBTI Red Cattrachas aveva chiamato alla protesta contro le decine di uccisioni di gay, lesbiche e transessuali perpetrate dal momento del golpe. Si è fatta vedere Vladimir Luxuria?
Abbiamo mai visto lì Vladimir Luxuria col parruccone arcobaleno inneggiante ai diritti LGBT? No. Troppo rischio e poi non è certo il caso di disturbare chi è impegnato a preparare i massacri in Siria.
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Quindi meglio farsi vedere a Soci a disturbare quelli che quei massacri tentano di impedirli.
L’importante, ancora una volta, era poter dire “Io c’eroâ€. C’ero all’evento mediatico, c’ero all’evento di marketing, ho in qualche modo partecipato al fenomeno di cui tutti parlavano. Posso magari perdere ogni appuntamento con la Storia, ma mai un appuntamento al cabaret globale.
Nel frattempo è meglio distogliere lo sguardo da queste miserie e rallegrarci che in altre parti del mondo le cose sono affrontate in modo molto più serio e infinitamente più dignitoso oltre che più coraggioso.
Ecco un manifesto del Movimiento de Diversidad en Resistencia sul presidente honduregno:
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E sapete da cosa si nota che si sta parlando non di un altro continente ma proprio di un altro pianeta? Dal loro slogan: