'Passaparola - La verità sull''Ucraina - Marcello Foa'

L’Ucraina è una rivolta del bene contro il male, dei pacifisti contro i carnefici? Oppure c’è un’altra verità che invece dovreste conoscere? [Marcello Foa]

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10 Marzo 2014 - 17.35


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di Marcello Foa.

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L’Ucraina è una rivolta del bene contro il
male, dei pacifisti contro i carnefici? 

Oppure c’è un’altra verità? 

Una
verità che pochi conoscono e che invece dovreste conoscere per capire
che cosa sta davvero accadendo. 

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Vi spiegherò nell’intervento tra
pochi istanti quella che secondo me è la vera posta in gioco e come si
combatte in Ucraina e in Crimea
. Marcello Foa

Un saluto agli utenti del Blog di Beppe Grillo, sono Marcello Foa,
giornalista di scuola montanelliana, insegno anche comunicazione,
giornalismo all’Università Lusi di Lugano e per anni sono stato inviato
speciale. Da un decennio sono un esperto di tecniche di orientamento e
di manipolazione dei media. Che cosa avete capito della crisi in Ucraina? In fondo una storia molto semplice: il glorioso popolo ucraino che si ribella, lotta contro il dittatore Yanukovich,
il cattivo Yanukovich, le proteste vincono a prezzo di qualche scontro
di strada, Putin si arrabbia e occupa la Crimea. Sullo fondo la
richiesta degli ucraini, del popolo ucraino di entrare nell’Unione
Europea. Fine delle trasmissioni.

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In realtà la storia è un po’ diversa perché per capire
che cosa sta accadendo davvero in Ucraina bisogna considerare le nuove
tecniche di comunicazione e di manipolazione dell’opinione pubblica.
Bisogna considerare due fattori: primo, dalla metà degli anni Novanta
l’Ucraina è diventata uno scenario strategico importante, da quando Brzezinski
lo indicò come un obiettivo prioritario per gli interessi
dell’Occidente. Secondo punto, dalla fine degli anni Novanta si
applicano tecniche di occupazione del potere molto diverse rispetto a
quelle usate fino a quel momento.

Funziona così: proteste di piazza in apparenza spontanee sono in
realtà pianificate con cura e guidate per il tramite di Organizzazioni
non governative, Associazioni umanitarie e partiti politic
i; in
un crescendo di operazioni pubbliche amplificate dai media
internazionali e con appoggi all’interno delle istituzioni, in
particolare dell’esercito, che finiscono per provocare la caduta del
“tiranno”.

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Si fa salire la tensione, le proteste fino al momento in cui il
Presidente, per quanto in apparenza potente, cede e va via. Queste
tecniche furono ideate alla fine degli anni Novanta, e applicate per la
prima volta in Serbia alla fine degli anni Novanta. Ricorderete MiloÅ¡ević,
sembrava fortissimo benché sconfitto in Kosovo, improvvisamente fu
costretto alle dimissioni grazie alle proteste di piazza di un
movimento.

Quell’esperimento ebbe un successo clamoroso e fu ripetuto altre volte.
Fu ripetuto sempre nello spazio dell’ex Unione Sovietica, in Georgia,
in Kirghizistan e in Ucraina nel 2004 quando la rivoluzione arancione
ebbe un clamoroso successo emozionando tutti noi. Era il periodo
natalizio, seguimmo quella rivoluzione dagli schermi e facemmo tutti il
tifo per quella bella rivoluzione, che portò al potere per la prima
volta un leader, amico degli occidentali, degli americani e nemico dei
russi.

 

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Fu proprio in quell’occasione però che Putin, fino a
quel momento in rapporti ottimi con gli americani, capì che cosa stava
accadendo e decise di reagire. Reagì usando gli stessi metodi: cominciò a
tagliare il petrolio, a fare pressioni sociali, a spaccare l’opinione
pubblica interna fino a quando nel 2010 Yanukovich vinse le elezioni e
per cui l’Ucraina della sfera americana tornò nella sfera russa.

Se non si è consapevoli di questi movimenti con un’origine piuttosto
lunga non si capisce quello che è accaduto in questi giorni, perché è
andato in scena esattamente lo stesso scenario. Le manifestazioni di
piazza sono state in buona parte ispirate, organizzate, incoraggiate da
dei professionisti. La variabile nuova emersa è molto inquietante perché
accanto a migliaia di pacifisti sinceri e disinteressati che nemmeno
riuscivano a leggere questi disegni, sono apparsi degli estremisti
neonazisti impresentabili che per la prima volta, rispetto ad altre
rivoluzioni pacifiste. Hanno usato delle tecniche di guerriglia
sofisticate: assalto ai ministeri, barricate, bombe molotov e con
modalità ulteriori molto sorprendenti e inquietanti, perché in questi
giorni abbiamo avuto la prova che dei cecchini hanno sparato sia sui manifestanti, sia sull’esercito,
facendo però ricadere la colpa su Yanukovich. Tutto questo ovviamente
per fomentare il caos che poi ha portato alla caduta di Yanukovich.

Perché è successo proprio alla fine di febbraio? Perché è accaduto
proprio durante i giochi olimpici di Soci, ovvero sull’evento
internazionale che Putin aveva pianificato per rinverdire l’immagine di
Russia come potenza. In quei giorni la Russia non poteva permettersi di
intervenire, né di reagire nell’Ucraina, e proprio in quei giorni la
guerriglia armata, perché tale è stata, ha esercitato la massima
pressione costringendo Yanukovich alle dimissioni.

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Finite le Olimpiadi Putin ha risposto in maniera meno
sofisticata, ma in modo altrettanto sorprendente invadendo o comunque
occupando la Crimea
che ormai è evidente, si avvia verso l’indipendenza dall” Ucraina.

Questo cosa significa? Oggi le guerre, gli scontri di potere molto
spesso avvengono attraverso queste modalità, queste tecniche di
comunicazione e di manipolazione delle masse e dell’opinione
pubblica,estremamente sofisticate, usate anche in tempi recenti in
Tunisia, in Egitto e in maniera drammatica e violenta in Siria e in
Libia.

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Tutto questo con un corollario dei media. Perché i media sono
importanti? Per una ragione molto semplice: se una rivoluzione, un
movimento di piazza non ha un audience televisiva importante non esiste e
per il regime è facilissimo reprimerlo. In più, se ci sono i grandi
media internazionali, e pensiamo al peso della Cnn ma in generale di
tutti i media che parlano in maniera intensa di quell’argomento, i
manifestanti si sentono sostenuti e ringalluzziti e il potere si sente
sempre più fragile. Fino a quando non è costretto a cedere e,
chiaramente, chi perde viene descritto come il dittatore, il cattivo,
l’impresentabile anche quando in realtà non lo è. Nel caso di Yanukovich
non c’è gara, era l’uomo dei russi benché i russi non lo amassero
troppo, ma se noi pensiamo a Mubarak o piuttosto a Ben Ali
in Egitto e in Tunisia che sono stati amici a lungo dell’Occidente, ci
rendiamo conto di quanto spregiudicate possono essere queste tecniche
moderne
che vengono usate in maniera molto più diffusa di quanto l’opinione pubblica possa capire.

Dunque la guerra non dichiarata tra Stati Uniti e Russia per il controllo di questo territorio durerà ancora a lungo con colpi informali, asimmetrici, metodi non convenzionali che a mio giudizio l’opinione pubblica quasi sempre non riuscirà a capire.

Secondo punto, in genere chi vuole capire davvero che cosa accade nel mondo non può accontentarsi di una lettura superficiale,
limitata solo alle grandi tematiche lanciate dai media, ma, per quanto
possibile, deve cercare di leggere in trasparenza per capire e per
cogliere quei segnali, e ce ne sono sempre tanti, che indicano quando un
movimento è davvero spontaneo oppure quando il movimento è indotto per
fini e con ispiratori, che non si mostrano quasi mai.

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E se avete trovato interessante questo intervento non esitate a farlo circolare e passate parola!

Fonte: http://www.beppegrillo.it/2014/03/passaparola_-_la_verita_sull_ucraina_-_marcello_foa.html.

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