Bombe su Gaza. Basta con struzzi e coccodrilli

Da Gaza al mondo, parla un gruppo di cooperanti italiani in Palestina. Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione...

Bombe su Gaza. Basta con struzzi e coccodrilli
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11 Luglio 2014 - 18.57


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Da Gaza al mondo, parla un gruppo di cooperanti italiani in Palestina

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Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi pensa che una
partita di pallone sia più importante di un’intera popolazione inerme
sotto le bombe…Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione
senza mai aver voluto ascoltare le voci di Gaza. Basta con giornalisti
che scrivono articoli comodamente seduti da casa o dalle redazioni a
Roma e Milano. Basta con l’equidistanza a tutti i costi. Basta con le
condanne bipartisan e con le parole misurate. Siamo operatori umanitari e
condanniamo la violenza verso i civili, SEMPRE.

Per questo non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato
indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o
possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e
assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto. Non
possiamo far finta di nulla. Noi Gaza la conosciamo perché ci lavoriamo,
perché la viviamo e lì abbiamo imparato cos’è la sofferenza, ma anche
la resistenza.

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E non parliamo di lancio di razzi: per i circa due
milioni di persone che risiedono a Gaza, che vivono da 48 anni sotto
occupazione, dimenticate dal mondo, che piangono morti che sono sempre e
solo numeri, che subiscono interessi politici sempre più importanti
della vita umana… resistere è essere capaci, nonostante tutto, di andare
avanti. Gaza ci ha insegnato semplicemente la dignità umana.

Siamo qui e
ci sentiamo inermi e, ancora una volta, esterrefatti perché continuiamo
a leggere articoli di giornale che a nostro avviso non rispecchiano la
realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza occupante e una
popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana dei razzi lanciati
da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente, non hanno procurato
morti e riducono a semplici numeri le oltre 100 vite spezzate a causa
dei bombardamenti Israeliani in meno di tre giorni.

Tutto ciò che scriviamo non è frutto di opinioni personali o giudizi
morali; è sancito e ribadito dai principi del diritto internazionale e
del diritto umanitario internazionale, che muovono il nostro operato
ogni giorno. Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3
coloni, avvenuto in circostanze ancora ignote, sia l’indiscriminata
punizione di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario
vieta le punizioni collettive – definite crimini di guerra dalla IV
Convenzione di Ginevra (art. 33).

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Israele ha addossato la responsabilità ad Hamas, attaccando
immediatamente la Striscia, causando la risposta dei gruppi palestinesi
con il lancio di missili su Israele. Il governo israeliano sostiene di
voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture militari. E’
davanti agli occhi di tutti che ad essere colpiti finora sono
soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele reagisce
ai missili da Gaza, la verità per chi vuol vederla e i numeri, se non
interpretati con slealtà, sono chiari.

Dall’8 luglio, inizio
dell’operazione militare “Protective Edge”, Israele ha bombardato 950
volte la Striscia, distruggendo deliberatamente oltre 120 case,
(violando l’articolo 52 del Protocollo aggiuntivo I del 77 della
convenzione di Ginevra), uccidendo 102 persone (inclusi 30 minori 16
donne,15 anziani e 1 giornalista) ferendo oltre 600 persone, di cui 50
in condizioni molto gravi. Oltre 900 persone sono rimaste senza casa, 7
moschee, 25 edifici pubblici, 25 cooperative agricole, 7 centri
educativi sono stati distrutti e 1 ospedale, 3 ambulanze, 10 scuole e 6
centri sportivi danneggiati. Dall’altro lato, il lancio di razzi da
Gaza, secondo il Magen David Adom (servizio emergenza nazionale
israeliano), ha causato 123 feriti di cui: 1 ferito grave; 2 moderati;
19 leggeri; 101 persone che soffrono di shock traumatico.

Di fronte a
questi numeri ci sembra intollerabile la non obiettiva copertura di gran
parte della stampa internazionale e nazionale dell’attacco israeliano
verso la Striscia di Gaza.

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Per questo riteniamo necessario prendere posizione e ribadire la
necessità di riportare l’informazione, sullo scenario militare in corso,
alle dovute proporzioni. Ci appelliamo infine ai responsabili politici
in causa e a quanti possano agire da mediatori, affinché le operazioni
militari cessino immediatamente e perché si ponga fine all’assedio nella
Striscia di Gaza. Gerusalemme, 11 Luglio 2014

Siamo un gruppo di cooperanti che vive e lavora in Palestina. Tutto
ciò che scriviamo è verificato da testimonianze sul campo e da fonti di
agenzie internazionali.

Per maggiori informazioni scrivete a: cooperantipalestina@inventati.org

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Fonte: http://spondasud.it/2014/07/bombe-gaza-basta-struzzi-coccodrilli-3194.

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