Pacifismo istituzionale italiano: il più ignorante del pianeta

'Patrick Boylan rivela l''ipocrisia e l''inazione del pacifismo istituzionale italiano, sempre più complice delle guerre, silenzioso, un MinCulPop della retorica pacifista...'

Pacifismo istituzionale italiano: il più ignorante del pianeta
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25 Settembre 2014 - 23.04


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Intervista a Patrick Boylan*

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Alla
Manifestazione nazionale “Facciamo insieme un passo di pace”
(Firenze, 21 settembre 2014) è andato come osservatore Patrick
Boylan. In questa intervista rivela il livello di ipocrisia e di
inazione del pacifismo istituzionale italiano, sempre più complice,
silenzioso, un vero MinCulPop della retorica pacifista..

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REDAZIONE:
Sei andato come osservatore, a titolo personale, alla Manifestazione
nazionale Facciamo insieme un passo di pace tenutasi domenica
scorsa (21 settembre 2014) a Firenze, nel magnifico piazzale
Michelangelo che sovrasta la città. L”iniziativa è stata indetta
dalla Rete della Pace, dalla Rete Italiana per il Disarmo, da
Sbilanciamoci e dal Tavolo Interventi Civili di Pace per “dare voce
a chi resiste e si oppone in modo nonviolento alle guerre, alle
pulizie etniche, alle politiche di guerra, ai regimi dittatoriali, al
razzismo, all’apartheid.” Che impressione ti ha fatto?

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PATRICK
BOYLAN: Terrificante. Un”enorme dispiegamento di mezzi per incanalare
nel nulla l”angoscia che provocano nella gente le guerre sempre più
vicine a noi: in Afghanistan, in Siria e in Iraq, in Ucraina, in
Libia… Tranne per gli interventi sulla Palestina, l”evento sembrava
costruito per smorzare le angosce, senza proporre azioni di
contestazione – ad esempio: atti di disubbidienza civile che
obbligano i manovratori delle guerre ad uscire allo scoperto.

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Confesso
che, da statunitense, mi sono assai stupito che gli USA non siano
stati quasi mai nominati: un primato per una manifestazione contro la
guerra nella nostra epoca. Ma non sono stati nominati, o solo
raramente, nemmeno i governi presenti e passati italiani e degli
altri paesi europei.

Eppure
le truppe USA ed europee occupano ancora l”Afghanistan, no?
L”aviazione USA ed europea ha devastato con le bombe la Libia ieri e
ricomincia a farlo ora in Iraq e in Siria, no?

Sappiamo
che il conflitto in Ucraina è stato innescato da un golpe armato a
Kiev preparato nelle caserme NATO della Polonia, dove venivano
addestrate milizie neonaziste ucraine. Quindi sono stati gli USA e
gli europei ad innescare il conflitto in Ucraina, no?

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Ma
non si direbbe, a sentire i discorsi dal palco di domenica scorsa. I
conflitti appena elencati sarebbero allora da considerarsi eventi
tragici apparentemente senza autori. Guerre scatenate senza colpe,
per autogenesi. Eventi rievocati per suscitare la commozione, ma non
la mobilitazione.

REDAZIONE:
E quale sarebbe un esempio di mobilitazione alla quale il Comitato
Organizzatore di domenica avrebbe potuto chiamare la gente in piazza?

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PATRICK
BOYLAN: Avrebbe potuto proporre alla piazza di chiedere ai ministri
Mogherini e Pinotti di bloccare gli invii delle armi italiane in
Siria e a Kiev. Di censurare la CIA e la NATO per il loro golpe in
Ucraina e di ritirare l”ambasciatore italiano da Kiev. Di risarcire
finalmente la Libia per i bombardamenti illegali italiani nel 2012,
anche con lo scopo di scoraggiare azioni simili in futuro. Di
condannare il Presidente Obama per il suo uso illegale dei droni e
quindi di chiudere la sua base droni a Sigonella. Di ritirare subito
le truppe italiane dall”Afghanistan e di uscire dalla Coalizione,
sotto la guida degli USA, che si appresta a condurre una “lunga
guerra” in Iraq, cioè, a rioccuparlo.

REDAZIONE:
Quindi, a Firenze, niente rivendicazioni – almeno, dal palco?

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PATRICK
BOYLAN: Solo quando si è parlato della Palestina, gli intervenuti
hanno osato fare nomi e cognomi e proporre azioni di contestazioni
concrete – per denunciare i governanti israeliani presenti e
passati di aggressione imperialista in Palestina, e per denunciare
l”Italia di connivenza nel concedere a Israele armamenti e suolo
nazionale per i suoi esercizi militari. Questo spezzone della
manifestazione di domenica ha fatto dunque un passo in avanti verso
la giusta direzione, per quanto sia rimasto troppo reticente sulle
origini ideologiche del conflitto israelo-palestinese. Semmai lo
spezzone poteva essere criticato – ma solo ironicamente, s”intende
– per il suo grande successo come spettacolo – con selezioni
musicali, letture di poesie, video interviste, tutte svolte con molta
professionalità – al punto che il momento di denuncia si è
trasformato in momento di intrattenimento e la gente è andata via,
contenta dello spettacolo, ma senza consegne precise da mettere in
pratica l”indomani per realizzare l”ampio elenco delle proposte.

Anche
gli altri spezzoni di “Un passo di Pace”, quelli che riguardavano
le altre guerre nel mondo, hanno mancato di dare al pubblico
“consegne precise”, da mettere subito in pratica. Hanno mancato
persino d”indicare le controparti da contestare. Eppure i mandanti di
quelle guerre hanno precisi nomi e cognomi, che vanno individuati e
detti.

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UN
DISCORSO SENZA PELI SULLA LINGUA
 
SUL CONFLITTO IN UCRAINA
 

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REDAZIONE:
Allora vuoi togliere i peli dalla lingua e dirci tu qualche nome e
qualche fatto?

PATRICK
BOYLAN: Certo. Ad esempio, quel fatto grosso che ho nominato prima.
Oggi, in Europa, cӏ un governo arrivato al potere tramite un golpe
neonazista – un golpe pilotato dalla sottosegretaria statunitense
Nuland e dal senatore McCain, il falco che dirige molte delle
operazioni di destabilizzazione degli USA. Si tratta del governo
ucraino del golpista Jacenjuk e del suo successore Poro?enko. Un
governo che, da sei mesi, d”intesa con Washington, bombarda le case
dei propri cittadini nelle città dell”est, con la scusa che bisogna
“stanare gli indipendentisti” – come gli israeliani che
bombardano le case a Gaza, uccidendo soprattutto civili, “per
stanare Hamas”. Del resto, come Israele, il governo di Kiev
definisce i suoi avversari meri “terroristi” (anche chi è
intervenuto dal palco di Firenze ha usato questo termine offensivo
per indicare gli indipendentisti).

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Ora,
mentre ci sono state alcune – seppure troppe poche – proteste
ufficiali in Europa contro la barbarie di Tel Aviv, non cӏ
stata nessuna protesta
ufficiale europea contro la barbarie di Kiev. Il motivo? Semplice. I
governi europei sono stati complici nel golpe – fino al collo –
ed ora sono favorevoli all”uso dei mezzi militari contro i civili del
Donbass, dal momento che quei civili vengono considerati dei
burattini di Putin. Mentre essi non lo sono affatto e comunque
bombardare i civili rimane un crimine di guerra.

Ma
ve lo immaginate se, in Italia, gli indipendentisti veneti, sostenuti
da un”Austria nostalgica del suo impero perduto, avessero preso le
armi e occupato piazza San Marco? Ve lo immaginate se il governo
italiano, per stanarli, avesse autorizzato il bombardamento di
Venezia, ammazzando civili a frotte e distruggendo metà della città?
Sarebbe successo il finimondo, perché non è così che si pone fine
ad un moto indipendentista, almeno in Europa. Certo, Donetsk non ha i
tesori d”arte che ha la città di Venezia; ma, come Venezia, ha
comunque delle vite umane che vanno pure salvaguardate. E tuttavia,
domenica scorsa a Firenze, non cӏ stata neanche una sola parola di
condanna per i bombardamenti dei civili che continuano ancora nel
cuore dell”Europa, nonostante la tregua – ieri sera la città è
stata colpita di nuovo, più volte. Nessuna contestazione dei
Ministri Mogherini e Pinotti che continuano a fornire aiuti militari
al governo di Kiev. Nessuna proposta di manifestazione davanti ai
loro ministeri.

Cӏ
stata solo una condanna della Russia che avrebbe “sconfinato” in
Ucraina a sostegno degli indipendentisti.

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REDAZIONE:
Beh, sconfinare nel territorio di un altro stato sovrano è illegale
secondo il diritto internazionale; la condanna sembra doverosa.

PATRICK
BOYLAN: Sicuramente: e se lo sconfinamento fosse provato, sarebbe
certamente un”illegalità da punire. E severamente. Solo che, con
tutta la sua tecnologia avanzata, la NATO ha saputo offrire ai
giornali solo foto fatte da una ditta esterna che non indicano
nemmeno le coordinate GPS; quindi senza valore di prova.

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Comunque,
tagliamo corto: supponiamo che le accuse di sconfinamento siano vere:
probabilmente è così, anche se non ci sono le prove. Il punto vero
rimane comunque un altro. Gli Stati Uniti, l”Italia, la Francia, il
Regno Unito ritengono di avere titolo per rimproverare alla Russia di
aver “sconfinato” alcuni chilometri nell”Ucraina dell”est. Non ti
sembra ipocrita, questo? Un caso di palese malafede?

REDAZIONE:
E perché?

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PATRICK
BOYLAN: Ma mi faccia il piacere! L”Italia e i suoi alleati
“sconfinano” da tredici anni in Afghanistan – e non occorrono
le prove, lo ammettono! Anzi, l”Italia e i suoi alleati hanno fatto
di più. Hanno fatto proprio ciò che accusano Putin di voler fare in
Ucraina (ma che non fa): ossia, hanno invaso ed ora occupano l”intero
paese.
Come hanno invaso e occupato l”intero
Iraq
per undici anni, senza alcun mandato ONU, prima di essere costretti
ad andarsene. Ed ora si preparano la rivincita: con la scusa
dell”ISIS, progettano di “sconfinare” di nuovo per occupare
l”Iraq e forse “sconfinare” per occupare anche la Siria. Sono
proprio questi i paesi che puntano ora il dito e che condannano lo
sconfinamento della Russia in Ucraina – che altro non è che il
tentativo di recuperare un pezzo di quanto l”Occidente le ha
sottratto con il golpe NATO, illegale, del 21 febbraio 2014. (E”
illegale perché la carta dell”ONU proibisce colpi di Stato in paesi
terzi e perché i Patti Fondativi del 1997 collocano l”Ucraina fuori
dalle alleanze militari, ivi compresa la NATO.)

REDAZIONE:
Beh, due torti non fanno una ragione. Se Putin ha sconfinato, va
punito – l”hai detto tu.

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PATRICK
BOYLAN: E lo riconfermo. Mandiamo dunque Putin davanti al Tribunale
Penale dell”Aia, e al più presto! Lasciamo che i giudici decidano se
le prove fotografiche siano attendibili o meno. Siete d”accordo su
questo, anche voi?

REDAZIONE:
Sì…

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PATRICK
BOYLAN: Ma dopo Bush. E Cheney, Rumsfeldt, Rice, ecc. E dopo Obama
con i suoi droni che “sconfinano” in Algeria e nello Yemen ecc. e
ammazzano pure e le sue forze speciali che “sconfinano” in una
trentina di paesi, soprattutto africani, per fare azioni clandestine.
E dopo Renzi, Hollande e Cameron che hanno rinnovato la presenza
delle loro truppe sconfinanti in Afghanistan, di cui molti rimarranno
fino a chissà quando. E dopo i Presidenti del Consiglio italiano,
francese, britannico nel 2012: loro hanno “sconfinato” in Libia,
non solo con bombardieri ma anche con forze speciali terrestre, con i
pezzi d”artiglieria, veicoli blindati – l”ONU ha autorizzato
l”interdizione al volo, non i bombardamenti o le truppe sul terreno.

Quindi
tutti in galera! E i più colpevoli per prima, secondo chi ha
sconfinato di più e fatto più danni. Siete d”accordo?

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REDAZIONE:
Beh…

PATRICK
BOYLAN: Ma concludiamo questo discorso sull”Ucraina. Come si può
vedere, ci sarebbe molto da dire sulla guerra in questo paese. Ma
domenica scorsa, alla manifestazione per la pace, di tutto questo
neanche un accenno. Gli organizzatori hanno fatto commuovere il
pubblico per le sofferenze inflitte dalla guerra in Ucraina, ma senza
fornire gli elementi per capirne le cause. O meglio, attribuendo
tutta la colpa a Putin. Così il pubblico è andato via come è
arrivato, senza sospettare minimamente le responsabilità occidentali
– cioè, le loro. Gente anestetizzata, dunque, che la nostra Rete
NoWar di Roma non potrebbe mai mobilitare. Se diamo loro un volantino
“contro il golpe NATO nel cuore dell”Europa” ci guardano come
marziani e sbuffano: “Ma che vogliono questi qui? Esagerati!!”

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REDAZIONE:
Quindi stai dicendo che, alla manifestazione “Un passo di Pace”,
si è parlato della guerra soprattutto in astratto, come se non
riguardasse le decisioni concrete del governo italiano e dei suoi
alleati.

L”unico
governo a peccare sarebbe stato quello russo. 

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PATRICK
BOYLAN: In linea di massima, sì, con l”eccezione del conflitto
israelo-palestinese, che ho appena menzionato.

Faccio
un altro esempio: alla manifestazione si è accennato agli orrori
dell”ISIS ma, di nuovo, come se fosse un fenomeno che nascesse dal
nulla. Nessuno ha condannato gli Stati Uniti per aver creato l”ISIS
per rovesciare il regime siriano. Eppure ci sono le foto del capo
dell”ISIS in trattativa con il senatore McCain.

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DISCORSI
AMBIGUI: DECIDERE SUGLI F35 SENZA CHIEDERSI A COSA SERVONO

REDAZIONE:
Quindi l”impressione ricavata dalla manifestazione è che l”amico
americano e il governo amico italiano non avrebbero responsabilità
per le guerre nel mondo. O per la crescente militarizzazione della
nostra società. E” così?

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PATRICK
BOYLAN: Si. Fatta eccezione per alcuni interventi – ma erano pochi
– che hanno chiamato in causa il governo Renzi. Per esempio, per la
sua scelta di confermare l”acquisto degli F35.

Solo
che la questione degli F35 è stata trattata come se fosse un
problema meramente contabile. Gli F35 costerebbero troppo in un tempo
di crisi, ecco il problema. Come dire, se costassero meno, allora
l”Italia potrebbe pure acquistarli per bombardare e sottomettere
altri paesi, non ci sarebbero obiezioni.

Invece
la vera obiezione – che qualcuno ha anche mosso, ma in sordina –
è l”
uso per
il quale questi velivoli sono destinati. Vengono acquistati per poter
attaccare all”estero (molti saranno attrezzati per i soli portaerei),
non per difendere il suolo italiano. Mentre la Costituzione italiana
proibisce le guerre di attacco. Vengono acquistati per portare bombe
atomiche, in violazione dei patti di non proliferazione – un
ritorno alle angosce della Guerra Fredda e al rischio
dell”annientamento reciproco totale, dovuto a qualche errore umano.

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Quindi
impostando la discussione sugli F35 solo in termini contabili, gli
intervenuti si sono esonerati dal discutere ciò che dovrebbero
essere le finalità dell”aeronautica italiana, complessivamente. Nel
2012, l”aeronautica italiana ha compiuto più di 400 bombardamenti
della Libia: era forse un”azione meno cruenta e meno
anticostituzionale perché svolta con i vecchi F16 anziché con i
nuovi F35? Quei bombardamenti hanno ridotto la Libia, una volta
fiorente, in rovine e la popolazione nella miseria. “Ma è stato
necessario per cacciare il crudele dittatore Gheddafi e dare la
democrazia al popolo” dicevano e continuano a dire il governo e i
mass media, per coprire il vero scopo dei bombardamenti, ossia
“ricacciare la Libia nel medioevo” per poter appropriarsi del suo
petrolio a prezzi stracciati. Infatti, l”Occidente non pensa più a
creare in Libia le basi per la democrazia che aveva promesso: alle
ultime elezioni è andato a votare solo il 18% della popolazione.
Piuttosto che il voto, la gente vuole il pane, quello che l”aviazione
militare nostra ha tolto loro per chissà quanto tempo ancora.
Possiamo almeno sperare che avranno entrambe le cose in futuro? Ne
dubito, almeno fin quando durerà il petrolio.

Ma
vogliamo smettere di parlare dei costi degli F35 e parlare di questo,
per favore? Cioè, dell”uso dell”aviazione italiana per bombardare e
sottomettere altri paesi? Non sarebbe un tema degno per un incontro
di pacifisti? Niente da fare: il tema delle guerre di aggressione
italiane e dei suoi alleati non è all”ordine del giorno. Come i
pacifisti del 2012 hanno dato il loro silenzio assenso alla
distruzione della Libia, i pacifisti di oggi continuato a dare il
loro silenzio assenso alla sua putrefazione. Nessuna protesta nel
2012, nessun pentimento nel 2014.

Ora
l”Italia entra in una nuova Coalizione a guida USA che si accinge a
“salvare” gli iracheni e i siriani. Dio mio! Proprio loro, i
bombaroli della Libia! Ancora una volta a voler “salvare” un
paese con i loro missili Tomahawk e le loro bombe Hellfire! Ci
sarebbe da gridare dai tetti!! Ma alla Manifestazione per la pace di
Firenze, neanche una parola.

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REDAZIONE:
Quindi stai dicendo che quello che tu chiami il pacifismo
istituzionale – m”immagino che tu ti riferisca alle associazione
che hanno organizzato la manifestazione di domenica scorsa –
funzionerebbe come appannaggio del governo. Come un MinCulPop per la
pace.

PATRICK
BOYLAN: Diciamo che queste organizzazioni dipendono dal governo per i
loro finanziamenti e quindi tendono a tenerselo buono. A volte lo
contestano ma entro limiti abbastanza stretti. Pertanto alla
manifestazione di Firenze, come dicevo prima, il pacifismo
istituzionale non ha voluto contestare il governo Renzi per aver
rinnovato la presenza militare italiana in Afghanistan e per aver
annunciato che intende prolungare quella presenza anche dopo il 2014
col pretesto di effettuare solo addestramenti. Sono 13 anni che quel
martoriato paese subisce le nostre bombe e i nostri rastrellamenti da
Gestapo. Ma nessuno ne parla più. Nemmeno ad una manifestazione per
la pace.

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Con
una eccezione: a Firenze domenica scorsa cӏ stato il bellissimo
intervento di Cecilia Strada di Emergency – degna figlia di suo
padre. Il suo intervento è stato un raggio di luce nel buio.
Schietto ma profondo, ha esaminato il significato della guerra anche
in Afghanistan, puntualizzandone le responsabilità. Non a caso gli
organizzatori le hanno tolto la parola, “per ragioni di tempo”,
prima che potesse finire – un chiaro riconoscimento del valore di
quanto stava dicendo. E poi cӏ stato anche Alex Zanotelli che vi ha
fatto qualche accenno, più discreto ma efficace. E nient”altro.

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DISCORSI
INGANNEVOLI: SOSTENERE LA GUERRA… IN NOME DELLA PACE

REDAZIONE:
Quindi quando dici che il pacifismo istituzionale contesta sì il
governo “ma entro limiti abbastanza stretti”, intendi dire “quasi
per nulla”.

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PATRICK
BOYLAN: Diciamo relativamente poco. Ti faccio un altro esempio.

Alla
manifestazione di Firenze il governo Renzi non è stato contestato
neppure per la sua adesione al Gruppo di Londra, la combriccola che
organizza le forniture di armi ai guerriglieri jihadisti della Siria.
Eppure il programma di “Un Passo di Pace” – l”hai ricordato tu
all”inizio – proclama di voler sostenere solo chi “si oppone 
in
modo nonviolento
 ai
regimi dittatoriali.”

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Solo
che, nel caso della Siria, l”Occidente non ha mai voluto sostenere
l”opposizione nonviolenta, come il Coordinamento democratico siriano,
perché troppo di sinistra. Se arrivasse al potere sarebbe, per
l”Occidente, troppo poco accomodante. Quindi l”Occidente ha preferito
incitare i giovani a prendere le armi – “per difendere i
manifestanti” – sperando così di poter determinare, attraverso
la fornitura selettiva delle armi, l”egemonia di una fazione dei
ribelli sugli altri, quello più filo-Occidentale.

Che
orrore, dunque, vedere apparire sul palco di “Un Passo di Pace”
l”individuo che il Comitato Organizzatore ha designato per parlare
della Siria. Si tratta di un esponente siriano che gira l”Italia da
tre anni, a tenere comizi – anche presso circoli pacifisti – per
convincere gli italiani che l”unico modo per rovesciare il presidente
siriano Assad è con le armi. E quindi che bisogna fornirle. Egli
cerca poi di rimuovere le reticenze dei pacifisti raccontando gli
orrori commessi da Assad,
in
primis

le uccisioni dei manifestanti siriani in piazza.

Ma
– un momento – non era il presidente al-Sisi dell”Egitto che, un
anno fa, ha fatto uccidere 1000 manifestanti in piazza in un colpo
solo, un record in assoluto, di tutti i tempi, nel medio oriente? E
che poi ha fatto condannare a morte 600 imputati in un processo lampo
durato un giorno? Anche questo un record in assoluto. Non importa,
per l”oratore sembrava contare solo la rimozione di Assad, costi quel
che costi. E si capisce perché. Mentre al-Sisi ha accettato la NATO
nel suo paese, Assad lo rifiuta e, anzi, ospita le navi russe. Non
solo, ma costruisce gasdotti con l”Iran che competano con quelli
statunitensi e israeliani. Fornisce armi a Hezbollah. Per l”oratore
siriano, dunque, e sicuramente per chi sponsorizza eventualmente le
sue tournée di propaganda, è Assad, non al-Sisi, il capo di stato
cruente che va rimosso, senza indugio e con le armi.

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Per
fortuna, la platea, capendo la strumentalizzazione dell”intervento
anti-Assad, ha protestato, costringendo l”oratore a tagliare corto.
Ma l”ambiguità della scelta del Comitato organizzatore rimane un
dato di fatto.

REDAZIONE:
Ma perché, secondo te, con tutto quello che sta succedendo in Siria
ora, il Comitato ha fatto venire quell”individuo ad una
manifestazione per la pace?

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PATRICK
BOYLAN: Dovresti chiedere a loro. Se io dovessi azzardare un”ipotesi,
direi che è perché in questo momento, Mogherini e Pinotti stanno
trattando nuove consegne di armi italiane ai guerriglieri in Siria,
quindi serve erigere una cortina fumogena per coprire questo
malaffare. Discorsi anti-Assad, che lo descrivono come un mostro da
eliminare a tutti i costi, servono all”uopo, stroncano sul nascere
qualsiasi protesta da parte dei pacifisti. Perciò, con l”invito di
quell”individuo, il Comitato organizzatore ha forse voluto – dico
forse – dare una mano al “governo amico”.

REDAZIONE:
Quindi una manifestazione per la pace ma tutta imperniata sulla
difesa della politica estera italiana – in Ucraina, in Afghanistan,
in Iraq, in Libia, in Siria…

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PATRICK
BOYLAN: Qualche critica occasionale cӏ stata pure, ma il senso
globale dell”evento è stato quello. Sai, i ceti dominanti – quelli
che traggono profitti dalle guerre e accrescono il proprio potere
subordinando la politica estera italiana a quella guerrafondaia
statunitense – hanno comunque bisogno di mantenere un certo
consenso nel paese. Devono governare le angosce che le loro guerre
creano. E quindi a loro serve un movimento per la pace che faccia
sfogare l”emotività della gente ma senza proporre azioni concrete di
contestazione delle scelte governative.

REDAZIONE:
Ma allora, se la pensi così, perché non sei intervenuto tu con un
discorso che proponesse azioni di contestazione da intraprendere?

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PATRICK
BOYLAN: Non sono stato invitato a parlare e non erano previsti
interventi liberi dal pubblico – anzi, c”erano recinzioni e gorilla
per impedire che il pubblico potesse avvicinarsi al palco. È stata
la prima volta che io ho visto una cosa simile ad una manifestazione
di pacifisti per pacifisti.

Comunque
ho distribuito, a molti dei partecipanti, un volantino con il
discorso che avrei potuto fare. Quindi se l”hanno letto, avranno
sentito un”altra campana. Il volantino è diviso in tre parti. Ognuna
descrive un tema in poche righe, poi indica un link che devi digitare
nel tuo browser per vedere il resto.

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REDAZIONE:
E quali sono i tre temi?

PATRICK
BOYLAN: Il primo è l”annuncio dell”iniziativa recente di un noto
attivista per la pace negli Stati Uniti – e un amico mio –
David
Swanson
.
Ha lanciato otto azioni concrete per contrastare la propaganda
guerrafondaia dei governi e dei mass media e mi ha chiesto di farle
conoscere anche in Italia.

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Il
secondo è un esempio di ciò che io considero un discorso chiaro
sulle guerre e sulla pace. Ho appena accusato la manifestazione di
Firenze di eccessiva genericità. Ebbene, do un esempio di come gli
intervenuti avrebbero potuto parlare – nella fattispecie, sulla
questione ISIS – se non avessero avuto peli sulla lingua.

Il
terzo tema è: “Perché sembra sempre più difficile opporsi alle
guerre?” Elenca le diverse strategie che il potere usa per far
sembrare inutile la lotta, per confonderci le idee, per sfiancarci.
Ad esempio, la stessa manifestazione “Un Passo di Pace” – se i
miei giudizi sono fondati, ma bisogna discuterli ovviamente – è un
esempio di meccanismo di sfiancamento. Invece di incanalare
l”emotività dei partecipanti verso sbocchi contestatari, la
manifestazione ha promosso un commozione collettiva che si è risolta
poi nel nulla. E poi ha mandato tutti a casa, rassegnati. A lungo
andare questo sfianca.

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*Patrick
Boylan
,
ex docente all”università Roma Tre, dove approdò dalla sua nativa
California, è entrato poi nella redazione di
PeaceLink.it e
ha co-fondato a Roma gli 
Statunitensi
per la pace e la giustizia
 e
la 
Rete
NoWar
.
«Non è antiamericano contrastare le guerre imperialiste del mio
paese, anzi!» tiene a precisare. «Abbiamo esportato la democrazia
così tanto che ormai ce n”è rimasta ben poca. Salviamo almeno
quella!»

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Note:

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Per
il volantino distribuito alla manifestazione “Passo di Pace”: 

(Alla
fine c”è lo zero, non una “o”) 
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