dallo Stato per le due giovani cooperanti avventurate in Siria.
Arrivano documenti dal luogo del sequestro e si fa a dir poco
imbarazzante la posizione del ministro degli esteri Gentiloni che aveva
negato il riscatto.
Greta e Vanessa, le due improvvisate cooperanti italiane rapite in Siria
lo scorso anno, ‘sarebbe stato pagato un riscatto di circa 11 milioni
di euro. Lo dicono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle
persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata
circa metà del riscatto. Il ‘tribunale islamico’ del Movimento Nureddin
Zenki, una delle milizie indicata come coinvolta nel sequestro, ha
condannato Hussam Atrash, descritto come uno dei signori della guerra
locali, capo del gruppo Ansar al Islam.
il 2 ottobre dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia
di Atareb. Secondo la condanna, Atrash, basato ad Abzimo, la localitÃ
dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è intascato 5 dei
12 milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di 11 milioni di
euro. I restanti 7 milioni e mezzo – affermano fonti di Atareb
interpellate dall’ANSA telefonicamente – sono stati divisi tra i
restanti signori della guerra locali. Dettagli cifre del riscatto
diffusi anche dalla tv satellitare araba Al Aan.
occasione di un’informativa alla Camera del 16 gennaio scorso il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva smentito: “In merito al tema
dei riscatti ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in
qualche caso veicolate da gruppi terroristici. Solo illazioni: Italia
contraria al pagamentoâ€. Un vizio quello del ministro Gentiloni di
rilasciare dichiarazioni ‘andata e ritorno’, con l’azzardo in partenza a
ottenere titoli e la ritrattazione a seguire, ma senza clamore. Questa
volta, per le due ragazze incoscienti, un po’ di scuse mancano.
da sempre i riscatti per salvare la vita ai suoi sequestrati e ora ci
dicono che siamo in malafede: le due cooperanti d’avventura sono libere
per bontà d’animo dei sequestratori. Quasi quasi da mandargli un ‘aiuto’
come premio bontÃ
sequestri e segreti e riscatti pagati dello Stato. Credevamo. Credevo di
sapere -ad esempio- che un milione di dollari in banconote usate di
taglio misto pesava circa 20 chili e occupava tutto uno zaino. Credevo
di sapere di banditi che dall’Iraq alla Siria, passando per la Libia,
sequestravano italiani per avere soldi, e ora scopro fossero dei
semplici bontemponi che offrivano rudi vacanze gratis. Scoramento: ‘Caro
signor Ministro, con cui ci davamo del tu, ma chi ti ha scritto quegli
impapocchiamenti che hai letto in Parlamento?».
Dell’italiota ‘dico e non dico’ ride il mondo. ’Siamo contrari al
pagamento di riscatti’: esiste qualcuno che invece è contento di farlo?
‘L’Italia in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a
livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti’.
Comportamenti trattativisti o all’americana? Risposta non pervenuta.
Governi precedenti ? Allora siamo sicuri del pagamento. ‘Solo illazioni
il presunto pagamento’ dice il ministro. Forse i 12 milioni ipotizzati
ieri da qualcuno sono davvero troppi».
«Secondo i calcoli del giornalista americano Callimachi sul NYT,
‘donazioni’ simili hanno fruttato alla rete di al Qaida almeno 165
milioni di dollari in cinque anni, più di 60 soltanto nel 2013. A pagare
di più sono stati i francesi, che hanno subito il numero maggiore di
rapimenti. Diciassette cittadini francesi e un totale di 58 milioni di
dollari sono stati pagati in riscatti. 10 persone liberate, 5 uccise.
Tra i Paesi europei, la Svizzera ha pagato 14 milioni in riscatti,
seguita dalla Spagna con circa 10. Anche l’Italia avrebbe pagato
all’organizzazione, anche se non quanti Francia e Spagna»
mentito al Paese e al Parlamento. O altre decisioni, come sarebbe più
dignitoso.
Articolo sul medesimo argomento:
Pino Cabras: NON cooperanti, 19 gennaio 2015.