Terrorismo: Mosca lo combatte, Parigi lo favorisce, gli USA sono sconfitti

Esclusivo - Parla Anis Naccache, esperto militare e strategico. La percezione di una grande svolta nel Levante, tra nuovi protagonisti e vecchi attori spiazzati.

Terrorismo: Mosca lo combatte, Parigi lo favorisce, gli USA sono sconfitti
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30 Ottobre 2015 - 12.27


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Colloquio con Anis Naccache a cura di Talal Khrais.

DAMASCO (Siria)
– È il mio terzo giorno nella capitale siriana, e la mia 59esima missione in
Siria in meno di 5 anni. Ancora oggi cerco di capire meglio la situazione in
Medio Oriente. La cosa più sicura è che la Siria è stata vittima del terrorismo
e che a tutt”oggi, malgrado il rischio terroristico si possa scatenare in
Europa, i leader europei seguono una politica cieca e contraddittoria:
condannano il terrorismo ma fanno finta di combatterlo, intanto che non
pronunciano alcun sostegno o perfino complottano nei confronti di chi il
terrorismo lo combatte davvero.

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La cosa più
certa è che quando la Federazione Russa combatte il terrorismo e
l”oscurantismo, lo fa sul serio. I caccia russi in Siria hanno condotto 71 raid
aerei nelle ultime 24 ore, colpendo in pieno il nostro nemico, cioè il nemico
dell”umanità intera. Nell”arco di una giornata, l”aviazione russa ha colpito
118 obiettivi dell”ISIS in Siria, come ammettono anche fonti governative
statunitensi. “L”aviazione russa colpisce obiettivi nelle province siriane
di Idlib, Homs, Hama, Aleppo, Damasco e Latakia”, ha riassunto il
portavoce russo della Difesa, Igor Konashenkov. Mentre scrivo, i colleghi
schierati presso il triangolo Quneitra-Deraa-Sud Siria mi informano che i
velivoli russi colpiscono queste aree finora risparmiate.

La Giordania è
tutta mobilitata perché circa duemila terroristi fuggono dal sud siriano oltre
il confine giordano, mentre il re Abd Allah II esprime la sua piena volontà di
collaborare con la Federazione Russa.

I frequenti
soggiorni in Siria non bastano da soli a capire la situazione. Cerchiamo perciò
di approfondirla intervistando personalità di straordinaria esperienza, in
grado di farci afferrare meglio lo scenario mediorientale.

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Il nostro
ospite di oggi è un personaggio di primo piano, un esperto militare e
strategico tra i più competenti nel mondo arabo, Anis Naccache. In passato
Naccache fu accusato, quando viveva a Parigi, di aver eliminato Shapur
Bakhtiar, l”oppositore dello Scià di Persia che quest”ultimo aveva nominato
premier come concessione all”opposizione prima di essere travolto dalla
rivoluzione iraniana del 1979. Il politico iraniano fu ucciso in esilio il 6
agosto 1991, all”età di 77 anni. Ma già nel 1980 un commando composto da tre
uomini armati, guidato dal libanese cristiano Anis Naccache, aveva dato
l”assalto all”appartamento di Neuilly dove all”epoca Bakhtiar abitava.

Il 10 marzo
1982 Naccache veniva condannato all”ergastolo, ma nel luglio del 1990 tanto lui
quanto i suoi presunti “complici” vennero graziati dal Presidente
francese François Mitterrand.

I tempi
cambiano. Oggi, Naccache è un grande esperto militare e di politica estera,
presiede una rete di informazione e di controinformazione chiamata
“Aman”. Conosce meglio di altri la Francia, «quella Francia che
trascina l”Europa verso la sua politica parassita e neocolonialista», come la
definisce con una certa durezza. Perché questo giudizio?

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«Dopo avere
disertato la prima tavola rotonda a Vienna sui negoziati, la Francia insiste in
maniera assurda sul volere la destituzione del Presidente Bashar al-Assad e
teme la presenza dell”Iran all”incontro del 30 ottobre».

«Con la sua
posizione, la Francia fin dall”inizio del conflitto siriano favorisce il
terrorismo, continua a rimanere sorda ai tentativi di dialogo politico con il
presidente Assad», ricorda Naccache, mentre ricapitola gli eventi: «Dopo avere
disertato il primo round di negoziati, svoltisi a Vienna, la Francia si
approssima a un secondo incontro che vedrà tra gli attori principali Usa,
Russia, Turchia e Arabia Saudita, già presenti nella prima tavola rotonda,
insieme all”Iran, che per la prima volta dice la sua all”Europa sulla questione
siriana. I francesi non vogliono dialogare, bensì imporre la loro posizione
chiedendo la destituzione del Presidente.»

Come giudica
l”alleanza occidentale contro i gruppi terroristici? La risposta è netta:
«Naturalmente mentono. Nei giorni scorsi avevano detto di voler partecipare
alle azioni militari in Siria, ma da parte degli aerei USA e dei loro alleati
non c’è stato alcun attacco contro i terroristi dello “Stato islamico” in
nessuna parte del Paese. Lo si desume dai comunicati del Comando USA in Medio
Oriente e Africa Settentrionale (CENTCOM). Nel mese di ottobre gli alleati
lanciavano, mediamente, 5 attacchi al giorno, nei mesi precedenti l”intensità
delle operazioni raggiungeva 8 raid al giorno. I militari della Russia, che
ogni giorno attaccano decine di obiettivi, restano perplessi davanti alle
spiegazioni fornite dal Pentagono, e cioè che il rallentamento dell”operazione
sarebbe dovuto alla mancanza dei bersagli. Perché non combattono l”ISIS se tra
i comandanti delle due superpotenze è stato raggiunto un accordo per prevenire
incidenti nel cielo della Siria? La Russia propone agli USA di cooperare più
strettamente nella lotta contro i terroristi ISIS, ma al momento Washington non
accetta la proposta, spiegando che con Mosca esistono delle divergenze di
principio circa i modi di regolare conflitto in questo paese arabo.»

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Cosa sostengono
gli americani? L”esperto spiega: «Affermano che il bersaglio della Russia in
Siria non siano i terroristi ISIS, bensì l”opposizione “moderata”, ma
finora non hanno dato alcuna prova di ciò. La Federazione Russa ribadisce che
gli attacchi sono diretti soltanto contro i terroristi e lo confermano i
controlli oggettivi.»

Perché la
Federazione Russa ha peso all”improvviso la pazienza? Naccache spiega: «Perché
Mosca preferisce combattere i terroristi in Siria e non a Mosca. I russi
speravano in una collaborazione con gli americani, ma gli americani
continuavano a fare danni con la loro politica. È dal 2007 che il Cremlino
critica l”idea del mondo unipolare sostenuta dagli USA. Il presidente russo più
volte ha ribadito che i paesi occidentali stanno commettendo un grosso errore,
nel rifiutarsi di cooperare con il governo del presidente Bashar Al-Assad,
perché contro il terrorismo, compreso il terrorismo dello”Stato
islamico”, ci vuole un fronte unico di tutti gli Stati del mondo. È molto
probabile che nella sua politica la Russia tenga conto di tutti i fattori,
alcuni dei quali, probabilmente, l”hanno spinta a iniziare l”operazione
militare.»

Può spiegarci
meglio? «Certo». risponde Naccache: «C”é l”impressione che il presidente Putin
sia riuscito a raggiungere tutti i suoi obiettivi e a dare uno sguardo al
futuro. Gli Stati Uniti non vogliono rinunciare al mondo unipolare e stanno
perdendo, lo conferma la situazione in Medio Oriente. L”universalismo della
politica americana nel Medio Oriente vede la democrazia occidentale come il
valore supremo da imporre ovunque senza prendere in considerazione le
caratteristiche specifiche di ogni paese.»

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Come giudica la
posizione americana in questo momento?

«Dopo aver
ottenuto la vittoria nella guerra fredda, gli Stati Uniti non sono riusciti a
determinare per sé un nuovo obiettivo. La vittoria nella guerra fredda ha
lasciato la nazione americana senza una meta. Dai primi anni novanta, gli Stati
Uniti si sono ritrovati senza un obiettivo per cui andare avanti. Gli USA hanno
perso, e continueranno a perdere fino ad essere ridotti ai minimi termini,
perché come tutti gli imperi invece del cervello hanno usato la forza. Per
governare il mondo bisogna essere autorevoli prima di tutto moralmente, saggi,
soprattutto elevare i popoli e non sottometterli. Come altrimenti fanno i
dittatori.»

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