'Guerra ibrida su larga scala, verso l''abisso'

'Mentre si parla di de-escalation della crisi siriana (o come sarebbe più giusto definirla: la crisi euro-mediterranea) i fatti ci raccontano un''altra storia [G. Masala]'

'Guerra ibrida su larga scala, verso l''abisso'
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27 Novembre 2015 - 22.31


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di Giuseppe Masala.


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Mentre a parole tutti parlano di de-escalation per quanto riguarda la crisi siriana (o come sarebbe più giusto definirla: la crisi euro-mediterranea) i fatti ci raccontano un”altra storia:


– La Russia invia in Siria il più letale strumento antiaereo esistente al mondo: l”S-400. Di 

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fatto viene creata una bolla dove è impossibile volare senza il tacito assenso dei russi. Tale bolla ha un diametro di almeno 300 km partendo dall”aeroporto siriano di Latakia.

– Mosca invierà altri 12 intercettori Sukoy Su-30.

– Voci di corridoio parlano di una Russia pronta ad armare con missili antiaerei spalleggiabili Igla le truppe curde che si battono contro l”ISIS e che combattono contemporaneamente contro i turchi.

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Dal canto loro gli americani:

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– Inviano il gruppo da battaglia della portaerei Truman che dovrebbe arrivare nel Mediterraneo orientale la prossima settimana.


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Per quanto riguarda la parte europea della crisi:

– Gli USA stanziano a bilancio i primi aiuti all”Ucraina in armi letali. Prima le fornivano ufficiosamente ma ora la cosa è ufficiale e fa bella mostra nel sito del governo americano.

– I russi tagliano le forniture di gas all”Ucraina in pieno inverno.

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– I nazionalisti ucraini fanno saltare in aria 4 tralicci vicino all”istmo crimeano lasciando senza luce tutta la Crimea.


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Questi sono fatti gravissimi di cui nessuno parla.


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Se si guarda una cartina geografica, ormai tutto l”arco di crisi parte dall”Ucraina, attraversa il Mar Nero, poi la Turchia, e finisce in Syraq (Iraq + Siria) senza soluzione di continuità. Un immenso carnaio fatto di sanzioni, scontri a bassa intensità, attentati terroristici e guerra conclamata (ufficialmente contro la tigre di carta chiamata ISIS, ufficiosamente tra due blocchi che si contendono Mar Nero, Mediterraneo Orientale, Syraq e predominio nel Golfo Persico).


Non basta più definire questa cosa come una “guerra mondiale a rate”, come dice Papa Francesco. Forse è più giusto definirla come guerra ibrida su larga scala.

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