‘di Giorgio Cremaschi
La terribile strage di Parigi non ha solo colpito centinaia di innocenti, ma anche le nostre più sempre più traballanti
democrazie che stanno rispondendo al terrorismo fondamentalista suicidandosi.
Cento anni fa fece la stessa cosa l”Impero Austro Ungarico, che nel 1914 reagì con la guerra al terrorismo serbo. Il
risultato fu la distruzione di quello stato e la catastrofe immane della prima guerra mondiale. Cambiato il mondo
l”Occidente, questa volta trascinato dalla Francia, sta intraprendendo lo stesso percorso. Da 25 anni, dalla prima guerra
in Iraq, il mondo occidentale risponde con la guerra al terrorismo. Il risultato è che oggi il fondamentalismo musulmano
sunnita ha un suo nuovo stato terrorista. Non è il primo perché già il regime dei Telebani in Afghanistan alimentava e
sosteneva il terrorismo, allora quello di Bin Laden. Rovesciato quel regime, ucciso Bin Laden, il terrorismo islamico si è
rafforzato ed esteso.
Ammesso quindi che i bombardamenti aerei occidentali e russi riescano a far cadere il califfato, non cӏ alcuna garanzia
che il terrorismo non si diffonda ulteriormente. Per mettere le mani avanti tutti i governanti europei ora parlano di una
guerra lunga. Lunga quanto, visto che dura dal 1990? È la guerra dei cento anni a cui dobbiamo attrezzarci?
L”Unione Europea ha deciso di togliere dai vincoli dell”austerità di bilancio le spese aggiuntive per la guerra, ipocritamente
mascherate come spese di difesa. Questa misura è stata presa quasi in contemporanea con la decisione del parlamento
greco di approvare 48 tagli draconiani a quel poco che in quel paese ancora resta dello stato sociale. In Grecia si
chiuderanno ospedali e verrano pignorate le case dei poveri che non possono pagare i debiti. Questo in ottemperanza al
memorandum della Troika accettato da Tsipras. Se però il governo greco decidesse di comprare dei droni per colpire il
terrorismo, allora potrebbe non tenere conto dei vincoli di bilancio imposti.
Quale modello di società è quello dove è virtuoso spendere in deficit per le armi e vizioso farlo per scuole o ospedali?
Sono questi i valori che i governanti proclamano di voler difendere con la guerra? La guerra ha così trovato un naturale
alleato nella politica di austerità , anche perché entrambe sono inconcludenti allo stesso modo. Da quanti anni si
colpiscono l”occupazione, i diritti, i servizi sociali e i beni comuni con lo scopo dichiarato di sconfiggere la crisi? E da
quanto lo si fa nel nome dell”Europa? Anche l”austerità , come la guerra, non solo non produce risultati contro il nemico
che dichiara di voler combattere, ma anzi lo rafforza. E anche in questo caso, di fronte alla scarsità di risultati, i
governanti spiegano che dobbiamo comunque abituarci a tempi lunghi. Secondo l”Ocse ci possono volere altri 20 anni per
tornare ai livelli di sviluppo pre crisi. Come dire che non ci torneremo mai, o che assieme alla guerra avremo anche la
crisi dei cento anni.
Possibile allora che i nostri governanti siano tutti stupidi e incompetenti e non sappiano trarre conclusioni e bilanci da ciò
che fanno? No non lo credo, da qui la mia convinzione sul peso sempre maggiore che ha la malafede nei sistemi di
governo. Quando parlo di malafede non voglio affatto sostenere teorie complottiste. In una recente trasmissione
televisiva Edward Luttwak ha rivendicato che finanziare ed armare il fondamentalismo islamico sia stato comunque un
buon affare per l”Occidente perché è servito a far crollare l”Unione sovietica. E, aggiungo io, è un buon affare affare
anche oggi per la politica coloniale di Israele nei confronti del popolo palestinese. Tuttavia anche se è sicuro che il
terrorismo islamista sia stato all”inizio sostenuto dall”Occidente, dagli USA alla Francia, questo non vuole dire che oggi ne
sia ancora un burattino. No, è evidente che il terrorismo sunnita è dilagato per forza propria, oltre che per il continuo
appoggio da stati, Arabia Saudita in testa, che l”Occidente considera ed arma come propri indispensabili alleati. Il
terrorismo sunnita ha raccolto la carica di violenza sprigionata dalla guerra in Irak, abbiamo dimenticato il massacro al
fosforo bianco di Falluja? La guerra è poi diventata guerra di religione tra sunniti e sciti, mentre la Turchia, membro
autorevole della NATO, combatteva prima di tutto il solo popolo della regione organizzato su basi laiche, i curdi. In
questo contesto tutti gli interventi armati occidentali non han fatto altro che gettare benzina sul fuoco fino a cancellare
le stesse entità statali in Somalia e in Libia. Il fatto che ora al posto degli Stati Uniti compaia ora la Russia di Putin non
cambia la sostanza.
Infine è bene ricordare che il terrorismo esploso in Europa nasce prima di tutto nelle banliue delle grandi città europee,
tutti gli autori delle ultime stragi sono cittadini francesi, belgi, britannici. La malafede dei governanti non sta dunque in
qualche oscuro complotto, ma nel sapere perfettamente che la guerra così come l”austerità sono risposte sbagliate a ciò
che si dichiara di voler affrontare e sconfiggere. Sono risposte sbagliate e fallimentari, ma sono le sole che si continuano
a dare perché sceglierne altre vorrebbe dire ammettere troppi errori e soprattutto mettere in discussione troppi affari,
troppi interessi, troppo potere.
L”Occidente dovrebbe ritirare le sue truppe sparse per il mondo, smetterla di armare gli alleati di oggi che diverranno i
nemici di domani, e magari investire molto di più nella propria sicurezza interna. Gli stati europei dovrebbe ribaltare la
vergognosa licenza concessa dalla UE e investire in deficit su lavoro e stato sociale, tagliando invece l”industria delle
armi sulla quale in questi giorni si riversano gli acquisti in Borsa. E soprattutto si dovrebbe rispondere al terrorismo con
più democrazia e non con le leggi speciali. Solo con la pace, la democrazia e l”eguaglianza sociale si può sconfiggere il
terrorismo, ma i governanti europei preferiscono ingannare i propri popoli trascinandoli in una escalation di guerra e
autoritarismo di cui non si vede la fine.
Hollande ha fatto proprio il Patriot Act con il quale Bush jr reagì all”11 settembre, e ora il paese simbolo della democrazia
europea si prepara a mettere in Costituzione quello stato di emergenza che ha un solo precedente nella storia europea.
Parlo della Germania di Weimar, dove proprio l”uso continuo di quello strumento da parte di governi formalmente
democratici aprì la via istituzionale a Hitler. Quello vero, non quelli che da 25 anni pare sorgano ogni 6 mesi sui fronti
delle varie guerre.
D”altra parte è tutta la costruzione europea che respinge la democrazia, come ci ha ricordato Luciano Gallino nel suo
ultimo libro. I parlamenti non son da tempo più sovrani, le politiche economiche le decidono Bruxelles e la Germania. Ora
abbiamo scoperto che nel Trattato di Lisbona l”articolo 42.7 obbliga alla solidarietà armata nella Unione. Nel 1915 l”Italia
fu trascinata in guerra dal colpo di stato del Re, oggi il sovrano sta Bruxelles e può portarci in guerra saltando le nostre
istituzioni e la nostra Costituzione.
Leggi speciali, austerità , spese di guerra, è così che l”Unione Europea oggi intende procedere. Se non fermiamo questa
follia in malafede il rischio è che alla fine un”Europa democratica non ci sia più, mentre il terrorismo sia ancora più feroce
e diffuso.
(25 novembre 2015)[url”Link articolo”]http://www.huffingtonpost.it/giorgio-cremaschi/guerra-e-austerita-risposte-sbagliate-e-in-malafede_b_8608230.html[/url] © L”Huffington Post.
Infografica: © Daniel Stolle.
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