Alla guerra a passi da gigante: gigante demente

'E'' la NATO a determinare totalmente la politica estera europea, che si fa trascinare in un vortice di provocazioni che possono portare alla guerra globale. [M. Blondet]'

Alla guerra a passi da gigante: gigante demente
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3 Dicembre 2015 - 15.06


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di Maurizio Blondet.


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“Sia
chiaro: la Turchia è membro della NATO e nostro alleato”, ha detto
Obama a Parigi a margine del vertice sul clima. Le prove (schiaccianti)
portate da Mosca che Erdoğan e famiglia trafficano il petrolio di DAESH?
“Totalmente assurde
”, ha risposto Steve Warren, portavoce del Pentagono. Ha deciso di posizionare batterie di
Patriot al confine tra Turchia e Siria, come voleva Erdoğan (e non aveva
finora ottenuto). 

Contemporaneamente, la NATO – su raccomandazione del
comando americano dell’alleanza – invita il microscopico Montenegro (630
mila abitanti) e conduce esercitazioni militari in Ucraina col regime
di Kiev. A cui ha fornito già armi letali. Yatseniuk, il governante del
regime di Kiev che è in bancarotta e tenuto in piedi da miliardi di
finanziamenti FMI ed europei dal canto suo, si offre di fornire alla
Turchia “mais e girasole e petrolio” (sic) ad Erdoğan per aiutarlo nella
lotta contro la Russia. 

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Cameron
ha ottenuto dal suo parlamento il via a “bombardare le basi ISIS” in
Siria e lo fa senza coordinarsi con i russi. In pratica, un atto di
ostilità.


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E
la UE ha deciso – a porte chiuse, senza consultare i parlamenti per
volontà di Angela Merkel – di prolungare le sanzioni contro Mosca. Che
cosa precisamente la UE rimproveri alla Russia, non si sa più. Una cosa è
evidente: “E’ la NATO a determinare totalmente la politica estera della
UE”
, commenta Deutsche Wirtschaft Nachrichten.

Kerry e Stoltenberg istruscono Kllimkin (ministro di Kiev) al vertice NATO di mercoledì

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Berlino
s’impegna per la prima volta a mandare i suoi Tornado a bombardare la
Siria – ormai chiaramente una operazione occidentale per ostacolare la
vittoria russa contro l’ISIS
– anche se dei 93 Tornado che aveva in
origine acquistato ne restano operativi solo 29, aerei vecchi anche di
34 anni, considerati obsoleti. Dei 68 Eurofighter più moderni, ne
restano operativi 37. Però anche Berlino ha annunciato che bombarderà
“senza coordinarsi con la Russia”. 


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La
miserabile debolezza con cui gli europei si prestano a queste dementi
provocazioni anti-Putin è dimostrata dal fatto che da quando Mosca ha
posizionato gli S-400 per contrastare gli aerei turchi, la francese Charles De Gaulle
ha smesso di “bombardare l’ISIS”. Otto, nove giorni senza incursioni
sulla Siria; senza il permesso di Assad – che non vuol chiedere –
Hollande (che aveva promesso una “risposta spietata”) non osa rischiare
la sua unica portaerei. Per giorni, anzi, la Charles De Gaulle
è stata introvabile. Poi si è scoperto che aveva lasciato il
Mediterraneo orientale “per rifugiarsi dietro i Patrios Usa in Turchia”. 

Erdoğan, a cui non par vero di trovare ogni giorno più membri della
NATO coinvolti nella sua sporca guerra, ha subito consentito ai caccia
francesi di andare a “bombardare l’ISIS” (intralciare i russi) dalla
base turca di Incirlik. 

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Insomma
tutto l’Occidente, in perfetta malafede, è schierato a dar ragione ad
Erdoğan e a sostenere di fatto DAESH che cede sotto i colpi russi.


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Il
numero delle provocazioni che emergono in questi giorni è troppo, per
non vedere una volontà precisa
. Emerge che quando gli F-16 turchi
abbatterono il Sukhoi, erano appoggiati da F-16 americani come
deterrente per una rappresaglia russa. “Se è vero, significa che Obama
non ha alcuno scrupolo a cominciare un conflitto diretto con Mosca”, ha
commentato Michael Jabara Carley, docente di politica internazionale
all’Università di Montreal. 


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L’ultima per il momento e forse la più inquietante provocazione: due sommergibili turchi (Dolunay e Burakreis) scortati dall’incrociatore americano USS Carney che porta missili balistici Aegis, stanno tallonando la nave da guerra Moskva, armata di missili S-300, al largo di Cipro, in acque internazionali.


La
cosa è allarmante perché può essere il preludio alla ritorsione da
Mosca più temuta fin dai tempi degli Zar: che la Turchia chiuda alla
navigazione russa il Bosforo e i Dardanelli
. Voci non confermabili che
Erdoğan lo sta già facendo: il traffico delle navi russe negli stretti
viene vistosamente rallentato. Non c’è dubbio
che il regime turco ci pensi, ne sia tentato. Il primo ministro Davuto
ğlu ha
minacciato: “Anche la Russia ha da molto da perdere” da controsanzioni.
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Se
Erdoğan chiudesse gli stretti, commetterebbe un atto di criminalità
internazionale con pochi precedenti, una violazione della libertà di
navigazione sancita – per gli Stretti – dalla Convenzione di Montreux
del 1936.

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Mosca
potrebbe far valere la Convenzione ed ottenere una condanna della
cosiddetta comunità internazionale. Ma in quale sede? L’Onu? L’Europa?
E’ chiaro che la “comunità internazionale” è dominata dall’impero del
caos
, e gli darebbe torto.

Gli stretti

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Impedita
di passare con le navi per gli Stretti, la Russia non potrebbe più
facilmente rifornire le sue forze in Siria. Peggio: ogni tipo di
commercio russo verrebbe praticamente  paralizzato, reso difficle e
costoso.

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A quel punto, la guerra contro la NATO per Putin non diventerebbe un’opzione, ma una necessità.
Esattamente come le sanzioni di Roosevelt che lasciavano il Giappone
con riserve di petrolio per otto mesi, convinsero a quel tempo Tokio che
la guerra era una necessità, altrimenti sarebbe stato lo
strangolamento: e fu l’attesa, auspicata, desideratissima Pearl Harbour.
Come un caso di scuola, gli Stati Uniti “si fanno aggredire” per
cominciare le guerre mondiali, e quelle locali.

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