La grande spartizione della Libia: un bottino da almeno 130 miliardi

La Libia era al primo posto in Africa nell’indice Onu dello sviluppo umano, adesso è uno stato fallito. Ora due canali concorrenti per l’export di petrolio sono in guerra

La grande spartizione della Libia: un bottino da almeno 130 miliardi
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6 Marzo 2016 - 18.56


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di Alberto Negri.

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Quando si incontreranno martedì al
palazzo Ducale di Venezia, Matteo Renzi e François Hollande guardandosi
negli occhi dovrebbero farsi una domanda: per quali ragioni facciamo la
guerra in Libia?

 

La risposta più ovvia – il Califfato – è quella di comodo. La guerra di
Libia è partita nel 2011 con un intervento francese, britannico e
americano che con la fine di Gheddafi è diventato conflitto tra le
tribù, le milizie e dentro l’Islam, che però è sempre rimasto una guerra
di interessi geopolitici ed economici. 

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L’esito non è stato l’avvento
della democrazia ma è sintetizzato in un dato: la Libia era al primo
posto in Africa nell’indice Onu dello sviluppo umano, adesso è uno stato
fallito
.

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La guerra è in realtà un regolamento di conti e una spartizione della
torta tra gli attori esterni e i due poli libici principali, Tripoli e
Tobruk, che hanno due canali paralleli e concorrenti per l’export di
petrolio
.

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Fonte: Il Sole 24 Ore.

Segnalato da Zeroconsensus.

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