Il nostro Uomo a Tripoli

Per al-Serraj, i suoi sponsor (in prima fila il Governo Renzi) avevano organizzato un ingresso trionfale in Libia: è dovuto sbarcare su un canotto, accolto da cannonate

Il nostro Uomo a Tripoli
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31 Marzo 2016 - 22.22


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di Francesco Santoianni.

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Si era già tentato con Ali Zeidan. Per questo bandito, la Farnesina, il 6 marzo 2014, aveva organizzato una sontuosa (40 delegazioni) Conferenza Internazionale sulla Libia

Una settimana dopo, con gli smaglianti sorrisi di Zeidan e della Mogherini (allora ministra degli Esteri) ancora sui TG, si viene a sapere che Zeidan è scappato in Germania con un container pieno d’oro

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Oggi il burattino da mettere al governo in Libia – solo per invocare i bombardamenti dell’Occidente – si chiama Mohammad Fayez al-Serraj. Per lui, i suoi sponsor (in prima fila il Governo Renzi) avevano organizzato un ingresso trionfale in Libia: è dovuto sbarcare su un canotto nella base (oggi USA) di Abu Sittah e, appena ha tentato di avvicinarsi a Tripoli, è stato accolto a cannonate.

Oggi, al-Serraj è già scomparso dalle prime pagine di Repubblica e Corriere che, intanto, lanciano una ennesima campagna “moralizzatrice”. 

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Questa volta contro la ministra Guidi. Lo avevano già fatto quattro mesi fa contro la ministra Boschi


La minaccia dei Poteri Forti era ed è chiara: o Renzi si decide a mandare subito in Libia 5.000 soldati italiani (come ordinato, un mese fa, dall’ambasciatore USA), o fa la fine di Letta.

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