Il cambio in politica estera della Turchia è ormai in atto

La Turchia sta cambiando direzione. Invece di affacciarsi a Ovest, verso la NATO e verso il sogno impossibile di un ingresso nella UE, si è rivolta ad Est.

Il cambio in politica estera della Turchia è ormai in atto
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28 Luglio 2016 - 08.50


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da Moon of Alabama.

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La
Turchia sta cambiando
la direzione
in cui si muove la sua politica estera. Invece di affacciarsi a Ovest,
verso la NATO e verso il sogno impossibile di un ingresso nell’Unione Europea,
si è rivolta ad Est, verso una cooperazione più stretta con Russia, Cina ed
Iran. E’ sua intenzione anche sviluppare le relazioni con gli stati dell’Asia
Centrale: Turkmenistan, Kazhakistan, Uzbekistan e Azerbaijan.

Per
coprire la mossa, che era incominciata prima del recente tentativo di colpo di
stato, il governo turco ha bisogno di qualche scusa plausibile. La parte
“colpevole”, che dovrebbe giustificare il cambiamento, non dovrebbe essere la
stessa [al governo], ma piuttosto i suoi “partner occidentali”.

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Che poi
il golpe sia probabilmente correlato alle attività clandestine del Movimento Gulenista in Turchia è un regalo bene
accetto. La Turchia è convinta che, in qualche modo, nel colpo di stato ci sia
lo zampino degli Stati Uniti, o che, come minimo, essi ne fossero già a
conoscenza, ma non abbiano avvisato Ankara. Che il golpe abbia una correlazione
con gli Stati Uniti non è solo una teoria cospirativa senza fondamento. Le
aerocisterne che avevano rifornito gli F-16 che avevano bombardato il
parlamento durante il colpo di stato erano decollate dalla base aerea NATO di
Incirlik, dove si trova il comando statunitense per le operazioni in Siria. Tre
dei cinque reggimenti coinvolti nel colpo di stato ad Istanbul fanno parte dei
Corpi a Dispiegamento Rapido della NATO. Uno dei capi del golpe è il comandante
della Seconda Armata turca, che coordina con gli Stati Uniti le azioni militari
contro la Siria (e l’ISIS).

Un altro
segno della colpevolezza statunitense, almeno dal punto di vista turco, è
l’ipocrita prima dichiarazione rilasciata dal Segretario di Stato Kerry mentre
il golpe era ancora in atto. Dal mio live blogging
del colpo di Stato, prima che si capisse che era destinato al
fallimento:

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Giornalista alla conferenza stampa
Lavrov & Kerry, attualmente in corso, “Francia e Belgio hanno detto ai loro
cittadini in Turchia di rimanere a casa”. Lavrov: “Anche i cittadini russi
dovrebbero farlo”.

2:11 PM – 15 Jul 2016 Talking Points Memo @TPM

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#ULTIMISSIMA John Kerry, con il colpo di
stato apparentemente in atto, spera nella stabilità in Turchia. http://bit.ly/29WqHS6

“Stabilità”
– Questo è un modo di parlare a favore del golpe….

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Kerry ha
parlato in diplomatese a sostegno del golpe in atto. Chiedere “stabilità”
invece di “democrazia” o “rispetto per il legittimo governo” era assai
improbabile potesse scoraggiare i cospiratori. Ciò che aveva voluto annunciare
era si “stabilità”, ma sotto il loro controllo.

Oggi il Washington Post ha pubblicato
un editoriale che sembra chiedere un nuovo golpe in Turchia. Suggerisce
come evitare gli errori di quello fallito. I Turchi lo vedranno come un
complotto degli Stati Uniti ancora in atto:

In Turchia i golpisti non hanno atteso elezioni
controverse o ondate di malcontento popolare. Forse degli organizzatore più
pazienti e con più senso strategico avrebbero ottenuto risultati migliori.

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Il capo
religioso e predicatore sufita turco Fethullah Gülen risiede in Pennsylvania,
da dove controlla la sua rete mondiale di scuole private. Si dice che Gülen sia
a libro paga della CIA. Due ex alti papaveri della CIA avevano parlato a suo
favore quando, negli anni ’90, aveva richiesto la residenza negli Stati Uniti.

La
Turchia ora chiede l’estradizione di Gülen. Le prove della sua colpevolezza,
offerte dalla Turchia, consistono sopratutto nelle confessioni degli ufficiali
coinvolti. Queste sono state ottenute con modalità in qualche modo coercitive.
E’ improbabile che siano sufficienti a convincere i vari gruppi di interesse
negli Stati Uniti ad acconsentire all’estradizione di Gülen.

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Ma questo
si sposa bene con i piani turchi. Se gli Stati Uniti non dovessero avallare la
richiesta, la Turchia avrebbe una buona ragione per raffreddare le proprie
relazioni con gli Stati Uniti e con la NATO. Il Ministro degli Esteri turco ha
appena richiesto
una rapida estradizione di Gülen. Dando prova di unità nazionale, il
leader del partito di opposizione, il CHP, ha richiesto
la stessa cosa. Perciò questa non è solo una qualche pagliacciata del
matto Erdoğan, ma una vera e propria richiesta del popolo turco.Gli Stati Uniti
cercheranno di tirare la cosa per le lunghe, ma  dal momento che, anche il
partito di opposizione appoggia la domanda, spazio di manovra ce n’è veramente
poco.

La mia
previsione è che gli Stati Uniti rifiuteranno ogni tipo di estradizione e che
la Turchia userà questo come pretesto per giustificare relazioni meno
amichevoli.

Dall’altro
lato di questa giravolta in politica estera ci sono Russia ed Iran. Entrambe si
sono espresse, rapidamente e con durezza, contro il golpe. La Turchia ha
esplicitamente ringraziato il Presidente russo Putin per il suo incondizionato sostegno contro il colpo di Stato.
(Voci non confermate
asseriscono che la Russia avesse messo in guardia
il governo turco alcune ore prima che il golpe avesse inizio). Il Presidente
turco Erdoğan incontrerà personalmente Putin il 5 agosto. La Turchia vuole
“portare le relazioni con la Russia a nuovi livelli”.

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L’ambasciatore
turco a Teheran ha plaudito al
sostegno iraniano contro il colpo di stato.

Come
precondizioni per il miglioramento delle relazioni, la Russia (e l’Iran) ha richiesto
che la Turchia interrompa gli aiuti ai ribelli jihadisti in Siria.
Secondo l’Economist, la Turchia ha acconsentito:

Mentre il Sig. Erdoğan si concentra sui nemici
interni, ha anche cercato di chiudere il più boccaporti possibile, sigillando
il valico di confine di Bab al-Hawa, in pratica la principale via di
rifornimento del territorio in mano all’opposizione siriana sunnita.

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…

Alcuni ribelli sostengono che, a seguito del
contro-golpe, il Sig. Erdoğan potrebbe anche proiettare all’esterno il suo
trionfalismo sunnita e andare al loro salvataggio. Ma, fra i leader esiliati a
Gaziantep e fra gli Americani che coordinano il loro backup logistico, il
morale è basso. “I giochi (per i ribelli siriani) sono già finiti”, dice uno di
loro.

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C’è anche questo, dal Financial
Times
:

La settimana scorsa i ribelli
siriani hanno affermato di aver notato un cambiamento nel comportamento di
Ankara […] La Turchia rimaneva inattiva mentre i ribelli combattevano […]
Normalmente, i Turchi sarebbero arrivati in massa a controllare, si sarebbero
incontrati con i comandanti e si sarebbero assicurati che ciascuno facesse il
suo lavoro.

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Uno
scontro con gli Stati Uniti su Gülen, migliori relazioni con Russia e Iran e
sostegno ridotto ai “ribelli” siriani, il cambio di politica estera della
Turchia è in pieno svolgimento.

—

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Al-Qa’ida
in Siria, conosciuta con il nome di Jabhat al-Nusra, temeva una stretta nella
cooperazione fra Russia e Stati Uniti e [la ripresa di] una intensa campagna di
bombardamenti contro di lei (come richiesto da due risoluzioni del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite). Per evitare danni, Al-Qa’ida sta cercando di
ingannare il pubblico.

Jabhat
al-Nusra si auto-rinominerà
in Jabhat Fath al Sham e rinnegherà pubblicamente ogni collegamento (ma
non i suoi obbiettivi) con il gruppo principale di Al-Qa’ida. Jabhat al-Nusra
dispone di circa 5.000 combattenti, un terzo dei quali stranieri. La formazione
spera che questa mossa sia sufficiente per non essere più considerati dall’ONU
e dagli USA come una “organizzazione terroristica”, ed essere invece
riconosciuti come “ribelli moderati”. Questi ultimi ricadono nei termini del
cessate il fuoco concordato fra Russia e Stati Uniti. Gli stati del Golfo che
sponsorizzano Jabhat stanno spingendo da un po’ di tempo questa mossa. Ci si
chiede che promesse abbiano fatto gli Stati Uniti per promuovere l’iniziativa.

L’amministrazione
Obama accetterà e difenderà un cambio di nome solo di facciata? Chiederà alla
Russia di sospendere gli attacchi contro una Al-Qa’ida dal travestimento nuovo?
Secondo me sarebbe estremamente imbarazzante. Ma, se gli Stati Uniti difendono persino il loro sostegno a “ribelli moderati” che decapitano
i bambini malati, potrebbero benissimo sostenere apertamente una sola Al-Qa’ida
rinominata.

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Articolo
pubblicato da Moon of Alabama il 26 Luglio 2016

Tradotto
in Italiano da Mario per SakerItalia.it

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