Burkini, ipocriti e babbei. Voila

'La classe dirigente francese che tuona contro il burkini ha conferito la Legion d''Onore a bin Nayef, il principe di un regime, quello saudita, nemico delle donne [F.Scaglione]'

Burkini, ipocriti e babbei. Voila
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19 Agosto 2016 - 22.54


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di Fulvio Scaglione.


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Sono convinto da tempo che la Francia, oggi, abbia una delle classi politiche più mediocri d’Europa e
la polemica intorno al burkini, ovvero il costume da bagno che copre
interamente il corpo e la testa, usato da certe donne musulmane,

è l’ennesima dimostrazione di questo assioma. 

Frequento da anni, con un
minimo di continuità ma senza pretese, le spiagge della Costa Azzurra e
di burkini ne avrò visti sì e no due. Non credo quindi che si possa parlare di sfida ai “buoni costumi”, “alla laicità” e “alle regole d’igiene e sicurezza” alle quali si è riferito David Lisnard, sindaco di Cannes, nell’emettere l’ordinanza di divieto che è poi stata replicata da altri sindaci della Costa.


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Assai più spesso, e certamente proprio a Cannes oltre che in altri
luoghi del Sud della Francia, ho visto ricchi arabi in abbigliamento
tradizionale, seguiti da donne velate con solo gli occhi liberi, con
relativo stuolo di bambini, entrare e uscire dalle boutique carichi di borse e pacchetti, intavolare fitte conversazioni nelle agenzie immobiliari,
uscire satolli dai migliori e più cari ristoranti, sbarcare nei
porticcioli da barche da sogno. In altre parole: il burkini che in
spiaggia, in rarissime occasioni, tanto turba il senso della laicità,
dell’igiene e della sicurezza del sindaco di Cannes, gli è del tutto
indifferente quando serve a far girare la moneta. Anche se questa moneta
è la vera architrave dei regimi più ostili alla laicità e alle donne
che esistano al mondo

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C’è solo un personaggio più dannoso
dell’ipocrita: l’ipocrita babbeo.


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Parlavo di “classe politica”, all’inizio, perché il premier Manuel Valls ha ripetuto pari pari il comportamento (che è molto politico) del sindaco di Cannes. Ha detto il premier che “il burkini è incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica,
ed è l’espressione di un’ideologia basata sull’asservimento della
donna”. 

Curioso che Valls si permetta dichiarazioni come questa, gonfie
di orgoglio per i sacri principi. Perché Valls attacca il burkini ma
difende in ogni modo, e nella pratica, proprio “l’ideologia basata
sull’asservimento della donna”
di cui il burkini è un prodotto alla fine
secondario.

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Come lo fa? Ecco qualche esempio. Il 4 marzo scorso il presidente francese Hollande (che ora sulla “questione burkini” tace) ha
conferito la Legion d’Onore, massima onoreficenza francese, a Mohammed
bin Nayef
, principe ereditario della monarchia saudita e ministro degli
Interni.
In quel momento, Bin Nayef (che ritirò la Legion
d’Onore in abiti tradizionali) aveva firmato ben 70 condanne a morte
proprio per difendere l’ideologia wahhabita e il regime che si basano,
tra l’altro “sull’asservimento della donna” che tanto preoccupa Valls
quando si manifesta con un paio di burkini sulla spiaggia. Scoppiarono
molte polemiche e Valls intervenne per dire che la Francia ha “una relazione strategica” con l’Arabia Saudita. Strategica, capito? Però, certo, il burkini non può passare.

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Nel 2015, inoltre, i vertici del governo francese erano stati per ben
tre volte in Arabia Saudita: Hollande il 24 gennaio dopo la morte del
re Abdullah e poi come ospite d’onore il 5 maggio a un vertice del
Consiglio di Cooperazione del Golfo; Valls il 12 e 13 ottobre per
firmare una serie di contratti che hanno reso alla Francia 10 miliardi
di euro. Tra le “merci” trattate, anche tante buone armi di
produzione francese. Armi che l’Arabia Saudita userà per difendere non
il burkini
ma proprio l’ideologia che genera “l’asservimento
della donna” in generale. O che magari passerà ai tanti gruppi
estremisti o terroristici che da decenni godono del suo appoggio morale,
politico e materiale e che sono incaricati di diffondere anche altrove
quella stessa ideologia.


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Nella miseria politica dei francesi, però, possiamo comunque riconoscere la stessa miseria che affligge il mondo occidentale.
Non siamo capaci o non abbiamo voglia (perché il denaro ci preme di
più) di colpire le centrali dell’estremismo e del terrorismo islamico. Però facciamo fuoco e fiamme contro i simboli, belli o brutti, del mondo musulmano. E quindi, per pigrizia morale e incoscienza politica, ce la prendiamo con due o tre burkini. 

L’ordinanza del sindaco di Cannes è poi stata sdoganata dalla
magistratura, che ha invocato lo stato di emergenza generato dalla
strage di Nizza. Strage compiuta, giova ricordarlo, da uno psicopatico
che non andava in moschea, non rispettava il Ramadan (che è uno dei
cinque pilastri dell’essere musulmani), andava a donne, beveva e così
via. 

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E voi volete che con politici così si vinca al battaglia contro il
terrorismo islamico? Ma dai…

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