USA-Russia, a un passo dallo scontro, senza regole né linguaggio comune

'E'' una fase esplicita di rottura strategica tra USA e Russia. Non è Putin a volerlo. Siamo alla preparazione allo scontro vero e proprio [Giulietto Chiesa]'

USA-Russia, a un passo dallo scontro, senza regole né linguaggio comune
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5 Ottobre 2016 - 17.30


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Trascrizione del colloquio telefonico con Giulietto Chiesa a cura di Lucia Bigozzi.


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“Siamo in una fase esplicita di rottura strategica tra Stati Uniti e Russia. Non è Putin che vuole tutto ciò che, invece viene dagli Usa: bisogna capire chi sono quelli che in America fanno questa politica”. Venti di guerra fredda? “Siamo andati molto oltre la guerra fredda e siamo in una situazione di preparazione allo scontro vero e proprio”. 

Due concetti che Giulietto Chiesa, giornalista, scrittore ed esperto di scenari geopolitici, argomenta nella conversazione con Intelligonews a proposito della rottura delle relazioni tra le due potenze sull’accordo per la Siria, compreso il ‘dossier’ plutonio. 


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Non c’è accordo tra Stati Uniti e Russia sul plutonio. Che sta succedendo e cosa ci legge dietro?

“Mi pare che continui la strategia finalizzata a rompere tutti i rapporti, siamo in una fase esplicita e palese di rottura strategica tra Stati Uniti e Russia. E’ chiaro che non è Putin a volere tutto ciò, mi pare evidente; in realtà viene dagli Stati Uniti e bisogna semplicemente capire chi sono quelli che negli Stati Uniti fanno questa politica, perché non mi pare sia condivisa da tutti”. 


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Siamo alla guerra fredda?

“Da tempo dico che siamo andati molto oltre la guerra fredda: siamo in una situazione di preparazione allo scontro vero e proprio. La guerra fredda aveva delle regole; ma qui non ci sono più regole e tra i due interlocutori non c’è più un linguaggio comune. E io – come è noto – sostengo che chi ha cambiato linguaggio siano stati l’America e l’Occidente, non la Russia”. 


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Cosa può succedere adesso e chi può riportare il sereno nei rapporti Stati Uniti-Russia tra Trump e la Clinton?

“La Clinton non mi pare che abbia alcuna intenzione di migliorare questo tipo di dialogo. Se vincerà lei sarà molto peggio di adesso, perché la signora Clinton si è mossa più in sintonia con Victoria Nuland che con Obama; io mi aspetto addirittura che la Nuland (la quale ha avuto un certo ruolo in Ucraina) diventi Segretario di Stato: potrebbe essere benissimo tra i candidati e allora sarebbero guai per tutti. Chi può riportare pace non sono sicuramente gli uomini e le donne del gruppo di Hillary Clinton”.


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E Trump?

Forse con Donald Trump se mantiene la parola – o meglio se gli concedono di mantenere alcune cose che ha detto durante la campagna elettorale – si può sperare qualcosa di meglio nella politica estera, ma solo sulla politica estera degli Stati Uniti”.


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