Cinque segnali gravi intorno a Trump

La ripresa della guerra in Donbass, prove di Rivoluzione colorata, Obama in modalità eversione, agenzie di spionaggio contro il capo, il riarmo jihadista. [Giulietto Chiesa]

Cinque segnali gravi intorno a Trump
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Redazione Modifica articolo

1 Febbraio 2017 - 11.47


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di Giulietto Chiesa.

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Primo segnale. Riprende la guerra in Donbass. Escludo che i nazisti di Kiev e i loro amici prendano iniziative di loro spontanea iniziativa. Se attaccano è perché glielo ha ordinato la CIA. Dunque la CIA attacca non solo in Donbass ma anche a Washington. Obiettivo è il presidente Donald Trump.


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Secondo segnale. Michael Moore, esponente tra i più esagitati della canea liberal-liberista promossa dell”élite clintoniana, proclama in una trasmissione tv che “il nostro presidente è Obama”. Tra le ovazioni di Hollywood, e di Google, Facebook, Yahoo, Twitter etc. E di tutto il mainstream occidentale. Tecnicamente è una dichiarazione eversiva. E non sarebbe inammissibile (come opinione) se contemporaneamente forze potenti, che hanno organizzato rivoluzioni colorate in tutto il mondo non stessero facendo la stessa cosa negli Stati Uniti, con propaggini a Londra, Berlino e altrove.


Terzo segnale. L”ex presidente Barack Obama rompe tutte le consolidate convenzioni americane e critica duramente, apertamente, il suo successore. Si mette a capo degli sconfitti. Che tutto fanno fuorché restare immobili.

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Quarto segnale. Le più importanti agenzie di spionaggio americane tengono sotto controllo il generale Michael Flynn (per le sue telefonate con l”ambasciatore russo). E lo rendono noto. Ma Flynn è l”uomo che Trump ha scelto per riorganizzare tutti i servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Dovrebbe essere lui al comando. Cioè cruciali agenzie dello Stato americano si coalizzano contro l”Amministrazione legalmente in carica. Questo è un atto eversivo vero e proprio.


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Quinto segnale. I servizi segreti USA e NATO stanno riarmando i tagliagole in Siria e Iraq. I soldi sauditi e del Qatar sono in movimento vorticoso.

Conclusione: da qui alla fine di aprile, cioè da qui alla fine dei cento giorni di Trump, sono da attendersi colpi. Non solo colpi di scena.


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