di Giampaolo Rossi.
Si chiama Tulsi Gabbard ed è una “deputata†democratica americana, membro del Camera dei Rappresentanti per lo Stato delle Hawaii.
Eletta per la prima volta nel 2002 (a soli 21 anni) ha lasciato il suo mandato per partire volontaria in Iraq, dove è ritornata per una seconda missione nel 2009: un papà cattolico e conservatore di Fagatogo (Samoa americane) e la mamma indù di origini europee.
La Gabbard è la prima parlamentare “samoanaâ€, la prima di religione induista e la prima donna veterana di guerra nella storia del Congresso.
Ma cosa ha combinato la deputata americana per meritarsi tanta ostilità ? Semplice: un mese fa è volata in Siria per capire cosa stesse realmente succedendo lì, ed ha incontrato il Presidente Assad, l’uomo che, per il Partito della Guerra di Washington, è il nuovo “Male assolutoâ€; non contenta ha visitato Aleppo e Damasco, ha parlato con leader religiosi (mussulmani e cristiani), operatori umanitari (quelli veri non gli amici dei jihadisti a cui Hollywood regala premi Oscar), membri dell’opposizione, rappresentanti della società civile.
Ha raccontato la sua esperienza tra le vie di Damasco parlando con i siriani “che erano felici di vedere un’americana passeggiare nelle loro strade e che mi hanno chiesto: perché gli Stati Uniti supportano ed armano gruppi terroristici come Al Qaeda e l’Isis che rapiscono, stuprano, torturano e uccidono noi siriani? Perché gli Usa aiutano coloro che hanno compiuto gli attentati dell’11 Settembre? Ed io non sono riuscita a dar loro una rispostaâ€.
E quando il ligio commentatore CNN ha puntualizzato, secondo copione, che il Governo americano aiuta i ribelli moderati anti-Assad e non i terroristi, la Gabbard ha ribattuto: “La realtà , Jake, è che non esistono ribelli moderati (…) i gruppi più forti che agiscono sul terreno sono Al Qaeda e Isis e tutti gli altri gruppi esistenti combattono con loro o sotto di loroâ€; e poi la chiusura: “Noi dobbiamo fermare gli aiuti a questi gruppi terroristici e lasciare che sia il popolo siriano a determinare il proprio futuro… non gli Stati Unitiâ€.
Quanto bastava perché la lobby delle bombe umanitarie si scatenasse contro di lei; e da quel momento Tulsi Gabbard è diventata per i media Usa una pericolosissima disfattista, amica di un dittatore che uccide il proprio popolo.
Sul suo sito e nelle dichiarazioni pubbliche ha spiegato che in Siria l’America sta sbagliando tutto; certo, quello siriano è un regime a tutti gli effetti e Assad “è un dittatore†ma la guerra segreta degli Usa per rovesciarlo sta aiutando l’Isis e Al Qaeda. Ha detto che “l’indebolimento delle forze governative siriane messo in atto dagli Stati Uniti e dai nostri partner, rafforza l’ISIS, al-Qaeda e altre organizzazioni terroristiche che rappresentano una minaccia ancora maggiore per il Medio Oriente e per il mondoâ€; e ha aggiunto che “ogni soldato siriano che noi e i nostri partner sauditi uccidiamo, è un soldato in meno per la lotta contro l’Isisâ€.
Tulsi Gabbard non dice nulla di nuovo che non sia già ampiamente saputo da chi prova a guardare la guerra in Siria senza il filtro ideologico e manipolatorio dei media occidentali. Noi stessi, nel nostro piccolo, abbiamo dimostrato come l’amministrazione Obama abbia aiutato e utilizzato l’Isis per i propri fini geopolitici in Medio Oriente, o come la storia dei ribelli moderati sia una finzione concettuale (esattamente come in Libia) per distrarre l’opinione pubblica ed aiutare i gruppi jihadisti.
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/rossi/2017/03/03/il-coraggio-di-tulsi/#.