di Pino Cabras.
In morte del superfalco repubblicano statunitense John McCain, i deputati Gentiloni e Marattin e l’organo di informazione del PD spendono parole esaltate, commosse, ammirate e riconoscenti nei confronti di uno dei maggiori artefici delle guerre imperialistiche degli ultimi decenni, il maestro concertatore delle forze jihadiste che hanno devastato Iraq, Siria, Libia e altri paesi (“i nostri asset”, le definì), il fomentatore della russofobia che aizzava i nazisti ucraini al golpe e alla guerra in Donbass, in definitiva un politico direttamente coinvolto nelle politiche criminali che hanno causato milioni di morti, interi paesi civili trasformati in “failed States”, violazioni sistematiche dei diritti umani, milioni di senzatetto e fiumane di migranti disperati.
In un’epoca in cui nella polemica politica si usa ridurre gli avversari a Hitler per delegittimarli, gli esponenti del PD si autoriducono da soli a McCain, rendendo ridicolo ogni loro pigolio in materia di diritti umani.