di Paolo Bartolini.
Perché il periodo pandemico è diventato esemplare? Perché, mentre eravamo tutti minacciati (dal virus, dalla devastazione della sanità, dall’infodemia, da dispositivi biopolitici arbitrari, da una feroce criminalizzazione del dissenso…), ciò che è venuto prepotentemente in figura è stata la sfiducia nelle autorità e nelle istituzioni.
Chiarisco che, personalmente, considero questa sfiducia un sintomo grave, che denuncia la frattura tra cittadini e rappresentanti/decisori.
Ebbene, va detto, senza troppi giri di parole, che il neoliberalismo autoritario e di guerra merita tutta la nostra sfiducia e serie misure di contrasto. Oggi che la propaganda UE infuria, con liste di proscrizione e censura ai danni delle poche voci libere, mi pare davvero che lo sforzo di ragionare in maniera seria e articolata debba coniugarsi con una sfiducia programmatica nei confronti della retorica bellicista diffusa dal grosso dei media assoldati dal complesso militare/industriale/finanziario per convincerci della necessità di riarmarci contro la Russia.
Incapaci di coltivare un’economia di giustizia e ben-essere questi leader fuori di testa puntano tutto sul capitalismo delle armi e delle ricostruzioni. Dobbiamo dire un NO fermo e deciso a questa china discendente, prima che sia troppo tardi. Dal 2020 il pensiero critico è stato facilmente assorbito da polarizzazioni e semplificazioni balorde, oggi va ricostruito in modo coerente e conflittuale, in modo tale che sia chiaro chi è il nostro Avversario: la cultura della guerra del tecno-capitalismo in questa fase drammatica del suo percorso storico.
Unire i puntini, adesso, è più importante di ogni contrapposizione di principio. Fidarci tra noi, rianimare movimenti e istituzioni (è difficilissimo, ma andrà fatto), togliere ogni residuo di compiacenza e passività nei confronti del mainstream, sono azioni urgenti.
Ne consegue il fatto, decisivo, di una rigenerazione del pensiero stesso e della comunicazione tra le persone.
Il rischio di una pace in Ucraina sta scaldando gli animi dei guerrafondai al comando.
Se dovessero percepirci disuniti e troppo presi dalle nostre battaglie ideologiche fratricide, l’accelerazione drammatica degli eventi potrebbe diventare ancora più veloce.
Noi non ci fidiamo di loro, non diamo carta bianca a nessuno, e soprattutto non siamo disposti a “sacrificarci”.
