Gli scienziati: lottare contro il cambiamento climatico farà bene all'economia

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12 Marzo 2009 - 18.08


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Dal nostro inviato Dafni Ruscetta – Megachip

COPENAGHEN, 12 marzo – La lotta contro il cambiamento climatico potrebbe trasformarsi in una corsa per ottenere molteplici benefici economici, secondo i nuovi scenari tracciati nel corso dell”ultima giornata del Congresso “Climate Change: Global Risks, Challenges & Decisions”, che si tiene a Copenaghen.

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Un gruppo di ricercatori dell”Università di Cambridge ha dichiarato che anche piccole riduzioni nelle emissioni di gas serra potrebbero creare enormi vantaggi in senso macroeconomico, se i governi decidessero di procedere in questo senso.

«L”attuale crisi finanziaria mondiale può essere vista come uno stimolo, non un ostacolo, per affrontare i cambiamenti climatici nella giusta direzione. Se tutti i paesi del G20 aderissero a un “New Deal verde“, simile a quello proposto dal presidente americano Obama, l”economia mondiale potrebbe trarne notevoli benefici, in particolare i settori legati alla produzione di tecnologie a basse emissioni di carbonio», spiega Terry Barker, direttore del Cambridge Centre for Climate Change Mitigation Research (4CMR), presso il Dipartimento di Economia della Terra all”Università di Cambridge. Barker, che fa parte anche del comitato scientifico del Congresso, aggiunge: «Fondamentale è il coordinamento a livello mondiale: agendo insieme le esportazioni di ciascun Paese aumenterebbero e si creerebbe occupazione molto più rapidamente».

Questa prospettiva di rapidi effetti positivi per l”economia, nel tentativo di mitigare il cambiamento climatico, prevede inoltre la possibilità di creare nuovi fondi per aiutare i Paesi in via di sviluppo al fine di adeguarsi ai cambiamenti, che sono oramai inevitabili. «Questo ”Nuovo Piano Marshall” per il clima sarebbe dunque vantaggioso per tutte le parti», dice ancora Barker.

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Anche Greenpeace insiste sui benefici economici di una nuova politica ambientalista adottata dai governi di tutto il mondo. «Nuovi programmi di investimento in questo settore servirebbero da vero e proprio stimolo per l”economia e produrrebbero immediati benefici, aiutando a rimuovere i rischi disastrosi legati ai cambiamenti climatici e limitando le fonti di instabilità globale come, ad esempio, la precarietà in campo di approvvigionamento energetico o la competizione per le risorse», ha dichiarato Stephanie Tunmore, attivista di Greenpeace International in ambito climatico, che aggiunge: «Greenpeace chiede che vengano globalmente diminuite le emissioni di gas serra entro il 2015, a un livello il più possibile vicino allo zero entro la metà del secolo, al fine di consentire al mondo di intraprendere un nuovo cammino, che eviti ulteriori disastrosi impatti a livello climatico».

 

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