Kyoto e i sauditi bisognosi

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11 Ottobre 2009 - 12.47


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di Debora Billi – petrolio.blogosfere.it.


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E” in via di chiusura l”incontro sul clima promosso dall”ONU a Bangkok, e come regolarmente accade non si riesce a capire si si sia concluso qualcosa o meno. Accuse e controaccuse di voler smantellare il protocollo di Kyoto, Paesi in via di sviluppo e Paesi ricchi che si lanciano sfide a distanza. Si creano gruppi di pressione in un senso o in un altro, e come i bambini all”asilo è un continuo di “se non lo fanno loro allora neanche noi” oppure “perché loro sì e noi no?”.

 

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Mi scuso se non riporto nel dettaglio le varie posizioni assunte, ma è tutto talmente patetico da far cadere le braccia.

L”unico ottimista è il nostro amico Fatih Birol, capo economista dell”EIA,che ha annunciato che le emissioni potrebbero scendere del 3% nel 2009 solo a causa della crisi economica. Birol ha detto che la crisi, paradossalmente, è una grande opportunità per agire sul clima: un -5% entro il 2020 per la recessione, e se si seguisse anche Kyoto si riuscirebbe nell”intento di limitare di 2 gradi l”aumento delle temperature.

A questo punto, visto che si tratta dell Agenzia Internazionale dell”Energia, qualcuno deve essersi sentito punto sul vivo. Tra i tanti vocianti Paesi, ognuno a piangere miseria per un motivo o per l”altro, si fanno vivi i meno sospettabili: ovvero i sauditi, che hanno avuto l”incredibile faccia di bronzo di chiedere aiuti economici qualora il protocollo implichi una diminuzione dell”uso dei combustibili fossili.

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Calcolando una perdita di 19 miliardi di dollari l”anno, hanno dichiarato che i negoziati sul clima sono in realtà una scusa per colpire i Paesi produttori di petrolio.

Tutto ciò suona addirittura offensivo, a noi che ricordiamo gli sceicchi coi rubinetti d”oro e le jeep Bentley per fare le corsette sulle dune. Come se avessero un diritto divino a incamerare tot fantastiliardi l”anno, petrolio o non petrolio.

In realtà, il reddito pro-capite in Arabia Saudita è piuttosto bassino, circa 20.000 dollari l”anno, e in calo per via dell”aumento della popolazione. Lo scenario più plausibile è che, finita la pacchia del petrolio per il picco o per il clima, i principi e gli sceicchi se ne scapperanno in Svizzera a godersi i loro stramiliardi e la popolazione si troverà ad affrontare tempi parecchio duri…

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Fonte: petrolio.blogosfere.it.

 

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