Come si fa una casa a impatto zero

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3 Gennaio 2010 - 01.14


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di Antonia Guerraarchitetturaecosostenibile.it.

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Basta un”occhiata per intuire che sono stati i principi della bioedilizia a guidare la progettazione di questo insediamento situato nel quartiere di Beddington a Londra. Questa volta è proprio il caso di dire che le apparenze non tradiscono le aspettative.  L”architetto Bill Dunster, insieme allo studio Arup, nel 2002 progettò il BedZED (Buddington Zero Energy Development).

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L”obiettivo? Un insediamento a zero emissioni inquinanti e consumi energetici, sorto dalla riqualificazione di una vecchia area industriale dismessa.

 

I criteri alla base della progettazione dell”agglomerato di 42 appartamenti sono circa 6, uno più interessante dell”altro, alcuni molto innovativi. Vediamoli uno per uno:

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1) Materiali

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I materiali sono tutti di recupero e prodotti ad una distanza inferiore ai 35 km dal sito, così da ridurre l”impatto ambientale dovuto alle emissioni nocive dei camion. In particolare, il 60% dei mattoni è fabbricato sul posto, il legno proviene da foreste sostenibili ed il ferro da una stazione ferroviaria demolita. Sotto l”asfalto, uno strato di vecchie bottiglie frantumate garantisce il drenaggio dell”acqua piovana.

 

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2) Risparmio energetico

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L”orientamento e l”involucro edilizio degli appartamenti, sono stati studiati in modo da garantire il risparmio energetico. Uno strato di isolante cinque volte superiore agli standard e grandi finestre a sud, caratterizzate da doppi o tripli vetri, consentono di accumulare il calore in inverno. Tali finestre sono progettate in maniera tanto attenta che, come racconta un abitante del quartiere, tenendole sempre chiuse, il benessere è assicurato!

 

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Tenerle chiuse, poi, è possibile perché il ricambio dell”aria e la sua circolazione negli ambienti sono ottenuti con un sistema di ventilazione naturale. Quei vivaci comignoli che contraddistinguono i tetti dell”abitato, servono proprio a questo scopo. All”interno il risparmio energetico continua con luci ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica.

 

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3) Energia pulita

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L”energia necessaria agli appartamenti è generata da 777 mq di pannelli fotovoltaici posti sulle pareti a sud e da una centrale termica che brucia legno di scarto proveniente da aziende locali.

4) Risparmio idrico

Sul tetto, un apposito sistema convoglia le acque piovane che vengono poi raccolte in apposite vasche e riutilizzate per lo scarico dei bagni e per innaffiare le piante.

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5) Fattibilità e costi contenuti

 

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BedZED, i cui costi di realizzazione sono davvero poco superiori rispetto a quelli di un insediamento standard, è stato progettato per essere costruito ovunque. Se si considera che in Inghilterra, entro il 2016, ogni nuova costruzione dovrà essere alimentata con energia rinnovabile prodotta sul posto, questa sua caratteristica non è affatto da sottovalutare.

 

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6) Educazione ambientale

 

Un pannello con i contatori ben visibili, ricorda costantemente quanta energia si sta consumando; al suo interno, una luce lampeggia sempre più rapidamente quando si sta consumando molto. Nel quartiere di BedZED sono molto utilizzati il car sharing ed il car pooling nonché una flotta di scooter elettrici. Anche la spesa la si fa senza inquinare, attraverso un sistema di distribuzione del cibo a chilometri zero, che, oltre a ridurre gli impatti legati al trasporti delle merci o delle persone, favorisce lo sviluppo di un sistema economico locale.

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Tutto ciò lo si fa a BedZED ma nulla impedisce di farlo anche a chi non vive lì. L”ecosostenibilità è uno stile di vita, tant”è che nello stesso insediamento londinese, ci sono persone che fanno di tutto per risparmiare energia (aprono raramente le finestre, limitano gli spostamenti e fanno la spesa in modo sostenibile) ed altre che non lo fanno. Non è solo la bioedilizia che fa il risparmio energetico ma anche, e soprattutto, il comportamento degli abitanti!

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Se tutti vivessero come i cittadini europei, avremmo bisogno di 3 pianeti, vivendo come un attento cittadino di bedZED, ne basterebbe uno e mezzo. Il traguardo è vicino.

Il curriculum vitae del progettista Bill Dunster

Il sito web ufficiale dello studio Arup

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Il sito ZedFactory con tutte le informazioni sul progetto

Tutto ma davvero tutto ciò che c”è da sapere sul progetto BedZED


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Fonte: http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/in-europa/a-londra-si-vive-ad-impatto-zero-bedzed-un-insediamento-da-imitare.html.

 

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