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scritto da FabioNews.info
Cinque leggi strutturali ed organiche che regolano la giustizia, il processo elettorale e le applicazioni delle leggi sull”autonomia nei dipartimenti, nelle regioni, nei municipi e nei territori indigeni e che traducono in pratica la riforma costituzionale che dopo molte difficoltà e nonostante tentativi provati di golpe contro il Presidente Indigeno, è stata definitivamente approvata dallo stato Boliviano.
Le cinque leggi promulgate tengono in considerazione le tradizioni e le usanze delle popolazioni indigene del paese. Seppur la Bolivia sia uno stato a stragrande maggioranza indigena, per moltissimi anni queste popolazioni sono state escluse dalla vita sociale e politica e le loro rivendicazioni rimaste inascoltate.
Con l”elezione di Morales questa realtà è cambiata ed oggi molti settori che prima non avevano rappresentanza sono al centro della politica nazionale mentre aumenta la presenza indigena nei vari organi politici del paese.
Il governo ha festeggiato dichiarando che questa nuova legge protegge il bene pubblico e che attraverso questa legge si ottiene “la decolonizzazione della giustizia per nazionalizzare il diritto” passo fondamentale per la creazione di una nuova struttura del complesso stato Plurinazionale nel quale -commenta il vicepresidente Linera – “le regioni amministreranno il loro sviluppo con solidarietà e unità nazionale”.
Tra gli altri aspetti, questa legge stabilisce una transizione delle antiche prefetture verso i nuovi governi autonomi dipartimentali, municipali ed indigeni e stabilisce la sospensione delle autorità che siano accusate formalmente dalla giustizia.
Quest”ultima norma (che se approvata nel nostro paese rischerebbe di svuotare mezzo parlamento) è quella maggiormente contestata dai governatori dell”opposizione; in primis dai governatori di SantaCruz, Tarija e Beni, gli stessi governatori che stanno affrontando gravi accuse per maneggio illegale di denaro.
Il processo di risveglio della nazione indigena boliviana dunque compie in questi giorni passi importanti. Nonostante questo la nostra informazione non se ne accorge.
In questi anni ci siamo abituati a sentir parlare del presidente Morales solo per screditarlo agli occhi dell”opinione pubblica e i nostri “giornalisti” pronti a sottolineare ogni difficoltà ed ogni sbandata del primo presidente indigeno rivolgono lo sguardo altrove.
Nonostante tutto la marcia verso il socialismo del piccolo stato sudamericano continua, sospinta dalla determinazione e dalla pazienza indigena forgiata da 500 anni di oppressione.
Una transizione che porta con sè la cultura indigena, il rispetto della Madre terra, la solidarietà e la proprietà comunitaria. Un esempio che dobbiamo seguire con attenzione poichè ci ha dimostrato, come nell”ultimo forum di Cochabamba, di saper fornire le risposte alle crisi che il nostro modello capitalistico e consumistico hanno causato.
Forse proprio per questo i nostri media si limitano a diffamare l”indio, l”ex cocalero Morales ed evitano accuratamente di informarci sui progressi del “camino hacia el socialismo” Boliviano.
Articolo originale: Ley De marco de Autonomias: la transizione della Bolivia dal colonialismo al socialismo
Ley De marco de Autonomias: la transizione della Bolivia dal colonialismo al socialismo
Il giorno 19 Luglio è stata approvata ”Ley Marco de AutonomÃas Andrés Ibánez” nel silenzio dei nostri media.
Cinque leggi strutturali ed organiche che regolano la giustizia, il processo elettorale e le applicazioni delle leggi sull”autonomia nei dipartimenti, nelle regioni, nei municipi e nei territori indigeni e che traducono in pratica la riforma costituzionale che dopo molte difficoltà e nonostante tentativi provati di golpe contro il Presidente Indigeno, è stata definitivamente approvata dallo stato Boliviano.
Le cinque leggi promulgate tengono in considerazione le tradizioni e le usante delle popolazioni indigene del paese. Seppur la Bolivia sia uno stato a stragrande maggioranza indigena, per moltissimi anni queste popolazioni sono state escluse dalla vita sociale e politica e le loro rivendicazioni rimaste inascoltate.
Con l”elezione di Morales questa realtà è cambiata ed oggi molti settori che prima non avevano rappresentanza sono al centro della politica nazionale mentre aumenta la presenza indigena nei vari organi politici del paese.
Il governo ha festeggiato dichiarando che questa nuova legge protegge il bene pubblico e che attraverso questa legge si ottiene “la decolonizzazione della giustizia per nazionalizzare il diritto” passo fondamentale per la creazione di una nuova struttura del complesso stato Plurinazionale nel quale -comenta il vicepresidente Linera – “le regioni amministreranno il loro sviluppo con solidarietà e unità nazionale”.
Tra gli altri aspetti, questa legge stabilisce una transizione delle antiche prefetture verso i nuovi governi autonomi dipartimentali, municipali ed indigeni e stabilisce la sospensione delle autorità che siano accusate formalmente dalla giustizia.
Quest”ultima norma (che se approvata nel nostro paese rischerebbe di svuotare mezzo parlamento) è quella maggiormente contestata dai governatori dell”opposizione; in primis dai governatori di SantaCruz, Tarija e Beni, gli stessi governatori che stanno affrontando gravi accuse per maneggio illegale di denaro.
Il processo di risveglio della nazione indigena boliviana dunque compie in questi giorni passi importanti. Noonostante questo la nostra informazione non se ne accorge.
In questi anni ci siamo abituati a sentir parlare del presidente Morales solo per screditarlo agli occhi dell”opinione pubblica e i nostri “giornalisti” pronti a sottolineare ogni difficoltà ed ogni sbandata del primo presidente indigeno rivolgono lo sguardo altrove.
Nonostante tutto la marcia verso il socialismo del piccolo stato sudamenricano continua, sospinta dalla determinazione e dalla pazienza indigena forgiata da 500 anni di oppressione.
Una transizione che porta con se la cultura indigena, il rispetto della Madre terra, la solidarietà e la proprietà comunitaria. Un esempio che dobbiamo seguire con attenzione poichè ci ha dimostrato, come nell”ultimo forum di Cochabamba, di saper fornire le risposte alle crisi che il nostro modello capitalistico e consumistico hanno causato.
Forse proprio per questo i nostri media si limitano a diffamare l”indio, l”ex cocalero Morales ed evitano accuratamente di informarci sui progressi del “camino hacia el socialismo” Boliviano.
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