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La nuova pubblicità di Enel Green Power riesce a concentrare, in trenta secondi, la folle filosofia che sta dietro a questo assurdo modello di sviluppo, basato su tre pilastri fondamentali: crescita – esclusione – spreco.
I due signori che dall”alto di una mega pala eolica osservano con espressioni non proprio brillantissime un immenso “campo fotovoltaico” in fase di installazione, una centrale geotermica e una idroelettrica, sempre di grandi dimensioni, rappresentano meglio di ogni altra cosa la molla che spinge, anche nel settore delle energie rinnovabili, certi gruppi imprenditoriali e una certa (direi tutta) politica nazionale.
E” il mantra del grande è meglio, della crescita infinita, mania dalla quale certi segretari di partito e amministratori delegati non riescono ancora a liberarsi.
http://www.youtube.com/watch?v=nQAAjwbsNDE
Anche Legambiente ci è cascata (in realtà non mi stupisce affatto.), e con la “sua” Azzero Co2 sta contribuendo alla realizzazione di un mega impianto fotovoltaico su 26 ettari di terreno agricolo (l”equivalente di 40 campi da calcio) a Cutrofiano (LE).
Perché poi alla fine succede sempre così, anche con una cosa giusta e sacrosanta come l”energia pulita: se a guidare e condizionare le scelte e il mercato è chi parte da una logica sbagliata trasformerà anche strumenti utili in pericoli concreti e progetti insensati.
In questo Paese non abbiamo più bisogno di grandi impianti e grandi centrali, seppure alimentati con energia prodotta da fonti rinnovabili, perché inevitabilmente questi impianti saranno gestiti da poche realtà , spesso multimanzionali estere, che succhieranno gran parte degli incentivi derivanti dal conto energia per i propri guadagni.
In Italia abbiamo invece bisogno di una colossale operazione di manutenzione energetica del patrimonio edilizio esistente, finalizzata al taglio degli sprechi, delle inefficienze e dei consumi. Quanti posti di lavoro (veri) in più ci sarebbero se davvero qualcuno ascoltasse questi suggerimenti? E quanta Co2 in meno eviteremmo di immettere in atmosfera?
Parallelamente, comune per comune, servono interventi concreti per consentire l”autoproduzione di energia per l”autoconsumo casa per casa: diffusa, capillare, controllata dai cittadini, pulita.
Molti comuni si sono organizzati mettendo in piedi, con la decisiva complicità delle comunità , gruppi di acquisto e allegati energetici ai regolamenti urbanistici edilizi che vanno proprio in questa direzione. L”unica effettivamente sostenibile, da percorrere.
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Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/25/stupidita-verde/73472/.
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