Quantitative easing for dummies &...

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10 Novembre 2010 - 21.52


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di Pietro Cambi.

Se c”era bisogno di una qualche conferma che la ripresa non c”e”, che nonostante le migliaia di miliardi di dollari ed euro pompate nel sistema finanziario non vi siano particolari segni di una inversione di tendenza REALE, cioè non basata su artifici finanziari e su imbellettamenti contabili, questa è arrivata dalla decisione di dare seguito al più massiccio quantitative easing della storia degli Stati Uniti D”America e dell”umanità. Se ne parlava da mesi, la borsa era tutta proiettata sulla spasmodica attesa di questa mano santa ( o mammasantissima, fa lo stesso). I massimi dirigenti dei grandi istituti finanziari, prima ancora di poterci mettere le mani, già se ne spartivano le spoglie, destinandosi super incentivi e mega bonus, da mesi.

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Alla fine è arrivato il momento tanto atteso, senza particolare clamore, dato che tutto era già stato previsto e calcolato o, come si dice in gergo borsistico, “scontato”.

Ma cosa è, esattamente, ”sto maledetto e dannatissimo “quantitative easing“?

Se dovessimo usare la definizione standard si tratta di ” creazione di moneta da parte della banca centrale a cui segue la sua iniezione, con operazioni di mercato aperto, nel sistema finanziario ed economico.”

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Sufficientemente, chiaro, no?

Siccome quest post è dedicato ai dummies, come il sottoscritto, sarà bene semplificare ancora e, già che ci siamo, dirla tutta tutta.

Siccome il sistema boccheggia e le industrie non investono e l”occupazione, di conseguenza non aumenta, Bernanke,ha seguito la falsariga dell”impagabile Greenspan.

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Anzichè chiedersi come dare stimoli reali, ad esempio rendendo remunerative ed interessanti nuove attività, nel settore delle rinnovabili, della sostenibilità, dell”efficienza energetica, dei trasporti collettivi, in un”ottica vetero/cieco liberale si preferisce rendere il denaro poco, pochissimo, costoso, regalandolo, in pratica (il tasso di interesse zero è già stato raggiunto), alle banche, dopo averlo stampato per l”occasione. A molti commentatori la cosa non pare sensata, ma tant”é.

La speranza, vana, come sappiamo e sapevamo, è che le banche anzichè dilapidare detto denaro in megabonus, lo eroghino a tassi altrettanto bassi alle imprese che cosi investirebbero, facendo ripartire, d”embleu, l”economia tutta.

E” un pensiero di tipo mistico, irrazionale, un cargo cult (grazie Debora) che si scontra brutalmente con la realtà di strutture industriali ed economiche pesantemente sovradimensionate rispetto alle capacità del mercato. Ancora più semplicemente: le imprese ci pensano tre volte prima di fare nuovi investimenti e le banche ci pensano sei volte prima di concederli, comunque a tassi scoraggianti. Il tutto è ovvio, detto, ridetto, ma non ferma la macchina. Sapendo fare solo quello, non cercano di chiedersi se sia il caso di imparare a fare qualcos”altro e ciecamente insistono.

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In questo sono stimolati dall”idea che l”inflazione generata dalla stampa di bigliettoni possa pareggiare i conti con la tendenza deflazionistica del mercato, questa da solo essendo un sintomo evidente che non vi è alcuna ripresa reale dell”economia materiale.

Ovviamente la cosa non può funzionare in questo modo “Poggi e buhe e” fanno pari” si dice dalle mie parti. Ma non in questo caso.

Quando si stampano bigliettoni per iniettare liquidità nel sistema si da un segnale chiaro che i bigliettoni in arrivo dall”estero non bastano più, vuoi perchè il puzzo di bruciato ha attraversato gli oceani vuoi perchè, con i tassi di interesse in crollo verticale, non è per niente interessante investire in dollari e/o in bonds.

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QUINDI, orfano, in misura crescente, di investitori cinesi, indiani, sudcoreani, giappponesi ed europei, anche lo Stato USA è in clamorosa crisi di liquidità e non sa più come finanziare un buco che sta superando il 30% del bilancio federale.

QUINDI un bel poco/la maggior parte del quantitative easing va a tappare i buchi del bilancio governativo, prevalentemente generato dai piani di salvataggio degli istituti finanziari e non delle imprese e dei cittadini ( sanità…), notare bene, con la Fed che compra bond ( ovvero pagherò) dal Governo centrale, in cambio di pezzi di carta (virtuali) stampati per l”occasione.

Per dirla con un linguaggio terra-terra, ma passabilmente aderente alla realtà, gli stessi (o altri) pezzi di carta (virtuali) vengono poi girati, a “costo zero” alle banche.

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Non so se cogliete anche voialtri dummies come il sottoscritto la follia di una ipoteca/scommessa insostenibile del genere. Al livello attuale di crescita del giochino, per ogni anno giocato al 30% di deficit ci vogliono dieci anni di crescita al 3%, tanto per dire, per ripagarlo o almeno far finta di farlo con qualche chance di essere creduti.

Ancora una volta assistiamo alla distruzione incontrollata/incontrollabile ma non inconsapevole, del futuro dei cittadini di una nazione, la più grande del mondo in questo caso, sacrificato con una efficienza inferiore al 10%, per garantire ancora qualche mese o anno di business as usual o della sua rappresentazione mediatica.

Non vorre essere ripetitivo ma, indovina indovinello, vi è una sola via d”uscita da questa situazione senza vie d”uscita.

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Si chiama..uh beh, portate pazienza, è la fissa del momento…backlash economy.


FONTE: http://crisis.blogosfere.it/2010/11/quantitative-easing-for-dummies.html.

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