Perché la moneta dal nulla ha fallito: è andata tutta all'estero

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15 Luglio 2011 - 20.59


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di Ellen Brown – Global Research.

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Il 30 giugno, l”operazione QE2[1] si è conclusa con un gemito. La seconda operazione di “quantitative easing” della Federal Reserve ha coinvolto 600 miliardi di dollari creati battendo un tasto sulla tastiera di un computer per l”acquisto di obbligazioni governative a lungo termine. Ma il governo in realtà non ha mai avuto il denaro, che è andato invece dritto nei conti di riserva delle banche, dove si trova ancora oggi. Peggio ancora, è andato in conti di riserva delle banche STRANIERE, su cui la Federal Reserve sta ora pagando lo 0,25% di interesse.

Prima del QE2 cӏ stato il QE1, in cui la Fed ha acquistato dalle banche 1.250 miliardi dollari in Titoli garantiti da un insieme di prestiti ipotecari. Anche questo denaro rimane nei conti di riserva delle banche, raccogliendo interessi e polvere. La Federal Reserve rende noto che le riserve accumulate in eccesso da parte delle istituzioni di deposito ammontano ora a circa $ 1.600 miliardi di dollari.

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È interessante notare che 1.600 miliardi dollari è anche la dimensione del deficit federale – un deficit così grande che alcuni membri del Congresso minacciano di forzare un default sul debito nazionale, se non viene corretto subito.

Quindi qui abbiamo la situazione anomala di un buco di 1.600 miliardi dollari nel bilancio federale, e 1.600 miliardi dollari creati dalla Fed, che ora rimane inattivo nei conti di riserva delle banche. Se l”intento del “quantitative easing” è stato quello di stimolare l”economia, avrebbe funzionato meglio se il denaro stanziato per l”acquisto dei buoni del tesoro fosse stato consegnato direttamente al Tesoro. In realtà questa fu la maniera in cui si agì prima del 1935, anno in cui la legge fu cambiata per imporre che i distributori privati di titoli obbligazionari fossero coinvolti nell”affare.

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L”unica cosa che il QE2 ha fatto per i contribuenti è stato ridurre la voce interessi sul debito federale. Le obbligazioni a lungo termine che la Federal Reserve ha acquistato sul mercato sono ora effettivamente senza interessi per il governo, dato che la Fed sconta i suoi profitti con il Tesoro, dopo aver dedotto i costi.

Ma il QE2 non ha aiutato il mercato anemico del credito locale, a cui le piccole imprese si affidano; e sono proprio queste le aziende che sono in gran parte responsabili della creazione di nuovi posti di lavoro. In un articolo del 30 giugno nel «Wall Street Journal» intitolato “Le più piccole aziende che richiedono prestiti ne vengono fuori svuotate“, Emily Maltby ha riferito che l”accesso al capitale da parte degli gli imprenditori rappresenta oggi la questione più importante che essi devono fronteggiare, e solo il 17% delle piccole imprese hanno dichiarato di essere in grado di accedere al finanziamento bancario che occorre loro.

In che modo il QE2 ha liquidato le banche straniere

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Prima della la legge bancaria del 1935, il governo era in grado di prendere in prestito direttamente dalla propria banca centrale. Anche altri paesi, tra cui Canada, Australia e Nuova Zelanda, seguirono quella politica e, come risultato di essa, prosperarono. Dopo il 1935 invece, se la banca centrale americana voleva comprare titoli di Stato, doveva acquistarli da banche private sul “mercato aperto”. L”ex-presidente della Federal Reserve, Marinner Eccles, scrisse, a sostegno di un”azione per eliminare tale obbligo, che essa aveva lo scopo di impedire ai politici di spendere troppo. Ma tutto ciò che la legge è riuscita a fare è stato di dare agli istituti finanziari che commerciavano i titoli obbligazionari il ruolo di intermediari.

Peggio ancora, questo ha fatto sì che la Federal Reserve perdesse il controllo di dove il denaro andava a finire. Piuttosto che comprare più titoli dal Tesoro, le banche che avevano ottenuto il denaro potevano tenerlo fermo oppure utilizzarlo per i propri scopi; e questo è quanto pare accadere oggi.

Nello portare avanti gli acquisti previsti nell”ambito del QE2, la Federal Reserve ha dovuto seguire la procedura standard di funzionamento per “operazioni di mercato aperto”: ha accettato offerte segrete da 20 primary dealers che erano autorizzati a vendere titoli alla Federal Reserve e ha accettato le offerte migliori. Il problema è stato che 12 di questi operatori – ossia oltre la metà – sono la filiali americane di banche estere (tra cui BNP Paribas, Barclays, Credit Suisse, Deutsche Bank, HSBC, UBS e altri); e loro hanno nettamente vinto la gara.

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Il fatto che le banche estere avessero il denaro è stato dichiarato in un articolo del 12 giugno su «Zero Hedge» scritto da Tyler Durden (uno pseudonimo), il quale mette a confronto due grafici: la liquidità totale negli Stati Uniti di banche collegate a paesi stranieri, utilizzando i dati settimanali della Federal Reserve; i saldi sulle risrve totali per le banche della Federal Reserve, utilizzando le dichiarazioni della Federal Reserve fino alla settimana del 1 ° giugno. I grafici mostrano che dopo il 3 novembre 2010, quando sono iniziate le operazioni del QE2, le riserve bancarie totali sono aumentate di 610 miliardi dollari. Le riserve di liquidità delle banche estere aumentavano simultaneamente di 630 miliardi dollari – ovvero più dell”intero importo dell”operazione QE2.

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In un post del 27 giugno sul suo blog , John Mason, professore di Finanze presso la Penn State University ed ex-economista senior presso la Federal Reserve, ha scritto:

In sostanza, sembra che gran parte dello stimolo monetario generato dal sistema della Federal Reserve sia entrato nel mercato dell”Eurodollaro. Tutto questo fa parte del “Carry Trade”, dato che le filiali estere di una banca americana possono prendere in prestito dollari dalla banca madre e creare un deposito di eurodollari. . . .

L”attività di cassa per le banche americane minori è rimasta relativamente piatta. . . . Così, le riserve che la Federal Reserve ha iniettato nel sistema bancario non sono andate alle banche più piccole. . . .

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[I] prestiti speculativi continuano ad accumularsi presso gli istituti bancari più piccoli. . . .

Il prestito vero e proprio da parte delle banche commerciali non sta avvenendo negli Stati Uniti. Il prestito si svolge off-shore, sottoscritto dal sistema della Federal Reserve, e questo sta facendo poco o nulla per aiutare la crescita dell”economia americana.

Tyler Durden conclude:

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. . . [I] soli beneficiari delle riserve così generate sono state le filiali di banche estere con sede negli USA (che a loro volta hanno convogliato nuovamente il denaro alle loro filiali sul territorio nazionale), una scoperta scioccante che spiega. . . perché le banche statunitensi non hanno voluto e, di gran lunga più importante, perché non sono state in grado di prestare queste riserve…….

. . . I dati su esposti dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, perché non c”è stato alcun aumento di prestiti da parte delle banche degli Stati Uniti a soggetti privati statunitensi: niente di tutta questa liquidità è mai arrivato alle banche USA. . . Questo risolve anche il mistero del perché il moltiplicatore monetario è andato in panne e perché la velocità del denaro è implosa.

Beh, non è esattamente così. Il fatto che il denaro del QE2 è tutto finito in banche straniere è una scoperta scioccante, ma non sembra essere il motivo per cui le banche non stanno prestando. Nei conti di riserva degli Stati Uniti, c”erano già 1.000 miliardi di dollari inattivi in riserve eccedenti, e questo senza contare i 600 miliardi dollari del QE2.

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Secondo Scott Fullwiler, Professore Associato di Economia presso il Wartburg College, il modello del moltiplicatore monetario non si è solamente rotto, ma è divenuto obsoleto. Le banche non prestano in base a ciò che hanno come riserve. Esse possono prendere in prestito le riserve, se necessario, dopo aver effettuato prestiti. Che le banche prestino o no, dipende piuttosto (a) dall”avere o meno dei mutuatari affidabili cui concedere il credito, (b) dall”avere o no il capitale sufficiente per soddisfare il requisito di capitale, e (c) dal costo stesso dei fondi – ovvero il costo che la banca sostiene per soddisfare l”obbligo di riserva, sia da depositi che da altre banche, o dalla Federal Reserve.

Come mettere le cose a posto

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Quale che sia la causa della crisi del credito locale, è certo che i trilioni di dollari gettati da parte del Congresso e della Fed a Wall Street non hanno risolto il problema. Potrebbe essere giunto il momento che i governi locali prendano in mano la situazione. Mentre attendiamo che i legislatori federali prendano le giuste misure, i mercati locali del credito possono essere rivitalizzati creando banche statali, sul modello della Banca del Nord Dakota (BND). La BND soddisfa il fabbisogno di liquidità delle banche locali e mantiene attivo il flusso del credito nello stato. Per ulteriori informazioni, si veda qui e qui.

Per quanto riguarda il crescente deficit federale, il deputato Ron Paul ha un”idea eccellente: che la Federal Reserve cancelli semplicemente i titoli acquistati con i fondi federali creati nei suoi programmi di “quantitative easing”. Nessuno dei creditori sarebbe leso, in quanto il denaro è stato generato dal nulla con un colpetto su un tasto del computer. Il governo starebbe solo cancellando un debito verso se stesso e risparmiando gli interessi.

Come nel caso del “quantitative easing”, se l”intento è quello di stimolare l”economia, occorre che il denaro vada direttamente sull”acquisto di beni e servizi, stimolando la “domanda”. Se va sui bilanci delle banche, può rimanere lì oppure essere destinato alla speculazione, anziché al credito locale – come sta accadendo ora. Invece, il denaro che va direttamente al governo, verrà speso in beni e servizi per l”economia reale, creando i tanto necessari posti di lavoro, generando domanda, e ricostruendo la base imponibile. Per assicurarsi che il denaro arrivi al governo, la legge del 1935, che vieta alla Federal Reserve di acquistare buoni del tesoro direttamente dal Tesoro, deve essere abrogata.

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Ellen Brown è avvocato e presidente del Public Banking Institute, http://PublicBankingInstitute.org. In Web of Debt, il suo ultimo di undici libri, mostra come il potere di creare denaro è stato usurpato al popolo, e spiega come fare per riottenerlo. I suoi siti web sono http://webofdebt.com e http://ellenbrown.com.

 

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Ellen Brown è una collaborattrice frequente di Global Research. Articoli sul Global Research di Ellen Brown

 

Note

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[1] Il Quantitative easing (QE) è uno strumento non convenzionale di politica monetaria usato da alcune banche centrali per stimolare l”economia nazionale, quando le operazioni convenzionali di politica monetaria divengono inefficaci. Una banca centrale implementa il QE con l”acquisto di attività finanziarie da banche e altre imprese del settore privato con denaro nuovo creato elettronicamente. Questa azione aumenta le riserve in eccesso delle banche e aumenta anche i prezzi delle attività finanziarie acquistate, che abbassano i loro rendimenti. Il QE2 è chiamato così perché è, in ordine di tempo, la seconda di queste operazioni [ndt]

 

Fonte: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=25566.

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Traduzione per Megachip a cura di Paolo De Santis.

 

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