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Mettiamola così: gli americani non sono interessati ad abbattere l”Europa, anzi, sono interessati al contrario, i cinesi ed i russi lo sono meno che meno, i giapponesi hanno le loro grane, eppure all”improvviso i titoli europei hanno iniziato a ballare la tarantella e le agenzie di rating (che, come è noto, sono osservatori del tutto disinteressati) hanno dovuto -con grande dispiacere- declassare quei titoli per seguire le tendenze di milioni di piccoli investitori che, tutti insieme ed all”improvviso, si sono accorti delle fragilità del debito europeo e lo hanno fatto sistematicamente, come da manuale:
prima Grecia, poi Portogallo, Spagna, Italia, Francia, Olanda, Austria, Finlandia. E” il mercato bellezza!
O se preferite, è tutto un complotto dell”Isola di Man che vuole imporre la “Sterlina di Man” al resto d”Europa.
Va bene così? C”è qualcuno che è disposto a credere a queste spiegazioni?
Perchè, in qualche modo dovremo pur spiegare come mai, all”improvviso i mercati hanno scoperto la fragilità di Italia, Francia ecc (Grecia, Spagna e Portogallo non c”entrano perchè già in forte crisi sui mercati internazionali), lo hanno fatto in modo sistematico mentre non si accorgono della fragilità inglese. Che tutto questo è accaduto in sintonia con le agenzie di rating che “per errore” hanno fatto uscire comunicazioni riservate sui giornali eccetera eccetera.
Ma perchè gli Usa farebbero tutto questo? Mi si chiede ripetutamente. Credevo di averlo detto, ma vedo che devo aggiungere qualche particolare. In primo luogo distinguiamo Wall Street dalla Casa Bianca, perso che le due entità , probabilmente, stiano agendo in tacita intesa, ma per motivi diversi da analizzare distintamente. E allora:
1- Wall Street ha disperato bisogno di denaro in questo anno in cui scadono titoli ad alto rischio per una quantità superiore otto volte alla media annua. Le banche sono molto esposte su questo versante E questo non sarà un anno facile, perchè in tutto il mondo occorrerà rifinanziare titoli per la cifra record di 11.500 miliardi di dollari ed è opinione comune e fondata che una fetta di questi non lo sarà , perchè una parte degli investitori preferisce l”oro o altre commodity, perchè c”è il problema della ricostruzione di Fukushima, perchè comunque occorre pagare gli interessi ecc.
Obiezioni su questo punto?
2- Non direi che gli americani (per essi intendendo Fed ed Amministrazione) possono rifinanziarsi “con una pipata di tabacco”: il giochino del quantitative easing non può andare avanti all”infinito ed è già al limite di rottura, proprio per le ragioni che dice Lamberto (vedi commenti al precedente articolo), a cominciare dalle reazioni negative di quanti (come Cina o Brasile) detengono grossi stock di debito americano. E peggio ancora se la mettiamo sul versante del debito, dove un nuovo innalzamento del tetto, con quel che ne consegue, andrebbe incontro alla più furibonda opposizione dei repubblicani (che sono maggioranza al Congresso) e siamo a 10 mesi dalle elezioni. D”altra parte, se i titoli americani (che oggi hanno un rendimento netto nullo o negativo) non fossero percepiti più come relativamente più sicuri di altri (rating o non rating) occorrerebbe stimolare la loro domanda offrendo interessi più alti: proprio quello che Obama non può permettersi.
Obiezioni su questo punto?
3- Che vantaggi verrebbero agli Usa da un crollo dell”Euro? In primo luogo questo avrebbe il contraccolpo di una moneta tedesca molto più forte, quel che ostacolerebbe le esportazioni tedesche verso gli Usa ed il resto d”Europa (e, se non sbaglio, la Germania è il paese europeo che esporta di più verso gli Usa). In secondo luogo, il dollaro si toglierebbe dai piedi un concorrente sgraditissimo dal suo sorgere.
Obiezioni su questo punto?
4- Peraltro, al di là dei calcoli economici ci sono anche quelli politici di cui non si parla mai. Gli Usa devono rivedere la loro strategia mondiale: costretti al taglio delle spese militari mentre quelle di indiani, Cinesi, Russi ecc. crescono, sanno di non farcela più da soli a garantire l”egemonia dell”Occidente e chiamano i vecchi alleati europei a darsi da fare. Non basta più la “benevola neutralità ” della Ue, e neppure l”ausilio dei fidi alleati inglesi e quello intermittente di francesi ed italiani. I paesi europei devono assumersi in prima persona compiti di controllo dell”area afro-mediterranea e cooperare attivamente sugli altri scenari, a cominciare da quello mediorientale. Questo è scritto a lettere cubitali nel documento finale della conferenza Nato del settembre 2010 a Lisbona (e, infatti, subito dopo sono venute la guerra di Libia e l”intervento francese in Costa d”Avorio). Dato che a questo orecchio la Germania non sente e che l”esistenza stessa della Ue alimenta sgradevoli tentazioni terzaforziste, una disgregazione dell”Unione Europea avrebbe come conseguenza quella di “mollare” la Germania (data comunque per persa) ma di ancorare stabilmente il resto dell”Europa occidentale agli Usa nel consueto confortante triangolo Washington-Londra-Parigi. Non ci sono solo i calcoli economici, ci sono anche quelli politici: ricordiamocelo sempre.
Obiezioni su questo punto?
5- Certo ad Obama farebbe comodo avere un milione di posti di lavoro in più prima di ottobre. Per ora deve accontentarsi di soli 200.000 e, per di più, neanche tanto credibili, dato lo scetticismo della stampa finanziaria internazionale. Ma, anche se l”Europa fosse nel suo momento più fulgido, con un Euro ad 1 e 90 come mai è stato, i suoi problemi non sarebbero affatto risolti. Il problema di Obama si chiama carry trade cioè la pratica di prendere dollari allo 0,50% dalla Fed ed andarli ad investire o in giochi finanziari o in imprese nei paesi emergenti, ricavandone ben di più. Prima ancora di esportare, gli Usa hanno il problema di investire per produrre. Se anche la Apple fa produrre tutti i componenti in Cina o Vietnam per poi assemblarli in Usa, moneta favorevole o no, effetti occupazionali non ce ne sono. Anzi, una moneta più forte paga “meno” il lavoro di chi produce i componenti.
Obiezioni su questo punto?
Chiariamo questi punti e poi andiamo avanti.
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Fonte:Â http://www.aldogiannuli.it/2012/02/rating-euro-ed-usa-puntualizzazioni.
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