È macelleria sociale: approvato il Fiscal Compact

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19 Luglio 2012 - 20.16


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di Paolo Becchi* – www.byoblu.com

Poche ore fa, l”Assemblea ha approvato la ratifica del cosiddetto fiscal compact, ossia il trattato che introduce i meccanismi di stabilità, coordinamento e governance nell”unione economica e monetaria, e che mira – così si dice – «a salvaguardare la stabilità di tutta la zona Euro». 

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In realtà, dubbi ed incertezze sulla bontà del “fiscal compact” sono stati espressi in tutta Europa: la Germania per prima ha rinviato l”approvazione del trattato, e sarà la Corte Costituzionale a decidere, il prossimo 12 settembre, se il fondo di salvataggio (ndr: il trattato Mes) ed il patto fiscale europeo potranno entrare in vigore. In Italia, invece, si è assistito ad un “allineamento” non solo degli organi di stampa – che evitano quasi di dare notizia dell”avvenuta approvazione – ma dello stesso Parlamento, il quale ha ratificato, senza discussione,

senza neppure che sia stato necessario al Governo porre la questione di fiducia, il Trattato: maggioranza bulgara oggi alla Camera, 368 sì contro 65 no. In Italia tutto accade ormai in un”atmosfera grigia e silenziosa, quasi spettrale.

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Ma cosa significa l”approvazione del “fiscal compact”? Il “patto” prevede che i Paesi che detengono un debito pubblico superiore al 60% del PIL di rientrare entro tale soglia nell”arco di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell”eccedenza in ciascuna annualità. Gli Stati si obbligano a mantenere il deficit pubblico sempre sotto al 3% del PIL, a pena di sanzioni.

Tutto ciò significa né più né meno la semplice rinuncia ad ogni possibilità di intraprendere una politica fiscale capace di stimolare la domanda. Significa condannarsi ad una rigidità ulteriore di politica economica che va ad aggiungersi a quella del cambio fisso dettato dalla moneta unica. L”Italia, la nazione prima al mondo per pressione fiscale, si impegna oggi a sostenere 50 miliardi di Euro all”anno di tasse e tagli per 20 anni. Rispettare parametri fiscali sempre più rigidi e stringenti, rinunziando ad ogni spazio possibile di manovra, vorrà dire dover imporre agli italiani, per i prossimi vent”anni, un regime di austerità radicale: si colpiranno ancora salari, stipendi e prestazioni del Welfare, si aggraveranno le condizioni di vita delle classi sociale medio-basse, si assisterà a nuove tasse. Gli italiani devono sapere che il prezzo imposto dall”Europa è una macelleria sociale: tagli dappertutto, dalla sanità alla scuola, dall”università ai trasporti.

Tutto questo avviene, ed avverrà, senza alcuna consultazione diretta o indiretta del popolo italiano, ma unicamente per rispettare decisioni prese al di fuori del Paese. Siamo passati senza accorgercene da un sistema politico democratico ad un sistema oligarchico, in cui il Governo è nelle mani di un gruppo di “tecnici” che rappresentano interessi esterni. Il Parlamento obbedisce, senza neppure un minimo accenno di protesta. Il Paese è stato “pacificato”: niente più aspri scontri politici, disinteresse diffuso per la politica, tensione sociale apparentemente sotto controllo. Eppure si annuncia, per i prossimi vent”anni, una sanguinosa e violenta “economia di guerra”: la guerra senza guerra, ossia la più terrificante delle possibilità.

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Fonte: http://www.byoblu.com/post/2012/07/19/E-macelleria-sociale-approvato-il-Fiscal-Compact.aspx#continue.

*Paolo Becchi (Genova, 1955) è professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell”Università di Genova e titolare dei corsi di insegnamento di Bioetica e Filosofia pratica nel corso di laurea in Scienze Sociali. Ha lavorato per diversi anni in Germania, prima come assistente alla cattedra di Filosofia e Sociologia del Diritto della Facoltà di Giurisprudenza dell”Università del Saarland, e poi come borsista del Deutscher Akademischer Austauschdienst (DAAD). Dal 1989 al 1991, sarà borsista della Fondazione Alexander von Humbold. Dopo essersi occupato compiutamente di temi legati alla filosofia del diritto di Hegel, all”illuminismo giuridico ed ai processi di codificazione, ha negli ultimo anni dedicato molti suoi studi ai temi bioetici, con particolare attenzione ai problemi di inizio e fine vita, come l”inseminazione assistita e la clonazione, l”eutanasia, la morte cerebrale, il trapianto di organi e la cremazione. È membro dell” Istituto Italiano di Bioetica, dell” Hans-Jonas Gesellschaft e. V. di Mönchengladbach, del Consiglio direttivo dell” Institut für angewandte Ethik nonché dell” Interdisziplinäres Zentrum Medizin-Ethik-Recht presso l” Università di Halle-Wittenberg.
Ha sinora pubblicato circa 200 lavori su temi concernenti la filosofia del diritto, la storia della cultura giuridica e la bioetica, spesso tradotti anche in diverse lingue, tra cui monografie (su Vico e Filangieri – 1986, Hegel – 1990, 1994, 1996, Kant – 2007, Storia della codificazione – 1999, Filangieri – 2000, Jonas – 2004, 2008, 2010, Ilting – 2005, Pufendorf, Hegel – 2007 – e problemi di bioetica – 2001, 2002, 2009), saggi, articoli e traduzioni (tra le altre, di Hegel e Jonas).

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