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Dopo gli spagnoli imbarcati sui barconi per l”Algeria, tocca ai laureati portoghesi che scappano in massa. Direzione: Angola. E non solo…
di Debora Billi – Crisis.
Ricordo -di nuovo- un vecchio racconto di fantascienza, uno dei tanti: si chiamava L”inverno senza fine, di John Christopher, lo stesso autore di Morte dell”Erba. Roba catastrofista. Nel racconto, una nuova glaciazione ricopriva l”emisfero boreale e gli europei, ridotti alla fame, emigravano in massa in Africa nelle ex-colonie, dove finivano a fare le domestiche e i camerieri. Â
La fantascienza catastrofica prima o poi trova sempre il modo di avverarsi, ed ecco che un po” la stessa cosa sta succedendo tra l”europeo Portogallo e l”arretratissima Angola.Â
Secondo l”osservatorio per le migrazioni, sono già 100 mila i giovani portoghesi che hanno fatto le valigie, sono fuggiti dal loro Paese che affonda e si sono diretti a cercare lavoro in Africa nella ex-colonia. Non ci crederete, ma gli stipendi sono superiori: un ingegnere, un giornalista, un consulente di finanza, a Luanda guadagnano il triplo che a Lisbona e con vitto e alloggio pagati. D”altronde, avevamo già letto con stupore che la stessa cosa accade in Spagna, addirittura con i barconi di clandestini spagnoli che tentavano di sbarcare in Algeria alla chetichella, e citavamo ancora l”inevitabile Christopher.
Non solo. Il petrolio fa miracoli, e quindi l”Angola con la sua crescita del 12% l”anno si sta comprando il Portogallo. Il ministro portoghese, anche lui in giro col cappello in mano per tentare di vendere i beni pubblici, ha trovato una sponda favorevole nei quattrini angolani. In soli sette anni, gli investimenti angolani in Portogallo sono passati da 1,6 a ben 116 milioni di euro. Il 3,8 della capitalizzazione azionaria di Lisbona è in mani angolane, secondo Rotocalco Africano.
Questa crisi, e soprattutto il folle modo in cui la si sta gestendo, cambierà la faccia all”Europa e al mondo. Ma non illudetevi: non esistono popoli poveri che diventeranno ricchi. Garantito è invece il contrario.
Foto – Photopin
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