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da Movisol.
Con l”avvicinarsi
della prossima grande crisi bancaria, il caos regna sovrano tra
coloro che prendono le decisioni. Le dimensioni della bancarotta
sono tali che si offrono solo due soluzioni: riconoscere che
il sistema non è salvabile,
e procedere ad una riorganizzazione di tipo Glass-Steagall,
o scegliere la miscela mortale di espansione monetaria, tagli
al bilancio e prelievi forzosi – cioè sopprimere la
popolazione per salvare le banche. Indovinate quale via si è
imboccata. 
- 
Un”uscita
 dalla politica di espansione monetaria iperinflazionistica della
 Federal Reserve è stata rinviata. Infatti, la Fed ha persino
 aumentato, in corrispondenza con la cosiddetta “crisi del
 debito USA”, la dose mensile di metadone per le banche,
 acquistando 100 miliardi di titoli – ben al di sopra della
 quota stabilita di 85.
- 
Il
 19 ottobre La Repubblica ha dato notizia di una lettera
 segreta inviata da Mario Draghi alla Commissione UE, in cui
 si consigliava di astenersi dall”applicare procedure di bail-in
 prima che si insedi il Meccanismo Unico di Risoluzione (SRM),
 l”ente europeo che dovrebbe gestire le liquidazioni bancarie. «Il
 presidente della Bce non è contrario a far pagare i creditori
 quando l”unione bancaria europea sarà a velocità di crociera.
 Draghi però teme che imporre ora perdite sui bond, potenzialmente
 per decine di banche europee allo stesso tempo, può destabilizzare
 i mercati», scrive il
 quotidiano di De Benedetti. Forse Draghi è informato di una fuga
 degli investitori già in corso? Colpisce la corrispondenza di date:
 la lettera sarebbe stata scritta nei giorni in cui la Commissione UE
 costringeva Monte dei Paschi a un mini-default su tre titoli
 subordinati, come condizione per approvare il salvataggio tramite i
 Monti-bonds. La BCE non rinuncia al prelievo forzoso, ma lo rimanda
 al momento in cui avrà tutte le banche in gabbia, e potrà farlo di
 soppiatto.
- 
Il
 16 ottobre i ministri delle Finanze dell”UE hanno approvato
 definitivamente il Meccanismo di Supervisione Unico (SSM),
 una delle due “colonne” dell”Unione Bancaria, che
 permetterà alla BCE di sorvegliare 150 banche europee. Ora la BCE
 può cominciare la messinscena dell”ispezione generale e dei
 cosiddetti “stress test”, che si concluderà con un
 conto salato di centinaia di miliardi. Ma prima che il conto
 venga presentato, i governi sono chiamati a preparare i “backstops”,
 e cioè il libretto degli assegni. Solo i crediti inesigibili
 delle banche spagnole e italiane assommano ad almeno 230
 miliardi nei prossimi due anni. Le banche di altri paesi, come
 Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno perdite anche superiori, ma
 riescono a nasconderle perché derivanti maggiormente da attivitÃ
 finanziarie.Il
 conto sarà pagato principalmente stampando moneta. L”UE ha
 già predisposto l”esonero dalla regola del pareggio di bilancio
 per gli aiuti bancari (cfr. SAS 42/13). Si spera
 di tenere a galla le banche fino a quando il SRM non sarà a regime,
 scadenza che si sta pensando di anticipare al 2015 invece del 2018.
- 
Non
 cӏ ancora accordo sul SRM. Mentre la BCE e la Commissione UE
 vogliono che le liquidazioni bancarie (col bail-in)
 siano gestite da un ente centrale europeo, la Germania si
 oppone, ma questo potrebbe cambiare qualora si trovasse un
 sotterfugio per evitare la bocciatura della Corte Costituzionale.
 Il Commissario al mercato interno Michel Barnier ha
 proposto che tale ente centrale sia sottoposto al Meccanismo di
 Stabilità Europeo (ESM). Così si affiderebbe ad un ente
 extra-legale, i cui dirigenti hanno discrezione totale e godono
 di immunità dalla legge, il potere di chiudere le banche e usare i
 soldi di azionisti, obbligazionisti e risparmiatori per pagarne i
 debiti, dopodiché, se non basta, attingere al “back stop”
 di 700 miliardi di soldi dei contribuenti.
- Il FMI
 ha proposto, e poi “ripudiato”, un prelievo del 10% sui
 conti privati per ridurre il debito pubblico. Nel suo Fiscal Monitor
 del 13 ottobre, a pag. 49, si legge: «Il
 forte deterioramento delle finanze pubbliche in molti paesi ha
 rinnovato l”interesse in un ”prelievo di capitale” –
 una tassa una tantum sulla ricchezza privata – come misura
 straordinaria per ripristinare la sostenibilità del debito. Il
 vantaggio è che una tassa simile, se applicata prima che sia
 possibile evitarla e si percepisce che non verrà ripetuta, non
 distorce il comportamento (e qualcuno potrebbe addirittura
 considerarla equa)». A
 seguito di energiche proteste, un portavoce del FMI ha specificato
 che l”organismo “non raccomanda” alcun prelievo di
 capitale
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