Su crisi finanziaria, politica e mistificazione

La trasformazione delle scelte di politica economica in scelte tecniche, inevitabili e necessarie, è uno dei più grandi inganni di questi anni [F. Sylos Labini]

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9 Marzo 2014 - 15.23


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di Francesco Sylos Labini.

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Si ripete, anche nel nuovo governo, lo stesso schema che abbiamo visto da qualche tempo: il ministero dell’Economia è stato assegnato a un cosiddetto tecnico.
La trasformazione delle scelte di politica economica in scelte
tecniche, e dunque in qualche modo inevitabili e necessarie, è uno dei più grandi inganni di questi anni che è stato effettuato con la complicità di una politica ormai esautorata di ogni reale potere d’azione e a spese di una opinione pubblica anestetizzata dai grandi media che ha perso ogni riferimento culturale oltre che politico.

Questa situazione è spiegata magistralmente da Luciano Gallino nel suo libro Il colpo di Stato di banche e governi (Einaudi, 2013). In un incontro organizzato al Centro studi Piero Gobetti di Torino, cui ho partecipato insieme allo stesso Gallino e a Pietro Polito, Antonio Caputo e Massimo L. Salvadori (qui i video dell’evento)
si sono ripercorse le fasi della la crisi economica scoppiata
inizialmente come una crisi bancaria e finanziaria innescata da una
crisi di debito privato dovuto a un incontrollata creazione di “denaro dal nulla” nella forma dei titoli derivati da parte delle banche sia in Europa che in America.

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Quando questo castello di carte è crollato, con dei costi enormi per milioni di persone,
il governo americano ha sostenuto le banche per quasi trenta trilioni
di dollari, nella forma di prestiti e garanzie, in parte rientrati e in
parte no, mentre alla fine del 2010 la Commissione Europea ha
autorizzato aiuti alle banche per più di 4 trilioni di dollari. Con
questi interventi la crisi finanziaria, che fino all’inizio del 2010 era
una crisi di banche private e non si era tramutata in una catastrofe
mondiale, è stata caricata sui bilanci pubblici che così hanno salvato i
bilanci privati. In quel momento le parole d’ordine, diffuse dai
principali media, sono diventate però altre: eccesso di indebitamento degli Stati,
eccesso di spesa pubblica, pensioni insostenibili, spese per
l’istruzione “che non ci possiamo più permettere”, ecc. E come
conseguenza, anche per rispettare i nuovi provvedimenti, primo tra cui l’incredibile norma del pareggio di bilancio inserita in Costituzione senza una discussione pubblica
da un Parlamento quantomeno distratto, è stato fatto passare senza
grandi difficoltà il messaggio che  lo Stato spende troppo e dunque che è
necessario tagliare le spese pubbliche: asili, scuole, sanità, istruzione, ricerca, pensioni, ecc.

Questa incredibile e inaccettabile mistificazione è stata possibile grazie ad un’egemonia culturale e
politica che invade sia l’orientamento dell’opinione pubblica nei
grandi quotidiani che lo stesso centro di formazione della cultura che è l’università.
La selezione di chi sarà responsabile della formazione del pensiero
delle nuove generazioni è uno dei punti di scontro più cruenti
all’interno dell’accademia e sullo sfondo c’è proprio il mantenimento
dell’egemonia culturale e politica. Le infuocate polemiche a margine delle abilitazioni scientifiche nazionali,
con le quali si vorrebbero scegliere i nuovi docenti in base a “criteri
quantitativi”, ma che in realtà rappresentano il proseguimento del gattopardesco disegno della Gelmini di “togliere potere ai baroni” dando tutto il potere a “certi baroni”, ne sono una conseguenza eclatante.

Come osservato dallo storico Massimo L. Salvadori, l’economista Vilfredo Pareto, convinto che la democrazia fosse un’illusione, scriveva “La
plutocrazia moderna è maestra nell’impadronirsi dell’idea di
eguaglianza come strumento per far crescere, di fatto, le disuguaglianze
”. Era il 1923: oggi siamo sempre allo stesso punto.

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Ps.
Per riformare il sistema finanziario Luciano Gallino con Elio Veltri e
Antonio Caputo hanno proposto una petizione al Parlamento Europeo che si
può firmare a questo indirizzo.

Fonte:  http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/09/su-crisi-finanziaria-politica-e-mistificazione/907127/.

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