Meno tasse? Chi ci crede è un fesso

Le sorprese arrivano sempre dai codicilli, spiegano gli avvocati. E un governo truffaldino come questo non poteva non ricorrere ai trucchetti democristiani più antichi.

Meno tasse? Chi ci crede è un fesso
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23 Ottobre 2014 - 07.54


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di Claudio Conti.

Le sorprese arrivano sempre dai codicilli, spiegano gli avvocati. E
un governo truffaldino come quello in carica non poteva non ricorrere ai
trucchetti democristiani più antichi.

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Renzi che va in tv a ripetere che “abbiamo ridotto le tasse” e
“promuoviamo la crescita” avrebbe dovuto anche spiegare da dove prendeva
“le coperture” per le voci della legge di stabilità inviata a Bruxelles
e al presidente della Repubblica, addirittura priva dell”indispensabile
esame della Ragioneria di Stato. Se dici che vuoi spendere, insomma, i
trattati europei ti obbligano a dire dove prendi i soldi che vuoi
impegnare.

Dalle tasche dei cittadini più poveri, è l”inevitabile risposta.
Nelle pieghe del ddl, infatti, ci sono decine di aumenti delle tasse, ma
“nascosti”, rinviati, occultati. E si tratta sempre di tasse indirette,
le quali – colpendo i consumi o determinate prestazioni – “pesano” di
più sui meno abbienti che non sui riccastri.

Vediamone alcune, anche se – trattanndosi di un testo molto lungo e “tecnico” – la maggior parte verrà fuori un po” alla volta.

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Il modo per non farsi fucilare dalla Commissione europea è, da
qualche anno, l”inserimento della cosiddetta “clausola di salvaguardia”.
In pratica il governo “stima” che determinate decisioni produrranno
risparmi o maggiori spese, e se le previsioni non saranno rispettate per
difetto (verranno cioè a mancare “le coperture” previste) allora
entreranno in vigore misure correttive automatiche per rimettere in
ordine il bilancio.

Tra le misure automatiche previste dall”attuale legge di stabilità
c”è l”aumento dell”aliquota Iva agevolata (oggi al 10%) di 2 punti
percentuali nel 2016; se non dovesse bastare salirà di un altro punto
nel 2017 (al 13%). E” certamente il caso di ricordare su quali beni o
servizi si applica l”Iva ridotta: cinema, alberghi, treni, autobus,
carne, pesce, uova, zucchero, acqua , gas, elettricità, ristoranti e
bar, per esempio.

Identica dinamica anche per l”Iva “normale”, che dal 22% attuale
salirebbe al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e addirittura al 25,5% nel
2018. Tombola! In pratica, il governo pensa di far cassa e “combattere
la deflazione”, depressiva, aumentando la tassazione sui consumi.
Nemmeno il più scarso degli economisti consiglierebbe una terapia del
genere in piena crisi… Calcolate che soltanto le tasse sulla benzina
assommano ormai a 72,42 centesimi di “accisa” per litro per la benzina
verde e 61,32 centesimi per il gasolio; sul prezzo totale (costo
industriale più accisa) viene poi applicata l”Iva. Un aumento dell”Iva
di tre punti in due anni comporterebbe dunque – a prezzo del petrolio
invariato, ma non ci sperate – un incremento del prezzo finale alla
pompa di circa 5-6 centesimi per litro.

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Che l”automobile sia considerata un bancomat è una vecchia storia. Ma
spingersi fino a reintrodurre il “bollo” normale per auto storiche è
una misura dell”ossessione. Non è nostra intenzione difendere i
collezionisti, ma semplicemente i poveracci che vanno in giro – poco –
con un”auto di oltre 25 anni di vita. Ma da una misura del genere
potrebbero venire al massimo 7,5 milioni di euro. Gli esperti si sono
affrettati a calcolare, come conseguenza diretta, la demolizione di
circa 300-325mila veicoli classificati come “d”interesse
storico-collezionistico”. La perdita patrimoniale complessiva viene
stimata tra i 2,2 ed i 5,7 milioni.

Ma potevano i pensionandi passarla liscia? Ma quando mai… Dopo aver
obbligato centinaia di migliaia di lavoratori dipendenti ad aderire ai
fondi pensione integrativi (e privati), concedendo una tassazione più
bassa, ora si passa a tosare la pecora. I “proventi” percepiti dai fondi
pensione vengono tasssati ora al 20% (erano all”11,5). Peggio:
l”aumento avrà efficacia retroattiva dal 1° gennaio 2014, in barba ai più elementari princìpi giuridici.

E tutto questo passa come “riduzione delle tasse”?

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Fonte: http://contropiano.org/economia/item/27076-meno-tasse-chi-ci-crede-e-un-fesso.

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