Monti ha salvato *il* Paese

'Una demolizione perfetta di tutte le fandonie mediatiche sul ruolo del minore economista della nostra epoca nel ''salvataggio'' dell''Italia. Quasi un profilo criminale.'

Monti ha salvato *il* Paese
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5 Agosto 2015 - 21.58


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di Alessandro Greco.

Non so quante volte ho sentito dire la frase che ho deciso di usare come titolo di questo articolo.

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Dal conoscente, al tizio al bar, all’amico (sic!) passando naturalmente ai personaggi più o meno noti.

Per citarne uno, Casini, il 22 feb 2013 twittò:

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PierferdinandoCasini: Il @SenatoreMonti ha agito per gli italiani, ha salvato il Paese e allontanato lo spettro default. #votoUDC

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Questo
“salvataggio” dalla catastrofe “dietro l’angolo” è considerato
vero dalla stragrande maggioranza degli italiani (sempre meno, almeno
intorno a me).

Ma in buona sostanza “da cosa” e “come” ci ha salvati il Senatore a vita?

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Facciamo un passo indietro.

È l’autunno del 2011, al Governo c’è Silvio Berlusconi, eletto dal popolo italiano (attenzione, non è un dettaglio).

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Premessa necessaria: se pensate che io sia berlusconiano, chiudete qui e andate alla festa dell’Unità.

A me come intellettuale, concedetemi il
termine, interessano i fatti e se li scrivo su ilgiornale.it è perché
qui mi hanno concesso spazio.

Se scrivo cose errate, segnalatemele e correggerò volentieri.

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Se, invece, fate parte di quella categoria di grandi pensatori secondo i quali conta solo dove scrivi, e non cosa scrivi, chiudete questa finestra e resteremo sconosciuti come prima.

Ulteriore
premessa: se è vero quanto illustrerò di seguito sullo stato di salute
della non ancora moribonda economia italiana alla vigilia di quel
fatidico novembre 2011 e dell’avvento del governo tecnico che ne
determinerà l’inesorabile crollo, il futuro del Paese era stato già
minato nel 1992 con l’adesione al Trattato di Maastricht e
l’accettazione dei pesanti vincoli in esso sanciti, per essere poi
definitivamente compromesso nel 1996, con l’accelerazione verso l’unione
monetaria e la fissazione del cambio fra le valute dei paesi che
sarebbero poi confluiti nell’eurozona (per approfondire).

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In questo
contesto, un’analisi storica obiettiva non può che portare a riconoscere
la assoluta omogeneità, sulle questioni politiche essenziali e di
fondo, delle due coalizioni alternatesi in quel periodo al governo
dell’Italia, omogeneità solo dissimulata attraverso i litigi e gli
insulti dei rappresentanti delle due coalizioni. Omogeneità discendente
dall’accettazione di un “vincolo esterno”, quello dei Trattati europei,
che ha reso le nostre istituzioni nazionali mere esecutrici di decisioni
prese altrove, dalle burocrazie europee, imposte dalle lobby, decisioni
fondate su ideologie elaborate al di fuori dei nostri centri politici e
culturali ed assolutamente antitetiche al modello economico sociale
delineato nella nostra Costituzione (per approfondire)

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È pur vero
che in tale contesto, i passi avanti determinanti nel processo di
europeizzazione/globalizzazione (e di sospensione della Costituzione)
sono stati effettuati da governi targati centro-sinistra, o governi
tecnici riferibili comunque a quell’area, popolata da “banchieri” capaci
di agire “al riparo dal processo elettorale“.

(A pagina 40-41 di questo libro
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Federico Rampini chiede a Mario Monti: “Perché la Commissione
europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare
l’impopolarità dei sacrifici?”

Risposta di
Monti: “Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i
Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere
dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE, PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini”
.)

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Il cavaliere
di Arcore, infatti, allorquando la sua popolarità veniva minacciata
dagli scandali giudiziari, si mostrava non troppo solerte nell’adozione
sfacciata di misure economiche che ne avrebbero potuto compromettere la
popolarità. Tant’è che nell’agosto del 2011 il tentennamento
nell’ottemperare alle richieste “pinochettiane” contenute nella famosa lettera della BCE,
determinò l’escalation che porterà al panico da spread ed alle sue
dimissioni: per la macelleria sociale è più adatto un sobrio signore in
Loden che un pregiudicato dai facili costumi. Ma su questo tornerò più
avanti.

Proseguiamo.

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Piazziamo qualche paletto al fine di capire come stava andando il Paese con Silvio Berlusconi e come ci ha salvato Mario Monti.

Berlusconi lascia il 12 novembre 2011.

Quando si dimette abbiamo il quadro seguente:

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  • La disoccupazione è intorno all’8%
  • La disoccupazione giovanile è al 29%
  • Dynamic 1 AMP
  • Il rapporto Debito/PIL è al 119% circa
  • Il tasso di crescita del PIL è dello 0,4%
  • Le città sono tappezzate di questi manifesti

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Tre giorni
prima, il 9 novembre 2011, lo spread, di cui fino ad allora quasi
nessuno aveva sentito parlare, dopo essere salito continuamente nelle
settimane precedenti, toccò il suo top storico chiudendo a 552 (dopo
aver raggiunto 574)

La stampa
italiana ed internazionale attribuisce la causa della salita dello
spread alla scarsa credibilità internazionale di Berlusconi che a casa
sua dà festini con escort, probabilmente anche minorenni, frequenta
Putin, fa cù-cù alla Merkel etc. etc.

Il Sole 24 ore spara un titolo che resterà nella storia: FATE PRESTO (a cacciare Berlusconi, si intende).

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E così avvenne.

Berlusconi abbiamo detto salì al colle da Napolitano il 12 novembre 2011.
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Con lo spread puntato alla tempia si dimise.

Per amore di
verità, a mio avviso lo fece anche e soprattutto per tutelare i suoi
interessi personali, nello specifico le sue aziende, da un imponente
attacco speculativo (da parte di chi?)
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Ecco alcuni titoli dei quotidiani del 10 novembre 2011:

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ancora:

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Altri titoli sul crollo delle aziende del cavaliere li trovate qui.

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Ma restiamo ai dati del Paese.

Berlusconi si dimette con il quadro economico che avete appena letto, e deve farlo presto perché l’Italia è sull’orlo del fallimento e potrebbe essere commissariata dalla Troika.

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Il Professor
Monti viene nominato Senatore a vita dal Presidente Napolitano il 9
novembre 2011 e presta giuramento come Presidente del Consiglio il 16
novembre 2011, sempre del 2011.

La stampa italiana, all’unisono, accoglie
il Professor Monti come un dio sceso in terra, tornato appositamente per
salvare il paese dal baratro verso cui il Governo Berlusconi IV lo
stava spingendo.

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L’Unità titola “LA LIBERAZIONE”

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Monti con
l’appoggio di quasi tutto il parlamento, le eccezioni sono davvero
pochissime, incomincia la sua opera di “risanamento dei conti pubblici”,
opera fatta di tasse, tagli, aumenti di benzina e imposte, e sacrifici
di ogni genere che gli italiani devono sopportare per evitare il peggio,
la catastrofe, il terzo mondo ad un passo.

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La stampa internazionale loda il Professor Monti.

The Economist definì l’azione del governo di Mario Monti «impressionante» e aggiunse «in tre mesi ha salvato l’Italia dalla catastrofe».

La rivista ritrae Monti in toga che raddrizza una colonna sulla cui cima oscilla, pericolosamente, l’Italia.

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Mario Monti ha svolto alla perfezione il suo compito: Ha salvato il paese.

Il Professore acclamato ha ricevuto il plauso da parte di tutti i media nazionali e dichiara che “Evitato il tracollo, l’italia crescerà dal 2013“

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Il 21 dicembre 2012, dopo poco più di un anno, Monti si dimette.

E allora osserviamo questo “salvataggio”.

Ricordiamo com’era messa l’Italia quando Monti l’ha presa?

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  • Disoccupazione intorno all’8%
  • Disoccupazione giovanile al 29%
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  • Rapporto Debito/PIL al 119% circa %
  • Tasso di crescita del PIL dello 0,4%

Ecco il risanamento di un anno di Mario Monti, alla data delle sue dimissioni:

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  • Disoccupazione passa dall’8% all’11,4%
  • Disoccupazione giovanile passa dal 29% al 38%
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  • Rapporto Debito/PIL passa dal 119% al 126,5%
  • Tasso di crescita del PIL passa dal +0,4% al – 2,4%

Un salvataggio in piena regola, no?

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Il Sole 24 Ore a Marzo 2013 titola:  Istat conferma il crollo del Pil italiano: -2,4% nel 2012

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Ma è il 2012, Monti ha detto che l’Italia ripartirà nel 2013.

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La vedete l’Italia come riparte nel 2013?

Oddio… a me pare proprio di no.
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Nel 2008 il c’è stato il crac della Lehman Brothers che ha avuto conseguenze devastanti per tutte le economie principali.

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L’Italia, come gli altri paesi, prese una cantonata pazzesca, ma il grafico mostra, inequivocabilmente, che stava risalendo la china.

Poi, è arrivato Mario Monti a “salvarla” dal default dietro l’angolo.
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Lo vedete il salvataggio?

Il PIl italiano cede di circa 4 punti in un anno. Un disastro simile al crollo del 2008.

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La domanda nasce spontanea: cosa è successo?

È successo
che le politiche imposte da Monti hanno distrutto la domanda interna col
solo scopo di ripianare la bilancia commerciale squilibrata dall’euro
.

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(Il perché ho provato a spiegarlo a Beppe Servegnini qui. Se preferite l’impatto visivo, fate clic qui. Se avete voglia di capire ancora meglio il perché l’euro strangola l’economia italiana allora potete fare clic qui , qui e qui. Se non volete capire nulla, è un problema vostro.)

In questo senso l’austerità funziona.
L’Italia compra prodotti tedeschi perché l’euro li rende convenienti e
l’unico modo (restando nell’euro) per far sì che l’italiano la smetta di
acquistare prodotti esteri è fare in modo che la smetta di acquistare
prodotti. Come? Così:

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Il passaggio
di questa intervista che Monti rilascia alla CNN dura un minuto, ma se
non avete voglia di ascoltarlo sul sito del Governo c’è la trascrizione.
Eccola:

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Dice, testuale: stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale.
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Non so se abbiate chiara la portata di
questa dichiarazione di un Premier che in un rigo viola non so quanti
articoli della Costituzione
.

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Ma quindi?
Monti è stato nominato premier perché i fondamentali economici del paese
erano messi maluccio, il default era a un passo e in un anno ha
peggiorato forse irrimediabilmente la situazione e viene celebrato come
il salvatore della patria? Non può essere andata così, direte voi.

E invece mi dispiace, è andata proprio così. Altro discorso è il come ve la hanno raccontata.

L’Italia a
un passo dal default è una gigantesca fregnaccia e a dirlo non sono io:
lo certifica l’Unione Europea nel suo “Fiscal Sustainability Report”.
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Lo trovate qui.

L’Italia non aveva problemi di liquidità a breve, vedi grafico:

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e nel lungo periodo era quella messa meglio di tutte, Germania e Francia comprese!

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La logica del FATE PRESTO aveva tutto un altro scopo, e ora lo vedrete.

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L’austerità,
i tagli, e la pressione fiscale al 55% hanno avuto un solo preciso
scopo: quello di risanare le banche tedesche e francesi che si erano
esposte in modo sconsiderato verso la Grecia
.

Ce lo dice in modo incontestabile Il Sole 24 ore, qui

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E questo grafico illustra alla perfezione cosa è successo:

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Prima
dell’arrivo del Professore le banche italiane erano esposte verso la
Grecia per appena 6,86 miliardi di euro e lo Stato italiano per ZERO
miliardi
, mentre le banche tedesche avevano crediti per 45 miliardi di
euro e quelle francesi per quasi 80!

A settembre
2014 le banche francesi sono rientrate di quasi tutta la somma, quelle
tedesche di oltre 30 miliardi
. E chi si è accollato i debiti?

Indovinate un po’?

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Risposta esatta! Noi.

Lo Stato italiano che era esposto 0 (zero)
verso la Grecia ora è esposto per 40 miliardi

40 miliardi che sono
serviti non a salvare la Grecia ma a salvare le banche tedesche e
francesi
.
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Altro che “catastrofe imminente” e “fate presto!”

Quando
Francia e Germania hanno capito che la Grecia non avrebbe mai potuto
restituire il denaro che incautamente le proprie banche le avevano
prestato c’è stato un colossale trasferimento di crediti dal bilancio
delle banche a quello degli Stati. 

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Ecco cosa sono i “Fondi salva Stati”: sono fondi salva banche.

Eravamo messi così male che abbiamo sganciato finora 60 miliardi, di cui più di 40 nell’anno di Monti il Salvatore.

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Naturalmente se da buoni piddini non vi fidate di quanto sopra, magari potreste fidarvi di lui:

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A questo e solo a questo scopo sono
servite “le riforme” del Governo di Mario Monti e a questo Ã¨ servito il
successivo Governo Letta, e la linea è la stessa identica con Renzi:
salvare l’Euro.

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Ecco qui, ve lo dice pure lei:

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Salvare l’Euro.

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Degli europei non frega nulla a nessuno.

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A questo punto al diversamente informato resta solo una cartuccia che è quella dello spread:  

“Ok,
Alessandro, forse è andata proprio così, ma che Monti abbia fatto
calare lo
spread è un fatto. E grazie a Monti abbiamo risparmiato un
sacco di interessi sui titoli di Stato”

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Aiutiamoci con un bel grafico.

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Da agosto
2011 lo spread sale, sale, sale e raggiunge il top storico  di 552 punti
del 9 novembre (giorno in cui il Professor Monti viene nominato
senatore a vita).

Lo spread oscilla ma resta sempre
altissimo, poi scende, poi risale quasi ai livelli del 9 novembre e poi
dal 2012 comincia a scendere, fino a 278 punti.
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Accidenti, è vero. Non appena
Monti diventa Presidente del Consiglio lo spread cala vistosamente. 

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Quindi dai, non ha salvato il paese ma ha avuto senza dubbio un effetto
positivo: ha fatto scendere lo spread.

Ma siamo sicuri sia merito del loden e
della voce robotica?
Qualcuno di voi crede davvero che gli interessi
sui Titoli di Stato di un paese dipendano dai vizi privati di un
Presidente del Consiglio?

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Io credo dipendano da quanto un paese
è solvibile, e cioè in grado di ripagare quei titoli con gli interessi.
In buona sostanza, se mi reco in banca a chiedere un prestito di 30.000 €
e guadagno 10.000 € al mese, è molto probabile che io sia solvibile,
anche se la sera frequento le escort.

Se, invece, non ho un reddito, difficilmente rimborserò quel prestito, anzi, non me lo concederanno.
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L’Italia, come abbiamo visto, non aveva alcun problema di solvibilità.

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E allora? Perché lo spread cala quando Berlusconi si dimette e arriva Monti?

Ma prima di rispondere a questa domanda, perché non puntate l’occhio a quello che succede allo spread a luglio 2012?
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Sorpresa! 537 punti! Che sarà successo?
Fabrizio Corona ha immortalato il Professor Monti a mignotte? Monti ha
spedito un sms alla Merkel con scritto “Non è vero che sei una culona,
sei solo un po’ rotondetta, ma a me piaci così”
!?

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Insomma, lo spread è tornato ai livelli di
quando c’era lo sconsiderato Berlusconi eppure al Governo c’è il
Professore in Loden. Perché lo spread sale?

Aiutiamoci con un altro grafico.

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Et voilà!
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Eccolo là, l’unico uomo che ha il potere di far calare lo spread.

Confrontate i due grafici.
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Lo spread scende una prima volta quando la
BCE acquista titoli di stato, scende dal top storico quando Draghi, a
dicembre 2011, lancia l’operazione LTRO e poi scende nuovamente quando Draghi, stanco della speculazione sull’euro dichiara: “Whatever it Takes to Save the Euro“. Ve lo devo tradurre?

Questi sono i fatti. Per le opinioni vi rimando ai giornalisti.

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Come da titolo: Monti ha salvato *il* Paese. Sta a voi capire quale.

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[grazie a @gr_grim per alcuni utilissimi grafici]

Alessandro Greco – twitter

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ARTICOLO CORRELATO DEL 10 NOVEMBRE 2011:

Pino Cabras: Monti siamo pronti.


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