Draghi e la finanza marziana

'Il Venerabile Mario crede che le differenze dentro l''Europa siano piccole imperfezioni facili da piallare con la finanza. L''incompetenza al potere ci sta portando alla catastrofe'

Draghi e la finanza marziana
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3 Settembre 2015 - 15.50


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di
Giuseppe Masala
.

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Leggo e rileggo la sconcertante
dichiarazione di Mario Draghi in merito alla situazione europea: «Le
imperfezioni della nostra unione sono fonte di instabilità». Dietro questa
frase vi è la totale assenza di coscienza dei problemi dell”unione monetaria e
più in generale dell”Unione Europea. E volendo metterci il carico, quest”uomo
ignora totalmente le dinamiche della civiltà umana dalle sue origini ai giorni
nostri, fino ad arrivare alla completa inconsapevolezza rispetto alle più
elementari regole matematiche che sottendono alle dinamiche finanziarie ed
economiche.

Una simile grossolanità ai piani alti del
vero potere ci porterà alla catastrofe assoluta.

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Non si può scegliere un governatore di
banca centrale confidando solo sulla sua maestria in materia di finanza. L”uomo
non è finanza. E anzi, oggi come oggi, la finanza è la catena con la quale è
tolta la libertà all”Uomo.

È evidente che ci sono punti di frizione,
contraddizione tra sistemi nazionali che rendono “disomogenea” l”area
valutaria. Il problema ̬ che questa situazione Рche asetticamente il nostro felpatissimo
governatore definisce “imperfezioni” – è il risultato di migliaia di
anni di storia umana. È chiaro o no che la lingua è un elemento che blocca la
perfetta circolazione della forza lavoro all”interno dell”area valutaria?

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Ma si può chiedere – e se sì a quale prezzo
– a un pastore sardo di andare per due anni in Finlandia perché c”è carenza di
allevatori di renne? Si può chiedere a un contadino portoghese di spostarsi per
sei mesi in Ungheria a coltivare patate e poi per tre mesi in Bulgaria a
coltivare cavoli e poi in Danimarca a mungere mucche? Certo, sarebbe l”ideale
per Sua Maestà il Capitale avere umani disposti a inseguire il suo stendardo
come gli ignavi dell”Antinferno dantesco, ma umanamente è inconcepibile.

Altro elemento di “imperfezione”
è senza dubbio la presenza di ventotto ordinamenti giuridici diversi. Ma si può
chiedere all”Italia di abrogare il suo ordinamento, magari per accettare la
common law anglosassone? Lo stesso vale per le altre nazioni. L”ordinamento
giuridico è il prodotto di migliaia di anni, di lotte, di sangue, di studi, non
può essere abolito in un attimo solo per evitare che la circolazione del
capitale venga anche minimamente disturbata.

È logico che queste imperfezioni (sic) facciano
mal funzionare l”area valutaria, ma sono difficilmente appianabili, se non sopportando
costi enormi dal punto di vista sociale, culturale e probabilmente anche umano.

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Avere l”idea che sia tutto risolvibile con
degli aggiustamenti legislativi e non con un lavoro dialettico che può durare
centinaia di anni chiarisce che questa gente vive la sindrome di Hitler nel bunker
della Cancelleria del Reich: il delirio più completo.

C’è dell’altro. Chi mai ha detto a Draghi
che basterebbe eliminare le “piccolezze” su esposte per dare
“stabilità” al sistema. Questo sproposito non l”ha certo sentito dal
suo maestro Federico Caffé: il capitalismo (e non parliamo poi del
tecno-finanz-capitalismo contemporaneo) è instabile per sua natura intrinseca.

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Più si accumula il capitale (più si
concentra, per meglio dire) e più è difficile dare quote di rendimento adeguate
alla quota marginale in modo tale che questa non si
“distrugga/svaluti” per assenza di adeguata remunerazione.

Se il mio capitale è una mucca e questa è talmente
vecchia che non produce più latte e non fa più vitelli, vuol dire che per me
rappresenta solo un costo (devo spendere per farla mangiare e per curarla) e di
conseguenza il valore finanziario del mio capitale-mucca è 0 (ZERO).

Questo vale sia per una mucca, sia per una
casa che non riesco ad affittare, sia per un miliardo di euro di capitale di un
Hedge Fund. Se abbiamo un governatore che non capisce questo vuol dire che
siamo a zero. Bene, in epoca di finanz-capitalismo la forma diventa sostanza e
dunque la borsa (il mercato finanziario) diventa sostanza: questo accumula,
cresce di valore, fino al punto in cui non ci sono dividendi per remunerarlo. E
allora ecco lo schianto. Schianto che possiamo ritardare, frenare, con la
stampa continua di moneta sonante data a tasso 0%.

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Ma il problema aritmetico e matematico
rimane lì.

Possono certo introdurre misure tendenti a
diminuire i diritti e il salario del popolo bue (le solite riforme strutturali da
shock economy): meno salari = + profitti.

Ma tutto questo ben difficilmente basta e
anzi l”evidenza empirica dimostra che non è sufficiente. Per tacere del fatto che
la compressione dei salari comporta l”insorgenza di un”altra malattia: la crisi
da sottoconsumo. Se la gente prende uno stipendio più basso consuma di meno e
allora per chi si produce a fare?

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Ovviamente i dottor Stranamore delle varie
madrasse neo-liberiste rispondono prontamente: «Incentri il modello sulle
esportazioni». Il problema che non comprendono e che se la crisi è mondiale e
tutti la vogliono risolvere comprimendo i salari per “aumentare la
competitività” e “aumentare le esportazioni”, qualcuno dovrebbe dirmi dove diavolo
dobbiamo esportare? 

Su Marte forse: pianeta fortunato, almeno non hanno Draghi,
lassù.

Ed ecco qui il delirio nel quale siamo
immersi, in mano a una masnada di maggiordomi che ci governano e vaneggiano.
Loro dicono e fanno corbellerie e noi paghiamo il conto. Così va in questo
mondo. Su Marte chissà.
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