Il mondo va verso epiche bancarotte

Crisi finanza e banche. La situazione d’oggi è peggio che nel 2007. Le munizioni macro-economiche per contrastare la caduta sono state tutte sparate [Maurizio Blondet]

Il mondo va verso epiche bancarotte
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Redazione Modifica articolo

21 Gennaio 2016 - 06.43


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di Maurizio Blondet.

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“La situazione d’oggi è peggio che
nel 2007. Le nostre munizioni macro-economiche per contrastare la caduta sono
state tutte sparate”
:
così al «Telegraph» William
White
, presidente della commissione revisioni dell’OCSE e già capo
economista della Banca dei Regolamenti internazionali.

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Lettura
consigliata a tutti quelli che credono sia in corso una crisi delle banche
italiane, strapiene di crediti marci, e godono perché ce l’hanno con Renzi.

“I debiti han continuato ad
accumularsi negli ultimi otto anni

– dice White – ed hanno raggiunto un
livello tale in tutte le parti del mondo da esser divenuti una potente causa di
zizzania criminale”
.

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“La sola domanda da farci è se
saremo capaci di guardare in faccia la realtà e affrontare quel che sta
avvenendo in modo ordinato, o disordinato”
.

Quale
sarebbe il modo ordinato? “I giubilei del
debito avvengono da 5 mila anni, dal tempo dei Sumeri”
. Dedicato a quelli
che “ i debiti vanno pagati”.

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Commenta
Ambrose Evans-Pritchard, il più limpido giornalista economico nel mazzo: il compito che attende le autorità globali
sarà come gestire le cancellazioni del debito, e di conseguenza un grande
riordino dei vincenti e perdenti nella società, il tutto senza scatenare una
tempesta politica
.

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Dunque
è una questione di potere: i
vincenti (non so se ho detto Germania) devono subire un ridimensionamento a
favore dei perdenti?

Ovvio
che resistano: gli attacchi di Juncker a Renzi sono uno dei fenomeni della
resistenza dei vincitori, che non vogliono fare la loro parte, e continuare a
vincere fino al default generale dei perdenti.

Secondo
Mr. White, i creditori europei sono quelli che probabilmente subiranno un più
grosso taglio da un giubileo. Le banche europee hanno ammesso di avere un
trilione di prestiti non funzionanti; sono pesantemente esposte ai mercati
emergenti e stanno certamente prolungando debiti marciti che non hanno mai
rivelato (viene a mente Deutsche Bank,
il buco con un paese attorno
? Non solo…).

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Il sistema bancario
europeo dovrà essere ricapitalizzato su scala mai immaginata prima
, e le nuove regole di bail-in
significano che ogni depositante sopra i garantiti 100mila euro dovrà
contribuire al pagamento.

(Si capisce ora perché
Berlino ha salvato le sue banche con quasi 300 miliardi di soldi pubblici, poi
ha fatto votare al parlamento italiano le norme sul bail-in?)

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White
è uno dei pochissimi che ha detto ad alta voce, dal 2008, che la finanza
occidentale stava andando a sbattere provocando una violenta crisi finale. Il
solo a dire che stimolare l’economia a forza di stampaggio e tassi zero da
parte delle banche centrali dopo la crisi Lehman (2007) alimentava “stimoli”
dell’Asia e nei mercati emergenti, gonfiando bolle di credito, e un aumento dell’indebitamento in dollari che
era difficile da controllare in un mondo di libera circolazione di capitali.

La globalizzazione
capitalistica ha sempre prodotto lo stesso danno finale: chi lo ha negato per
tutti questi anni, è solo perché ci guadagnava: faceva vincere la sete del
potere invece della verità
.

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Il
risultato? che anche gli emergenti sono oggi nel gorgo del debito. I debiti
privati e pubblici sommati sono saliti in questi mercati al 185% del Pil, e nei
paesi OCSE del 265 per cento: “il 5 per cento in più rispetto all’altro ciclo
del 2007” che ha portato al disastro Lehman e alla crisi recessiva mondiale in
corso.

Con
questa complicazione: “I mercati
emergenti, allora, furono parte della soluzione. Adesso anch’essi sono parte dl
problema”
: Traduzione: il capitalismo si salvò indebitando (pardon,
“facendo giungere capitali per lo sviluppo dei”) paesi emergenti, fino a renderli come sono ora, insolventi. Ora anche loro anno bisogno
di un giubileo.

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Che cosa produrrà il
crollo del sistema dando il via alle epiche bancarotte mondiali?
Impossibile dirlo: “il sistema ha perso la sua ancora ed è
prono alle rotture in modo inerente”
.

Una
svalutazione cinese può metastatizzare.

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“Ogni paese grande s’è lanciato in
una guerra valutaria, anche se si ostina a dire che il
quantitative easing non ha nulla a che fare con la svalutazione
competitiva. Hanno giocato, tranne la Cina – fino ad ora”
.

L’effetto
dello stampaggio è uno spendere in
anticipo sul futuro
; ciò provoca una tossicodipendenza
e, alla fine, non riesce più a “fare trazione” Alla fine, il futuro arriva nel presente, e non puoi più spenderlo.

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E
il gioco mica l’han cominciato dal 2007. Già nel 1987 la Fed ha iniettato
troppo stimolo per prevenire una “purga” (dei creditori) dopo il crash che
avvenne allora. Dopodiché le “autorità”, banche centrali e governi, hanno
lasciato che ogni boom facesse la sua corsa, pensando che avrebbero avviato la
pulizia più tardi, e rispondendo ad ogni shock con altra stampa, alacremente.

Ciò
ha portato la finanza, secondo l’esperto della BRI, a una convinzione della facilitazione perpetua, fino alla caduta degli
interessi al disotto del loro “tasso naturale”, cessando di essere un segnale
del rischio di credito.

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“L’errore fu peggiorato negli anni
’90, quando Cina ed Europa dell’Est sono state unite improvvisamente
all’economia, inondando il mondo con esportazioni a basso prezzo. I prezzi
calanti dei beni industriali hanno mascherato l’inflazione degli attivi
(finanziari) che stava avvenendo. I politici sono stati indotti all’inazione da
una serie di credenze consolanti, che ora si rivelano false. Sono stati indotti
a credere che finché l’inflazione è sotto controllo, tutto va bene”
.

Ecco
in poche limpide parole perché gli
americani hanno accelerato la globalizzazione
, fatto entrare il gigante
cinese nel mercato mondiale nonostante la sua economia statalista, ed aperto
all’Est europeo: per gonfiare la loro
bolla
, e andare avanti ancora un po’.

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Adesso
la Cina, dopo uno sviluppo
eccessivamente rapido Рartificialmente montato dai capitali Рsi ̬ trasformata da locomotiva in valanga.
Una valanga immane.

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La
Fed ha prodotto bolle su bolle, fino a provocare quella in cui siamo oggi: la “debt deflation” preconizzata da Irving
Fisher
, il grande economista della Grande Depressione.

Oggi
la Fed è in “un terribile dilemma”, e tenta di raddrizzare la nave sottraendosi
a ulteriori quantitative easing.

“Se alzano i tassi, sarà brutta. Se
non li alzano, non si fa che peggiorare la cosa. La situazione è così maligna,
che non esistono risposte giuste per risolverla. E’ la trappola del debito, non
c’è uscita facile”
.

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Secondo
White, un inizio sarebbe che i governi smettano di dipendere dalle banche
centrali per non essere loro a fare il lavoro sporco. Le banche centrali non possono risolvere un problema di insolvenza,
possono solo risolvere problemi di liquidità
. I politici “Devono ritornare alla fondamentale attività
di bilancio – chiamatela keynesiana se volete – e lanciare un potente programma
di investimenti mai visto prima sulle infrastrutture, che si paghi grazie alla maggiore
crescita”
.

E’
il momento delle soluzioni alternative, del “quantitative easing per il popolo”? la speranza è che al Forum di Davos i potenti del mondo
affrontino questo problema così limpidamente posto da White e dal «Telegraph».
Ecco uno dei motivi per cui la cancelliera Merkel ha annullato la sua
partecipazione a Davos?

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Se
è così, sarà un crollo disordinato, una guerra europea. I tedeschi e Bruxelles
sanno che possono perdere tutto,e fanno i duri… E noi, o metà dei media e del
popolo italiota, a “prendere le distanze da Renzi”.

Lo
so anch’io che Renzi è un peso
minimo. Ma è lui a trovarsi dov”è in questo passo cruciale della storia, ed è
la carta con cui dobbiamo giocare. Se aspettiamo- come sempre facciamo noi
italiani – l’arcangelo Michele che prenda il governo italiota, per finalmente
sentirci ben guidati e pronti alla lotta, abbiamo da aspettare… La
possibilità reale è che ci mettano di nuovo Monti, Letta, o Giuliano Amato, o
Napolitano.

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O
la Mogherini: vi ho fatto paura,
vero?

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